Giovedì, 29 Gennaio 2015 15:59

Ricostruzione, alle frazioni solo le briciole: erogato appena il 5% dei contributi

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Il Comune dell'Aquila non sta rispettando gli impegni sulla ripartizione dei fondi per la ricostruzione prevista dal cronoprogramma e dalle altre delibere consiliari. Una mancata ottemperanza che sta penalizzando soprattutto le frazioni e i loro centri storici, dove la situazione si è fatta insostenibile.

A denunciarlo sono i consiglieri comunali di centrodestra Daniele Ferella (Tutti per L'Aquila), Luigi D'Eramo (Prospettiva 2022), Giorgio De Matteis e Emanuele Imprudente (L'Aquila città aperta).

"Ho fatto un accesso agli atti" ha spiegato Ferella "per chiedere quanti soldi sono stati dati nel 2014 al centro storico dell'Aquila e quanti ai centri storici delle frazioni. Ebbene, su 368 milioni erogati, solo 20 sono stati destinati alle frazioni, il che vuol dire, in termini percentuali, appena il 5% del totale. Ma il rapporto doveva essere del 60 a 40".

Il problema, sostengono Ferella e gli altri consiglieri, non è solo l'esiguità dei trasferimenti ma anche il fatto che il Comune non sta tenendo conto del cronoprogramma, in base al quale alcune frazioni dovevano avere la priorità su altre.

"All'interno dei 20 milioni" ha precisato Ferella "ci sono anche 650mila euro per Pettino, che però non ha il centro storico, e contributi a frazioni come Assergi, Aragno, Monticchio, Foce di Sassa che però la delibera 122 non avevai individuato come prioritarie. Come sono usciti fuori questi numeri? Evidentemente si tratta di vecchie procedure o delle conseguenze di ricorsi al Tar vinti dai proprietari". Qualunque sia il motivo, comunque, secondo Ferella "siamo di fronte al fatto che la programmazione che si era data il Comune non è rispettata e che alcune situazioni si stanno trascinando per inerzia".

"Prendo atto" ha affermato ancora Ferella "che negli ultimi tempi c'è stata una presa di coscienza sulla situazione delle frazioni anche da parte di associazioni e ordini professionali, come Onna Onlus e l'ordine degli ingegneri. Vorrei però chiedere a Onna Onlus, che ha scritto al sottosegretario De Micheli, di fare anche nomi e cognomi dei politici e degli amministratori che avevano fatto determinate promesse".

Questa lenta agonia, secondo Ferella, sta condannando le frazioni allo spopolamento e presto condurrà al fallimento tantissime piccole e medie imprese edili, che hanno la loro sede, il loro naturale raggio d'azione e il loro giro d'affari proprio nei piccoli paesi: "Se la ricostruzione nelle frazioni non partirà al più presto, unitamanete al fatto che non sta funzionando il pagamento dei Sal, l'80% delle imprese edili medio piccole di questa città nel giro di un anno chiuderà. Il motivo è semplice: si tratta di imprese che con molta difficoltà potranno lavorare nel centro storico dell'Aquila, per mancanza di requisiti, ma il cui ambito naturale è proprio quello delle frazioni. Un fallimento di queste aziende, considerato anche l'indotto, ossia subappaltatori e fornitori, significherebbe la perdita di 600 posti di lavoro. Nelle frazioni, poi, viveva più della metà degli abitanti dell'Aquila, non possono esistere cittadini di serie A e serie B".

Anche secondo Emanuele Imprudente si è giunti al punto di rottura: "I cittadini non ne possono più, basta farsi un giro nei paesi e ascoltare quello che dicono tante persone. Se non si cambia rotta subito, presto questa situazione scoppierà".

Ecco la lista dei contributi erogati nel 2014 ai centri storici delle frazioni:

Aragno: 740mila
Arischia: 387mila
Assergi: 83mila
Bagno grande: 410mila
Civita di Bagno: 458mila
Colle di Roio: 504mila
Collebrincioni: 512mila
Foce di Sassa: 215mila
Monticchio: 669mila
Onna: 536mila
Paganica: 1 milione
Pescomaggiore: 418mila
Pettino: 646mila
Poggio S. Maria: 42mila
Preturo: 22mila
Roio Piano: 4milioni e 400mila
Roio Poggio: 2 milioni
Santa Rufina: 745mila
Sant'Angelo: 4 milioni 500mila
Sant'Elia: 1 milione
Tempera: 799mila

 

 

Ultima modifica il Giovedì, 29 Gennaio 2015 17:15

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