"Il centrosinistra di D'Alfonso vuole cancellare la riduzione delle tasse agli abruzzesi della giunta Chiodi".
A denunciarlo, i Consiglieri regionali di Forza Italia, Mauro Febbo e Lorenzo Sospiri, nel corso di una conferenza stampa convocata stamane. "Ieri - ha spiegato il capogruppo Sospiri - al termine di 7 ore di Consiglio regionale finalizzato ad approvare una 'mini riforma' utile solo alla sistemazione delle poltrone all'interno del Pd e quindi alla nomina di Camillo D'Alessandro, e comunque con l'accoglimento di alcune nostre proposte migliorative, mentre si discuteva una proposta di Legge inerente l'ennesimo rinvio dell'applicazione delle norme sismiche, con uno squallido foglietto scritto a mano ci è stato proposto un emendamento per la cancellazione di una Legge regionale che ha rappresentato il raggiungimento di un prestigioso traguardo di 5 anni di governo di centrodestra. Si chiedeva infatti la cancellazione della Legge n.32 del 21 maggio 2014 che oltre ad interessare i malati oncologici e soggetti trapiantati, prevedeva l'abbassamento della pressione fiscale per gli abruzzesi per oltre 32milioni e 800mila euro: una Legge che per noi rappresenta sicuramente un modello di buon governo".
L'emendamento è stato poi ritirato. Forza Italia però vuole evitare che la maggioranza tenti di nuovo di cancellare, con un colpo di spugna, una legge importante per il centrodestra regionale, se è vero che gran parte della campagna elettorale di Gianni Chiodi - poi sconfitto alle urne da D'Alfonso - si è giocata proprio sul 'ritornello' dell'abbassamento delle tasse ottenuto dal suo governo.
E tuttavia, la Legge 32 è stata impugnata dal Governo per 'sospetti di grave illegittimità'.
Il dispositivo prevede provvidenze sociali a favore dei malati oncologici e dei soggetti trapiantati, sostegno alimentare alle persone in stato di povertà e contiene la finalizzazione di risorse e la determinazione delle aliquote addizionali Irpef per l'anno d'imposta 2014 oltre che delle aliquote dell'imposta regionale sulle attività produttive. Inoltre, stabilisce delle modifiche alle leggi regionali 20/2010 - 2/2013 - 23/2014 - 24/2014. Stando al Governo, però, "va considerata la questione relativa all’esercizio del potere dell’organo legislativo regionale in casi di scioglimento dell'assemblea regionale per fine legislatura, con specifico riferimento all’approvazione della legge regionale in esame".
Cosa vuol dire? A farla breve, vuol dire che in prossimità delle elezioni i Consigli regionali hanno poteri "attenuati". E pertanto, "la legge in esame potrebbe essere ritenuta legittima soltanto laddove la sua adozione fosse giustificata dalla sussistenza di presupposti di urgenza e di indifferibilità, ovvero laddove la medesima costituisse un atto dovuto", sostiene l'esecutivo.
Non solo. "Si ritiene che la legge regionale presenti anche aspetti di illegittimità costituzionale relativamente alla disposizione contenuta nell’articolo 9, che, sostituendo l’art. 13 della l. r. n. 23 del 2014, prevede che 'le industrie insalubri, che emettono in atmosfera e che abbiano subito un provvedimento di sequestro del proprio impianto per violazioni al Testo Unico Ambientale ed al Codice Penale, al fine della riattivazione e riaccensione dell’impianto sono sottoposti a nuova procedura autorizzativa. Nelle more della nuova eventuale autorizzazione è sospesa l’attività relativa alle emissioni in atmosfera'".
Un testo che - sostengono gli uffici romani - sarebbe stato copiato da un'altra legge già impugnata.
Evidentemente, l'azione del Governo non preoccupa affatto il centrodestra. Anzi, stamane Lorenzo Sospiri ha tenuto a precisare che "non significa che non ci si possa opporre alla impugnativa o che la Legge non abbia più valore. E' bene ricordare - ha aggiunto - che la Legge regionale è stata approvata il 21 maggio del 2014, quindi nel periodo di 'prorogatio', ma non si poteva fare altrimenti poiché il Governo nazionale, attraverso il Tavolo Massicci, solo ad aprile ha riconosciuto gli equilibri di Bilancio per la Sanità autorizzando dunque la manovra. Inoltre la proposta, voluta fortemente dal Tavolo di sviluppo che comprende anche le organizzazioni sindacali, professionali e commerciali, fu approvata dall'unanimità dall'Assise regionale".
