A pochi giorni dalla scadenza della proroga alla Manutencoop (3 ottobre), negli uffici di Palazzo Margherita si sta prendendo in seria considerazione l'ipotesi di rinunciare alla creazione di una società mista pubblico-privata per la gestione ordinaria dei Progetti Case.
Infatti dopo una prima delibera, poi accantonata, che stabiliva l'affidamento a privati già nel 2011, la via della società mista era stata aperta da un'altra delibera del Consiglio Comunale del giugno 2013, affiancata poi alla scelta di affidare ad un advisor la consulenza per redigere il nuovo bando per la gestione.
Già il sindaco Massimo Cialente aveva anticipato, qualche giorno fa, la possibilità di tornare ad una esternalizzazione completa recependo le indicazioni del Governo Renzi e vista la situazione debitoria cronica in cui versano tutte le altre partecipate. Non senza ricevere le critiche dai sindacati che vedono nella creazione della società mista per la gestione ordinaria del Case un'ancora di salvataggio per i lavoratori "in eccedenza" delle altre aziende legate al Comune.
"In questo momento, le risultanze dell'advisor, per quanto riguarda l'affidamento ad una società mista, sono al vaglio degli uffici del Comune e indicano - spiega a NewsTown l'assessore Lelio De Santis - delle criticità riguardo i tempi, le modalità e i costi, soprattutto: così, saremmo costretti a far pagare anche i proprietari. Avevamo intrapreso la strada dell'azienda partecipata principalmente per riassorbire dipendenti da altre aziende del Comune ma ora sappiamo che un'operazione di questo genere potrebbe portarci a difficoltà di ordine finanziario e alla creazione di un nuovo carrozzone".
De Santis precisa che i ritardi per l'indizione del bando dipendono dal fatto che la consulenza dell'advisor è arrivata solo quindici giorni fa. Una consulenza che, se seguita, costerà al Comune circa 70mila euro.
Secondo l'Assessore, ora Manutencoop avrà "una proroga tecnica di massimo due mesi" mentre gli uffici comunali sono già al lavoro per redigere il bando d'affidamento di soli "sei mesi, prorogabili di altri sei mesi", reso possibile "raschiando il fondo dal bilancio". I soldi infatti non ci sono, e De Santis ribadisce che per gestire le new town il Comune ha bisogno dell'aiuto dello Stato.
Quando però nel giugno 2013 passò la delibera per l'affidamento della gestione ordinaria ad una società mista, prima della consulenza dell'advisor, non mancarono i dubbi e l'opposizione delle minoranze: "Dicemmo chiaramente che così si sarebbe andati incontro a dei costi insostenibili e che non ci pareva il caso di fare una nuova società partecipata visto il disastro delle altre", spiega il Consigliere di Appello per L'Aquila Ettore Di Cesare, aggiungendo che l'orientamento del suo gruppo, ora come allora, è di "accorpare le partecipate per ottenere degli evidenti risparmi".
Di Cesare è molto critico nei confronti dell'amministrazione: "Il capolavoro politico gestionale è stato ritardare di oltre un anno la decisione sulla manutenzione e pagare un advisor per un lavoro inutile, in quanto verteva nel fare la società pubblico-privata. Il risultato è questo: da due anni si sa che il 3 ottobre scade il contratto e ancora non vedo un bando e ancora non si sa chi si occuperà della gestione".
Il consigliere ha un'idea diversa anche sul tipo di contratto: "Non è detto che bisogna fare un unico contratto di Global Service che comprenda la manutenzione di tutto, dalle caldaie agli ascensori, al verde. Se si volessero favorire artigiani locali riuniti in cooperative, si potrebbero fare più bandi per vari servizi. Normalmente infatti chi si occupa della manutenzione delle caldaie non si occupa di ascensori. Se si fa un bando generale a poter rispondere saranno due o tre aziende in tutta Italia".
A tutto ciò andrebbe comunque aggiunta la manutenzione straordinaria per cui il Comune nell'ultima seduta consiliare ha stanziato (solo) 370mila euro. "Il Comune non avrebbe dovuto accollarsi 5mila appartamenti senza conoscere le carte. Oggi sono seriamente preoccupato per un possibile default. Quest'anno L'Aquila ha ricevuto dal Governo ancora una volta un finanziamento straordinario di 24milioni circa, ma non sarà per sempre così. Con questa gestione dissennata del c.a.s.e. che antepone interessi elettorali a quelli della comunità, si va verso la strada del fallimento che vorrà dire più tasse ancora per le tasche degli aquilani".
"Dopo tre anni e migliaia di euro sprecati per l'advisor oggi sembrerebbe che amministrazione torni sui suoi passi affidando la gestione ad un privato", afferma il consigliere di minoranza Emanuele Imprudente (L'Aquila città aperta). "Assurdo - aggiunge - il tempo perso, assurdo che solo ieri si sia approvato un bilancio e già oggi si parli di affidamenti provvisori, in quanto non sono previste somme per gare con finanziamenti per almeno un paio d' anni. Si continua a vivere alla giornata".
Secondo Imprudente per quanto riguarda i Progetti Case "va trovata una forma per cui, passo passo, possano essere venduti perché il Comune non potrà mai occuparsi della manutenzione straordinaria". Sarebbe stato altresì possibile secondo Imprudente "gestire i Progetti Case insieme all'ATER, perché sono abituati a gestire questo tipo di patrimonio e perché in un'ottica di razionalizzazione è inutile ricostruire le case popolari quando già ci sono tutti questi appartamenti. Quei soldi potrebbero confluire per ricostruire altre cose".