Martedì, 02 Dicembre 2014 17:16

L'Aquila, si pagherà la Tasi sulle abitazioni inagibili. Caos in maggioranza

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Ancora due settimane, poi i cittadini italiani dovranno pagare il saldo dell'Imu, la vecchia tassa sugli immobili, e della Tasi, la nuova sui così detti 'servizi indivisibili'. E' l'appuntamento clou per la fiscalità locale di fine anno che chiamerà alla cassa milioni di contribuenti per versare circa 15 miliardi di euro.

Per l'Imu, il saldo rappresenta il primo conto fondato sulle aliquote decise dai Comuni nel corso del 2014, dal momento che l'acconto di giugno è stato pagato sulla base dei parametri stabiliti per l'anno scorso. Per la Tasi, invece, quella di dicembre potrebbe essere l'ultima comparsa, perché il Governo ha intenzione di modificare ancora le regole del gioco per introdurre nel 2015 la nuova 'tassa unica' comunale. Mentre la politica discute dell'ennesima riforma, però, i contribuenti si trovano costretti a fare i conti con le bizze del tributo. Per la prima volta, la scadenza di dicembre riguarda tutti i Comuni, sia quelli in cui si è pagato l'acconto a giugno sia quelli nei quali la prima rata è stata spostata a ottobre per il ritardo con cui sono comparse le delibere. 

A L'Aquila, come devono comportarsi i cittadini proprietari di abitazioni distrutte dal terremoto del 6 aprile? Come noto, non dovranno versare l'Imu, sospesa per norma nazionale. E la Tasi, invece? Il consiglio comunale ha fissato un'unica aliquota al 2 per mille che sugli edifici inagibili scenderebbe al 50%. Al 16 ottobre però, data di scadenza della prima rata, l'assessore al bilancio Lelio De Santis aveva invitato i contribuenti a non pagare.

"I nostri uffici - spiegò - hanno ragionato in questi termini: poiché la Tasi ha la stessa base di calcolo dell'Imu e poiché l'Imu sulle abitazioni danneggiate dal sisma, per norma nazionale, è stata sospesa, abbiamo ritenuto che le stesse abitazioni esenti da Imu fossero esenti anche dalla Tasi". Dunque, è stata sollevata la questione al Mef (il ministero dell'Economia). E, in attesa di risposte, i cittadini sono stati invitati a non pagare e a saldare eventualmente in un'unica soluzione entro il 16 dicembre (data della scadenza della seconda rata), con l'aggravio di un interesse quasi nullo (1%).

Ora, mancano due settimana alla scadenza. Risposte dal Ministero dell'Economia non sono arrivate e, dunque, se non interverrà un provvedimento legislativo urgente, i cittadini proprietari di abitazione distrutta dovranno versare le due rate della Tasi, in unica soluzione. "Ieri - spiega De Santis a NewsTown - ho avuto un incontro con il Direttore del Ministero degli Interni, dottor Gianfranco Verde che, pur confermando la correttezza delle richieste del Comune dell'Aquila, ha sottolineato la necessità che il Parlamento legiferi sulla questione prevedendo, così, le relative coperture finanziarie".

In altre parole, andrà presentato un emendamento alla Legge di stabilità che, dopo il via libera alla Camera dei Deputati, arriverà nei prossimi giorni a Palazzo Madama, oppure ad un'altra norma, sperando venga approvato e che il voto favorevole arrivi prima del 16 dicembre. Impossibile, praticamente. Anche perché, sottolinea De Santis, "al Ministero ne fanno un problema generale di risorse. Se si dovesse adottare il provvedimento per L'Aquila, andrebbe necessariamente esteso anche ai cittadini dell'Emilia Romagna e degli altri territori colpiti da calamità naturali". Insomma, bisognerà pagare la Tasi sull'abitazione distrutta, seppure dimezzata al 50%. 

"Non è corretto e giusto far pagare la Tasi ad una casa terremotata che non produce reddito. Anche se dovessero essere pochi euro", incalza l'assessore al Bilancio. "È una questione di principio e una forma di rispetto e di attenzione verso una città terremotata. Sono andato di persona al Ministero per favorire l'accoglimento delle nostre richieste, speriamo che la sollecitazione produca qualche risultato". Ma non sembra crederci affatto.

In realtà, il diniego del Ministero dell'Economia era atteso. Come spiegato a NewsTown dal tributarista Luigi Fabiani, infatti, l'analogia Imu-Tasi non regge affatto. "E' vero, la Tasi prende a base di calcolo le rendite catastali, ma non è un'imposta sulle case", ha sottolineato. "Per cui l'inagibilità non rileva. Io ho la casa inagibile ma 'godo' della manutenzione del verde al parco del Castello, della pulizia delle strade di Pettino, dell'illuminazione dello svincolo di Piazza d'Armi. Per cui la tassa sui servizi indivisibili, lo dice la parola stessa, si deve pagare".

