Nella giornata di oggi a L’Aquila il presidente di Azione Carlo Calenda per la presentazione del suo ultimo libro “La libertà che non libera” edito dalla Nave di Teseo, inoltre la visita è stata anche l’occasione per incontrare la sezione del suo partito del nostro territorio.
Azione a L’Aquila gode di 130 iscritti e un Consigliere Comunale, Enrico Verini, inoltre in Abruzzo ha eletto in parlamento Giulio Cesare Sottanelli. L’incontro di oggi ha inoltre segnato l’avvio della fase congressuale della sezione.
Calenda, a 60 giorni dalla nascita del Governo Meloni ha dichiarato che è ancora presto per poter esprimere un giudizio complessivo sull'esecutivo ma è certo che sulla manovra di bilancio il giudizio è per larga parte negativo:
“Abbiamo proposto anche alternative io spero che vengano raccolte e d'altro canto anche sull'immigrazione mi pare che si siano fatti molti passi falsi, francamente mi aspettavo un po’ di più”.
Inoltre, l’evento di oggi ha toccato anche il tema delle infrastrutture ed in particolare il progetto di collegamento ferroviario veloce L’Aquila-Roma, sul quale Calenda ha dichiarato:
“Sono abituato a cercare di tenere al minimo il tasso di balle e siccome io non sono al governo prendere un impegno non stando al governo sarebbe ridicolo, ma è certo che appoggerò questo progetto in Parlamento come L’Aquila si merita”.
Manifestando il suo interesse nel sostenere questo pregetto il Presidente di Azione ha sottolineato che la città dell’Aquila, in cui sono state compiute opere di grande recupero ma in cui ci sono ancora luoghi in cui va fatto moltissimo, il minimo che si merita è l’alta velocità.
Per quanto riguarda il percorso di Azione a L’Aquila Calenda ha espresso grande soddisfazione dichiarando:
“Oggi noi abbiamo un Consigliere comunale soprattutto abbiamo, un deputato, insomma incominciamo a essere sempre più ramificati e presenti soprattutto con gli amministratori locali che sanno amministrare che per noi è la cosa più importante. Tutti parlano di destra e sinistra ma nessuno parla di come fare le cose che devono essere fatte e noi siamo nati proprio per superare questo conflitto. Ciò che ci definisce è ciò che facciamo quello che ci definisce è quello che facciamo, basta con bandierine.”
Per quanto riguarda il suo ultimo libro, nel quale vengono affrontati temi capitali come la libertà e la riscoperta del valore del limite ha dichiarato:
“Noi abbiamo pensato negli ultimi trent'anni che l'unica cosa che potevamo ricercare o dovevamo ricercare era una libertà illimitata, libertà di fare quello che volevamo e ci siamo dimenticati che le comunità si tengono insieme nei suoi doveri e che in ogni periodo storico una comunità ha avuto dei valori morali di riferimento e se noi non ci poniamo più neanche come obiettivo la ricerca di ciò che è giusto non riusciamo ad insegnarlo questo fa sì che per esempio noi abbiamo ragazzi che passano dai 5 agli 11 anni sui social ma non leggo un libro e siamo il paese con più siti Unesco ma siamo il paese che meno li visita. Conosciamo pochissimo del nostro paese questa cosa deriva dal fatto che siamo diventati una società in cui l'unico elemento è voglio fare quello che mi pare e godendo il presente il più possibile ed è del resto non me ne importa niente ma così una società appassisce"