Giovedì, 04 Agosto 2022 09:38

Università, studiare in Abruzzo? Non c’è regione che tenga!

di  Tommaso Cotellessa

“Scegliere di studiare all’università in Abruzzo sta diventando sempre più una scelta impossibile per chi non gode di buone disponibilità economiche.

Questo l’esordio del comunicato firmato dal Coordinamento Regionale UDU L’Aquila – UDU Teramo – 360 Gradi Chieti Pescara.

Purtroppo non è facile smentire parole così pesanti, che raccontano una regione in cui non solo è difficile progredire ma è impossibile rimanere. L’ascensore sociale sembra fuori uso da troppo tempo.

Una delle denunce più pesanti e che ha generato grande sconcerto, è la mancata convocazione della CRU (conferenza regione università), l’organo che si occupa di aggiornare il piano di indirizzo triennale del diritto allo studio, ovvero l’insieme delle regole e degli interventi che regolano le borse di studio regionali e sulla base del quale vengono redatti i bandi delle ADSU di L’Aquila, Teramo e Chieti.

Secondo la legge regionale 91/94, la CRU deve essere convocata ogni tre anni. Ma llo stato attuale delle cose invece questo organo non viene convocato da sette anni, l’ultima convocazione infatti risale al 2015.

Fino ad oggi sono state numerose le manifestazioni e i solleciti messi in atto dalle studentesse e dagli studenti, per far sì che questo organo si riunisse. Addirittura nel comunicato si afferma che la regione è arrivata ad “ignorare perfino una mozione approvata nel novembre 2021 nella quinta commissione del consiglio regionale, in cui si chiedeva la convocazione della CRU”.

La grande mobilitazione di questi anni è stata dettata dalla volontà di “cambiare una norma sulla cosiddetta “prima immatricolazione” che impedisce alle studentesse e studenti di cambiare corso di laurea, pena la perdita della borsa di studio” come afferma il coordinamento.

Infatti secondo la norma vigente gli studenti che si sono resi conto di non aver scelto il giusto indirizzo in cui formarsi sono messi dinanzi al bivio, se proseguire gli studi in un corso che non li appassiona o se studiare ciò per cui ci si sente più portati perdendo la borsa di studio. Su questo tema solo la CRU può pronunciarsi.

Inoltre la CRU dovrebbe riunirsi al più presto anche per un altro motivo. Quest’anno, con il decreto ministeriale 1320/2021 sono stati modificati diversi aspetti delle borse di studio ed è compito della CRU recepire il DM e adeguare le norme ad esso. Invece tutto tace.

Nel comunicato viene posta l'attenzione anche su un altro tema di fondamnetale importanza, ovvero situazione borse di studio in regione:

“ le ADSU di Chieti e di Teramo hanno pubblicato i loro bandi qualche giorno fa, recependo alcuni aspetti del nuovo decreto nazionale (ma non l’anticipo dei tempi di pagamento delle borse di studio) e non considerando la proposta sulla "prima immatricolazione" ;invece, l’ADSU dell’Aquila è ancora in attesa di un qualche provvedimento della Regione Abruzzo che dica cosa recepire del decreto nazionale e cosa no, con il risultato di essere in un tremendo ritardo nella pubblicazione del bando” pubblicato solo ieri, 3 agosto, “Inoltre a Teramo e a Chieti/Pescara non sono state monetizzate le quote della mensa non fruita durante il primo lockdown, come previsto dalla legge.”

In tutto ciò è necessario ricordare che i ritardi nell’erogazione delle borse di studio comportano che queste ultime diventino una sorta di rimborso spese, mettendo la popolazione studentesca, avente diritto, nella condizione di dover prima spendere propri soldi e poi restare in attesa del rimborso. Il servizio dovrebbe essere un altro.

Se questa è la situazione generale venendo a L’Aquila non possiamo che rimanere sgomenti.

Infatti, nel capoluogo di regione, alle problematiche di cui abbiamo già parlato, si aggiunge la conclamata vicenda della residenza Universitaria Campomizzi, per la quale nonostante la grande mobilitazione si naviga ancora nell’incertezza, ciò ha comportato che ad oggi ancora non è stato pubblicato il bando per il servizio della residenza universitaria che di norma esce ai primi di luglio.

Ripercorrendo molto rapidamente gli ultimi eventi: le palazzine di Campomizzi dovevano essere riconsegnate a luglio 2022, da mesi però è in corso la trattativa tra l’ADSU e il ministero della difesa, proprietario dello stabile. A fare da garante per l’azienda per il diritto allo studio ci sono l’avvenuta permuta dell’edificio della Carducci a favore dell’ADSU e l’ATER che dovrebbe fornire una soluzione transitoria mettendo a disposizione alcune palazzine di sua proprietà. Insomma è necessario dimostrare che prima o poi si liberi la zona.

Ad oggi non c’è ancora una soluzione, nonostante il fatto che il 2 agosto si sia svolta una riunione tra l’ADSU, il ministero della difesa e l’ATER proprio su questo tema.

A tutto questo aggiungiamo la mancanza di una scontistica per i trasporti, la mancanza di corse notturne, il servizio mensa garantito solo per alcuni studenti, una fetta di studenti idonei ma non beneficiari delle borse di studio... sembrebbe emergere l’immagine di un’istruzione destinata ai pochi che riescono a sopravvivere o a coloro che se lo possono permettere.

Ma L’Aquila “città universitaria” tutto questo se lo può permettere?

Ultima modifica il Giovedì, 04 Agosto 2022 10:03

Articoli correlati (da tag)

Chiudi