Come si poteva evitare questo pasticcio? "Bisognava intervenire a monte sull'aliquota, modulandola, prevedendo delle esenzioni mirate o, come hanno fatto altri Comuni terremotati, sia del Cratere che di altre Regioni (come ad esempio Mirandola, in Emilia Romagna), azzerandola completamente".

 

De Santis: "Legge di stabilità: non possiamo accontentarci di una stangatina al posto di una stangata, servono risposte ai problemi dell'Aquila" 

Non c'è soltanto il problema della Tasi. "La legge di stabilità, approvata alla Camera dei Deputati, non contiene le risposte che l'Amministrazione comunale attendeva e non accoglie nessuno degli emendamenti più significativi presentati a favore della Ricostruzione sociale e materiale della Città dell'Aquila e a sostegno dell'azione amministrativa del Comune", incalza l'assessore De Santis. Rimangono irrisolte diverse questioni. Innanzitutto, il rinnovo del personale precario, con i contratti in scadenza il 31 dicembre. "Sono molto preoccupata", ha dichiarato l'Assessora al personale Elisabetta Leone. "Si tratta di 55 dipendenti, impiegati tra gli asili nido, l'assistenza alla popolazione e la ricostruzione, cui si aggiungono anche i dipendenti di Abruzzo Engeneerig. Un lavoro fondamentale, il loro, che garantisce al sistema della ricostruzione di non rallentare e ai progetti già cantierabili di partire col conseguente aumento del Pil locale come di quello Regionale". 

La senatrice Stefania Pezzopane ha già spiegato che riproporrà l'emendamento bocciato dalla Camera all'attenzione di Palazzo Madama. Sperando venga accolto. Altrimenti, ci troveremo di fronte ad una situazione difficilmente gestibile che comporterà oltre agli inevitabili ritardi di tutto il sistema anche la riduzione dei servizi per i cittadini. Pezzopane presenterà di nuovo anche l'altro emendamento bocciato a Montecitorio, sullo smaltimento delle macerie.

Ci sono poi altre due questioni assolutamente dirimenti: la prima, riguarda il Fondo straordinario che, per l'anno 2014, ha assicurato al Comune dell'Aquila 24.5milioni, per le minori entrate e i maggiori costi sostenuti a causa del terremoto. A sentire l'assessore De Santis, per l'anno venturo il fondo potrebbe essere inferiore. "Si sta tagliando in modo orizzontale, temo succederà anche per il Fondo. Il Governo intende procedere normalizzando la situazione: purtroppo, però, il Comune dell'Aquila continua ad avere minori entrate riferibili al post sisma e spese ingenti, per le new town così come per lo smaltimento dei rifiuti. Dunque, ho chiesto venga assicurato lo stesso importo dell'anno passato". Non c'è alcuna certezza, però.

Così come non ci sono certezze nel merito del Fondo di solidarietà comunale. "Già l'anno passato, il Fondo è stato decurtato di circa 3milioni per un errato computo dei trasferimenti statali, che ha incluso anche quelli per la ricostruzione", spiega ancora De Santis. "Abbiamo chiesto che il Fondo venga correttamente ricalcolato".

Staremo a vedere. E' certo, però, che l'assessore al bilancio del Comune dell'Aquila non condivide affatto i giudizi positivi sulla Legge di stabilità espressi, giusto ieri, dalla senatrice Pezzopane, del deputato Castricone e dal vice presidente della Giunta regionale, Giovanni Lolli, "autorevoli rappresentanti del Partito Democratico" che avevano parlato di "stangata a metà per i Comuni del cratere, nel vedersi tagliare i fondi solo per il 50% rispetto agli altri Comuni". E sottolinea che "un Governo serio ed attento alla ricostruzione di una importante Città Capoluogo di Regione poteva e doveva assicurare di portare a conclusione l'iter della Legge approntata dall'allora sottosegretario Legnini". Slittata ai primi mesi del 2015. "C'è da augurarsi che il Governo si ravveda e consenta al Senato di rimediare, dando maggiori certezze alla ricostruzione dell'Aquila e dei Comuni del Cratere", ha incalzato De Santis.

