Lunedì, 04 Agosto 2014 22:22

Fontari: due società rispondono al bando, due le osservazioni alla VIA

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Come ci si aspettava sono proprio le due aziende leader del settore degli impianti a fune, la Leitner e la Doppelmayr, ad aver risposto al bando da sei milioni di euro per i lavori sulla controversa sostituzione della seggiovia delle Fontari, a Campo Imperatore.

Comune dell'Aquila e Centro turistico, però, non hanno intenzione di aprire le buste fino a quando non arriverà il parere della commissione regionale sulla Valutazione d'impatto ambientale (Via). Commissione che, con la nuova legislatura, è ancora tutta da mettere in piedi e ci vorrà ancora un po' di tempo prima che le varie associazioni di cui sarà composta nominino i propri delegati.

Sono due intanto le osservazioni pervenute alla Via, nessuna di carattere urbanistico ma entrambe di carattere ambientale: una viene dall'Università dell'Aquila, l'altra dal gruppo di associazioni composto da Salviamo l'Orso, Gruppo di Naturalisti Rosciolo, Mountain Wilderness Abruzzo, Pro Natura Abruzzo, Stazione Ornitologica Abruzzese, Touring Club Italiano - Club Territorio di Pescara, WWF Abruzzo.
La risposta dovrà essere istruita dal Comune dell'Aquila e anche qui i tempi non sembrano essere brevi. Ormai è certo infatti che in ogni caso la nuova stagione invernale si svolgerà ancora una volta prorogando il vecchio impianto.

Andando nel merito delle Osservazioni, quelle dell'Università vertono esclusivamente sul Giardino alpino di Campo Imperatore di cui l'Ente è proprietario: "Le ricchezza del Giardino Alpino - scrive l'Università - sono rappresentata dalle sue aiuole dove vengono coltivate circa 300 specie vegetali rappresentative delle montagne dell'Appennino centrale". A tale altitudine (2117m s.l.m.), sostiene l'Univaq, le piante compiono il loro ciclo riproduttivo durante l'estate mentre in quello invernale vanno in riposo vegetativo. Pertanto l'Ateneo osserva che "dalla documentazione non si evince la presenza della necessaria fascia di rispetto perimetrale indispensabile ad evitare turbamenti del delicato equilibrio ambientale del giardino".
Stessa cosa, stando alle osservazioni firmate dalla rettrice Paola Inverardi, vale per i percorsi adibiti al transito dei mezzi e degli sciatori: "Si fa presente - recita ancora il documento - che l'eventule accumulo e compattamento della neve effettuato per la battitura delle piste da sci può rappresentare un grave pericolo per la sopravvivenza del patrimonio flogistico presente nel giardino Alpino".

Più dure e numerose le osservazioni depositate dalle associazioni. Il WWF e gli altri definiscono lo studio della vegetazione presente nella Via come "incompleto e superficiale" rimettendo in primo piano l'impatto dell'opera sui siti di rilevamento Lter (Long Term Ecological Research), presenti con sei appezzamenti da 100metri quadri ciascuno intorno la zona dove verrebbe costruito il nuovo impianto delle Fontari.

"Secondo lo Studio di impatto ambientale - scrivono - la Stazione LTER Italia non sarebbe interessata, mentre invece, tutta la stazione di monte e parte del tracciato a monte della SS 17 bis sono proprio all'interno di essa". Secondo le associazioni il nuovo impianto danneggerebbe anche la fauna di invertebrati, rettili, mammiferi, chirotteri (pipistrelli) e del fringuello alpino.

Le associazioni bocciano anche gli interventi di recupero e mitigazione dell'impatto proposte dalla Via tramite metodi di rinverdimento, definiti come "dannosi e privi di ogni fondamento scientifico".

Secondo quanto scritto nella Via invece "gli unici impatti negativi rispetto all'opzione zero si hanno nel breve termine e sono, sostanzialmente, legati alle conseguenze dovute al cantiere, e vengono superati nel medio-lungo termine. La tendenza degli effetti nel tempo dovuti all'esercizio del nuovo impianto risulta essere invariata o positiva".

Enrico Stagnini laureato in Scienze ambientali con un dottorato di ricerca in Processi chimici - consulente ambientale per il Parco del Gran Sasso in un progetto che prevedeva lo studio del paesaggio e la caratterizzazione geomorfologica ed idrologica dell'area delle Terre della Baronia (tra Barisciano e Fonte Vetica) - ha studiato la valutazione di impatto ambientale anche per conto di Legambiente, associazione di cui fa parte.

"Oltre all'impatto su flora e la fauna - afferma Stagnini a NewsTown - nella Via viene preso in considerazione anche il modo in cui i lavori devono essere realizzati correttamente per avere il minimo impatto possibile. Per esempio, è importante il modo in cui è indicato di rimuovere la copertura vegetale, ovvero prendendo le zolle di terra, mettendole da parte e riposandole poi intorno al sito dell'intervento. E' anche indicato - continua il consulente scientifico - di non usare mezzi cingolati in metallo durante i lavori ma in gomma, di installare piloni verdi piuttosto che riflettenti, di smantellare nel giro di pochissimo tempo le vecchie strutture ripristinando lo stato dei luoghi".

Nonostante Legambiente non abbia preso ancora una posizione ufficiale riguardo la controversa sostituzione delle Fontari, Stagnini ha un suo parere personale sull'opera: "Sotto il profilo paesaggistico la nuova seggiovia risulterebbe meno impattante rispetto a quella vecchia, perché per intere sezioni del suo tracciato si vede meno, entrando dentro un canale".

"Allo stesso tempo se si volesse mantenere il vecchio tracciato - continua Stagnini - data l'esigenza comunque di cambiare il vecchio impianto, dovrebbero essere rifatti i basamenti di cemento armato rompendo quelli vecchi e causando altrettanto impatto ambientale. Anche per quanto riguarda le aree di studio Lter - continua il consulente scientifico -  c'è da dire che potrebbero anche essere spostate in altre aree del Gran Sasso dalle caratteristiche chimico-fisiche similari senza così perdere i dati. Che valore avrebbero altrimenti i valori di riferimento se non fossero estendibili ad un area maggiore?"

Stagnini fa anche considerazioni più generali sulla montagna: "E' falso sostenere che la fruizione estiva del Gran Sasso, così come viene attuata, è meno impattante di quella invernale, anzi: nel turismo invernale le persone restano su un area più circoscritta mentre in quello estivo si spostano di più, andando in giro ed elevando l'impatto".

Basti pensare all'area di Fonte Vetica, durante e appena dopo la grande fiera Ovina in corso questi giorni, per rendersene conto. "E' singolare oltretutto - fa notare sempre Stagnini - che la stessa attenzione non venga prestata anche per il consumo di suolo che c'è stato in città, agli svernamenti che le nuove costruzioni hanno portato nei fiumi fino a provocare l'allarme salmonellosi".

Un'attenzione rivolta sicuramente alla montagna: "Leggendo alcune osservazioni alla Via - conclude il consulente - personalmente deduco si voglia fare del Gran Sasso un'area accessibile solo agli addetti ai lavori e che tutti gli impianti esistenti andrebbero smantellati, anzi nemmeno. Dovrebbero rimanere lì così come sono ma abbandonati".

 

Ultima modifica il Mercoledì, 06 Agosto 2014 00:01

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