Guardandoci attorno, osservando e ascoltando le polemiche e ciò che resta del dibattito pubblico in città non possiamo fare a meno di constatare un’originale tendenza, che pur mascherandosi dietro un atteggiamento guascone, nasconde una profonda superficialità.
La tendenza di cui stiamo parlando è quella voglia matta di anni ’90, quell’irrefrenabile nostalgia di veline e cinepanettoni. Sarà che lì la vita non sembra mai dura, come dice la canzone… Non so se questo fenomeno sia dovuto ad una reale ingenuità o ad un odio pervasivo nei confronti del politicamente corretto, ma sta di fatto che tra la promessa di pullman pieni di ragazze da utilizzare come premio per motivare una squadra di serie A e foto di uomini in posa da power rangers con giovani fanciulle a far da scenografia manca davvero solo la scritta “regia dei fratelli Vanzina”. Ce n’è per tutti.
In tutto ciò non sono da sottovalutare le molteplici reazioni che si scatenano dinanzi a tali atteggiamenti, tra simpaticoni ridanciani che si sganasciano accusando tutti gli altri di essere boriosi censori, e negazionisti ciechi dinanzi a gesti totalmente fuori contesto che si gettano in mirabolanti interpretazioni giustificatorie all’interno delle quali spesso si finisce nello scadere in un vuoto sostegno nei confronti delle donne del tipo “anch’io ho una mamma e le voglio bene”.
Ciò che si perde di vista però è che gli episodi da cinepanettone sono la dimostrazione di quanto non ci siamo affatto liberati da quella concezione della donna come luogo di piacere, come terra di conquista e elemento di arredamento.
Molti risponderanno a queste parole con qualche risata ritenendole esagerate ed eccessivamente accusatorie ma sta proprio qui la falla.
Ciò che si dovrebbe fare per essere al passo con i tempi nel 2023 non è tanto essere irreprensibili uomini di genere, o meglio si dovrebbe ma chiedere tanto non sarebbe credibile, più che altro si dovrebbe aver ormai acquisito quella capacità di riconoscere l’errore e la prevaricazione, chiedere scusa e incassare. Apprendere. Migliorare.
Bisognerebbe scalfire quell’orgoglio machista per mezzo del quale ci si arroga quella presunzione di innocenza da cui spesso la società intera è contagiata.
Dovremmo aspettarci questo da noi stessi, dai nostri prossimi e dai nostri rappresentanti.
Quella per la parità di genere è una lotta di tutte e di tutti ma è di tutti anche la lotta contro quel perbenismo di facciata che sa di Pinkwashing.
Per fortuna nella nostra città possiamo stare tranquilli. Abbiamo un Consiglio comunale che nella seduta del 25 novembre ha deliberatamente approvato una chiara presa di posizione contro la violenza maschile e con il quale tutte e tutti si sono impegnati politicamente e nella vita quotidiana a condotte segnate dalla cifra del rispetto delle donne
Dunque tutti buoni, tutti tranquilli. Tutto a posto.
Buona visione cipollini.