Nel 2020 gli immigrati in Abruzzo saranno l'11% sul totale dei residenti, mente al 2013 si attestavano al 5.7% della popolazione abruzzese, pari a 74.939 unità. Il numero dei bambini stranieri con meno di 3 anni si porta dai 33.987 del 2007 ai 40.317 del 2020, con un incremento del 9%.
Questo dato interrompe l'invecchiamento della popolazione abruzzese, che vanta una percentuale tra le più alte in Italia, determinando una crescita costante della popolazione immigrata in Abruzzo, dovuta proprio al saldo naturale. Sono solo alcuni dei dati illustrati nel corso di una conferenza stampa dall'assessore alle Politiche sociali, Marinella Sclocco, e dal professor, Fabrizio Antolini, emersi grazie al progetto europeo "MMWD".
Lo studio, che si è concluso dopo un anno di lavoro, intende sostenere le Amministrazioni nella interpretazioni dei fenomeni demografici, in uno spazio temporale fino al 2020, per pianificare meglio le politiche di sviluppo territoriale. In particolare MMWD guarda a tre ambiti di intervento e alle loro interconnessioni: occupazione, istruzione e capitale umano, servizi-socio assistenziali. "C'è la necessità di conformare le nostre politiche - ha dichiarato l'assessore Sclocco - a questi nuovi scenari e calibrare il welfare tenendo conto di cambiamenti notevoli che vanno dall'invecchiamento della popolazione e nuovi servizi per l'infanzia ad una più consona organizzazione del no-profit. Constato che le linee guida sul sociale, che sono state da me presentate a tutti i soggetti coinvolti, si muovono nella giusta direzione".
Positivi sono pure gli indici della popolazione studentesca straniera che cresce nella scuola primaria di 23 punti percentuali, rispetto alla popolazione italiana che decresce del 12.7%. Trend positivo che si riconferma anche per la scuola secondaria inferiore e per gli istituti di istruzione secondaria superiore; con un balzo del 177.4% quando si parla di Università. Dato in controtendenza è anche quello sulla imprenditorialità straniera nel tessuto produttivo regionale, che lancia la performance abruzzese al quarto posto nel ranking delle regioni.
Le note dolenti riguardano invece i dati relativi alla soglia di povertà in Abruzzo, perché nel 2011 i contribuenti stranieri sono pari a 80.824, con un reddito medio di 12.058; considerato che al netto delle imposte il reddito medio si avvicina a 713 euro e che la soglia di povertà, in un piccolo paese dell'Abruzzo è di 525.65, si intuisce che l'immigrato rappresenta una fascia di popolazione a rischio povertà. Aumenta anche il tasso di severa deprivazione materiale, anche a causa dell'assenza della rete parentale, mentre decresce la spesa pubblica per migranti e nomadi passando da 35 euro ai 9 del 2010. Infine, 7.261 sono le istituzioni no-profit e 19.513 le attività di servizi erogati, la maggior parte dei quali per attività sportive, organizzazioni eventi, e spettacoli. "In questi mesi - hanno concluso Sclocco e Antolini - è stato avviato un dibattito tra Regione Abruzzo e portatori di interesse. L'economia sociale può rappresentare un cambiamento importante per riorganizzare lo stato sociale, promuovendo un sistema che sappia fare rete intorno alle esigenze degli individui".