Questa mattina, nella riunione della seconda commissione consiliare (ambiente e territorio), si è discusso di un protocollo d'intesa appena firmato da Regione Abruzzo, Provincia e Comune dell'Aquila da un lato e alcuni ministeri dall'altro (Interno, Difesa, Università e Ricerca, Giustizia, Beni Culturali, Coesione territoriale).
Il documento, che porta la data del 18 aprile 2013, prevede in sostanza la realizzazione di un nuovo polo scolastico, culturale e sportivo al posto della caserma Rossi.
Attualmente la struttura ospita il 9° reggimento alpini. Ma questi ultimi saranno presto trasferiti nella caserma Pasquali-Campomizzi per effetto dello scioglimento del 33° reggimento Acqui (di stanza proprio alla Pasquali). La Rossi, per effetto di questa riorganizzazione, è dunque destinata a rimanere vuota e inutilizzata.
L'intesa appena firmata prevede che gli edifici e le aree che finora sono stati di proprietà del demanio militare vengano riqualificati e trasformati in un campus universitario. In questo modo, proprio a ridosso del centro storico, nascerebbe un intero polo scolastico-universitario, comprendente, oltre alla Rossi, anche la zona di Colle Sapone e l'ex ospedale S. Salvatore, da poco diventato la nuova sede del dipartimento di Scienze Umane del'ateneo.
«Di protocolli di intesa come questo se ne firmano uno al giorno» dice il presidente della commissione ambiente e territorio Enrico Perilli «Bisognerà vedere se il consiglio comunale approverà il documento e, soprattutto, bisognerà vedere chi metterà i soldi, per fare cosa e in quanto tempo».
Sono proprio i soldi il nocciolo della questione. Nell'intesa (che ha validità di tre anni dal momento dell'approvazione) è scritto che “dall'attuazione del presente documento non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica […] e dei Ministeri”. Lo Stato, insomma, non potrà mettere un euro. Né è pensabile che la spesa per la realizzazione di un progetto di tale entità ricada solo sugli enti locali. Se il protocollo venisse approvato, chi sarà, dunque, a pagare?
Inoltre il progetto di riconversione della Rossi finora è stato seccamente bocciato proprio da coloro che dovrebbero diventarne i principali beneficiari, vale a dire gli studenti universitari.
«Chiediamo» dice infatti Marco Taraborelli, del CdA dell'Adsu «che la Campomizzi venga stralciata da questo piano di riorganizzazione. Per la realizzazione di 400 posti letto in questa caserma sono stati spesi, finora, 14 milioni di euro. Si tratta, vogliamo ricordarlo, di fondi pubblici. L'Adsu, inoltre, ha già programmato altri interventi per migliorare, negli anni a venire, la condizione degli studenti ospitati dalla struttura. Per la riqualificazione della Rossi, al contrario, non sappiamo né quanti soldi né quanti anni ci vorranno. Nonostante nessuno di noi sia pregiudizialmente contrario alla creazione di un nuovo polo scolastico, come rappresentanti degli studenti chiediamo che gli universitari rimangano dove sono ora, vale a dire alla Campomizzi, e che anzi a loro disposizione vengano messe nuove strutture, come ad esempio le palazzine A e B, attualmente inutilizzate»