 

Masciocco: "Non comprendo da dove derivi l'ottimismo del Pd cittadino"

Una presa di posizione condivisa dal capogruppo di Sel in Consiglio comunale, Giustino Masciocco. "Non comprendo da dove derivi l'ottimismo che il Pd aquilano diffonde in città in questi giorni. A guardare la Legge di stabilità varata dal Governo e approvata dalla Camera, infatti, si comprende bene che vi sono aspetti di grave criticità sia in riferimento alla ricostruzione della città dell'Aquila e dei Comuni del cratere sismico, sia in riferimento alle finanze e alla possibilità di programmazione degli enti. Il tutto con evidenti, drammatiche ricadute su molteplici aspetti che riguardano i comparti del sociale, dei servizi essenziali ai cittadini, dell'occupazione, dell'economia e della vita stessa dei territori colpiti dal sisma. La verità è che il Governo appare sempre più lontano dalla nostra città e dai suoi problemi". Dunque, l'affondo: "Se i rappresentanti del Pd sono in possesso di informazioni diverse li esorto a fornirle, spiegando da dove derivi tanto ottimismo, a fronte dell'evidenza dei fatti. Qui non si tratta più di cercare di vedere il bicchiere mezzo pieno. Qui il bicchiere non c'è proprio".

 

Cialente: "Senza l'approvazione degli emendamenti in Senato, i Comuni sono in ginocchio"

Più cauto il sindaco Massimo Cialente: "Apprezziamo alcune delle misure, contenute nella legge di stabilità nazionale, che riguardano i Comuni del cratere e, ancora una volta, esprimiamo gratitudine e siamo tranquillizzati per i 6 miliardi stanziati per la ricostruzione". Tuttavia, il primo cittadino non manca di esprimere "grande preoccupazione per la mancata approvazione, alla Camera, di alcuni emendamenti decisivi, in parte peraltro concordati con il Ministero dell'Economia e della Finanza, relativi a questioni che per noi sono centrali. Mi riferisco, in particolare – ha proseguito Cialente – alla questione dello smaltimento e del monitoraggio delle macerie derivanti dalla ricostruzione di edifici pubblici, importante anche e soprattutto alla luce delle recenti indagini della Procura, così come alle norme per il personale precario dei Comuni del cratere e per garantire gli equilibri finanziari dei Comuni colpiti dal sisma e della Provincia dell'Aquila. Se questi emendamenti non dovessero essere nuovamente inseriti nella discussione in Senato e successivamente approvati, tutti i Comuni del cratere, e certamente quello dell'Aquila, non saranno né in condizione di predisporre un bilancio di previsione che possa andare al di là del mero pagamento degli stipendi ai dipendenti e delle spese obbligatorie, né di mandare avanti il processo della ricostruzione, che vede il fondamentale impiego di lavoratori precari, né tantomeno di mantenere alcuni servizi sociali come quello degli asili nido".

"Sappiamo dell'impegno del presidente della Regione Luciano D'Alfonso e dei senatori Pezzopane e Chiavaroli - sottolinea Cialente - ma siamo molto preoccupati. Temiamo che vi sia una grave sottovalutazione di una situazione difficilissima. Situazione che, con inenarrabili difficoltà, le Amministrazioni comunali e gli Uffici speciali stanno cercando di portare avanti, sovraccaricandosi, peraltro, di responsabilità enormi".

 

Liris, un problema di governance

Un problema di governance, innanzitutto, a sentire il vice presidente regionale e capogruppo in Consiglio comunale di Forza Italia, Guido Quintino Liris. "La sinistra non parla più di una legge che, fino a qualche tempo fa, sembrava centrale per la ricostruzione dell'Aquila e del Cratere. Che fine ha fatto la bozza Legnini? Lo stesso vicepresidente del CSM è fortemente imbarazzato dal comportamento dei suoi 'compagni' di partito. Manca la tanto auspicata 'cabina di regia' a Roma; dopo il pensionamento di Mancurti nessuna struttura si occupa dell'Aquila e della sua ricostruzione. Ciò che è più grave è che tutto ciò avviene nel silenzio generale, in particolare di chi rappresenta apicalmente le istituzioni a livello nazionale e locale. Si continua ad aspettare Renzi e, intanto, tra non molto, gli aquilani saranno costretti a pagare la TASI sulle case inagibili: il Consiglio Comunale su mia proposta qualche mese fa votò una mozione che impegnava il Sindaco a far inserire una norma ad hoc nella redigenda Legge della Ricostruzione. E invece, nulla. Chiedo agli esponenti della sinistra e in particolare del PD di riprendere in mano la legge, di condividere la stessa con tutte le forze politiche e con tutti i rappresentanti istituzionali (e non) del Cratere: è necessario rimettere in piedi la Governance della Ricostruzione, è necessario re-istituire a Roma una cabina di regia dedita a L'Aquila, una struttura operativa interlocutrice costante del nostro territorio, è necessario fare chiarezza su competenze e responsabilità per evitare che si continui a rimanere nell'equivoco e nella confusione. La mia preoccupazione è che l'assenza di responsabilità diventi in futuro l'alibi per la mancata Ricostruzione".

Ultima modifica il Mercoledì, 03 Dicembre 2014 23:43

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