E sull'ultimo punto, Sospiri ha pienamente ragione. "Abbiamo denunciato ieri e denunciamo oggi con forza - ha incalzato il presidente della Commissione di Vigilanza del Consiglio regionale, Mauro Febbo - come l'abrogazione di questa Legge sia finalizzata a coprire quel vergognoso atto compiuto dal presidente D'Alfonso circa la compartecipazione, cioé la volontà di chiedere ai più deboli un contributo di 1.000/1.500 euro per il ticket per la riabilitazione. Inoltre, abbiamo dimostrato che l'entità di questo importo andrebbe ad incidere per l'anno 2014 (fino a dicembre) per un ammontare di 5milioni di euro mentre l'abrogazione della Legge n.32 comporterebbe un risparmio per 32milioni e 800 mila euro. Ci chiediamo allora: a cosa verranno destinati questi fondi tolti dalle tasche degli abruzzesi? Sicuramente per spendere e dare seguito alle tante promesse clientelari fatte in campagna elettorale".
Il leit motiv del centrodestra, a livello regionale così come sul piano nazionale, è sempre lo stesso: "Il Pd e il centrosinistra - anziché ridurre la pressione tributaria - continuano a tartassare cittadini e imprese rendendo ancora più difficoltoso un momento così drammatico per il nostro Paese e per la nostra regione. Il gruppo di Forza Italia si opporrà in tutti i modi possibili a questa proposta, momentaneamente ritirata, e nel prossimo Consiglio regionale verrà ripresentato lo stesso testo di Legge della n.32 lasciando lo spazio per la prima firma al presidente D'Alfonso che non potrà tirarsi indietro se davvero vuole tutelare i cittadini abruzzesi".
Restano tuttavia irrisolti i dubbi di 'grave illegittimità' sollevati dal Governo. Se è vero che ci si può oppore all'impugnativa, è vero anche che i 'sospetti' avanzati dall'esecutivo paiono difficilmente contestabili.
Camillo D'Alessandro, sottosegretario in pectore della Giunta D'Alfonso, ha parlato di menzogne vergognose, da Forza Italia e "dai protagonisti dei finti atti che hanno prodotto solo bugie, come è una bugia la riduzione delle tasse e gli altri provvedimenti contenuti nella legge 32 del maggio scorso, una legge pensata per la campagna elettorale nel disperato tentativo di apprezzarsi agli occhi sgomenti degli abruzzesi, e che oggi si mostra in tutta la sua verità, ovvero una legge incostituzionale da abrogare e da rifare".
"La legge impugnata - ha spiegato D'Alessandro - è palesemente incostituzionale, senza alcuna possibilità di difesa, perché approvata in regime di prorogatio ovvero nei sei mesi in più che Chiodi si è regalato nel vano tentativo di rimanere incollato alla sedia. Il rischio di incostituzionalità non era un'ipotesi né una sorpresa: essi sapevano benissimo della impossibilità di legiferare, anche perché ci sono già stati casi in Abruzzo, a fine legislatura del centrosinistra, in cui leggi approvate in regime di prorogatio sono state dichiarate incostituzionali".
Insomma, "hanno mentito sapendo di mentire e ora hanno solo il dovere del silenzio. Chiodi in questi anni - ha sottolineato il consigliere di maggioranza - non ha fatto altro che rinviare al futuro decisioni obbligate che oggi vengono imposte all'Abruzzo, come la compartecipazione alle prestazioni riabilitative. Un obbligo e non una facoltà: per questo, nel riscrivere la legge, dovremo garantire la copertura della compartecipazione ai pazienti in difficoltà, erogando risorse certe ai Comuni che provvederanno a garantire il pagamento delle prestazioni e dei ricoveri. Non abbiamo trovato un euro per far fronte a tale necessità perché per il centrodestra veniva prima il disperato tentativo di vincere le elezioni rispetto alla carne viva dei problemi delle persone".
Dunque, l'emendamento per cancellare la norma era conseguenza diretta dell’impugnazione del governo: "Dobbiamo cancellarla - ha detto D'Alessandro - per poterla riscrivere".
Un concetto ribadito anche dall'assessore al Bilancio, Silvio Paolucci: "Non è vero che la maggioranza voleva cancellare la riduzione delle tasse agli abruzzesi. Si tratta di un'evidente strumentalizzazione dell'opposizione di centrodestra, anche perché se la legge 32 non verrà interamente riscritta sarà impossibile renderne operative le misure. La legge approvata dalla precedente maggioranza lo scorso maggio - ha spiegato Paolucci - è stata impugnata dal Governo nazionale. Prevedeva, oltre agli interventi sulla fiscalità, anche misure a sostegno del welfare e contributi ai malati oncologici. Per quanto riguarda quest’ultimo asse, in particolare, si tratta di provvedimenti extra Lea, che non possono essere adottati da Regioni sottoposte a Piano di rientro dal deficit sanitario. E’ evidente, dunque, che non hanno alcuna efficacia. Di qui la nostra decisione di abrogare quella legge e procedere ad una revisione completa della normativa, in modo da superare l'impugnativa statale".