L’ennesima giornata frenetica, tra minacce di moti di piazza e notizie frammentarie in arrivo da Roma. Ci ha pensato il sindaco, Massimo Cialente, ad alzare di nuovo i toni della protesta nella tarda mattinata di ieri: "gli aquilani sono pronti a tornare ai moti del febbraio del 1971 quando per difendere L'Aquila capoluogo riuscirono a cacciare dalla città celere e carabinieri in tenuta antisommossa. Questo lo vogliamo ricordare".
"Ritengo che il governo stia sottovalutando la situazione dell'ordine pubblico che potrebbe precipitare da un momento all'altro – ha detto il primo cittadino - è l'ultima volta che lo segnalo. Mi aspetto in tempi brevi dopo la minaccia della mia rimozione e dello scioglimento del Consiglio comunale, l'arrivo della celere che, come successo nel 1971, non ci fa paura".
Qualche ora dopo, l’annuncio della senatrice Stefania Pezzopane: “le commissioni 8a e 13a hanno approvato il testo del decreto legge sulle emergenze, che approderà ora nell'Aula del Senato. Abbiamo smosso le montagne. Fino a stanotte sembrava tutto nero, ma il lavoro costante e impegnativo e l'appoggio incondizionato dei miei colleghi senatori, del Pd e non solo, hanno consentito di ottenere risultati fino a ieri impensabili. So benissimo che dovremo continuare ad impegnarci, perché quanto ottenuto non è sufficiente, ma nel decreto emergenze siamo riusciti ad inserire il principio che la ricostruzione dell'Aquila e dei comuni del cratere è una questione nazionale che merita una legge ed una programmazione di risorse nel tempo”.
Ai microfoni di NewsTown, la senatrice ha poi chiarito che era arrivato il via libera al finanziamento da 1.2 miliardi di euro per la ricostruzione, ottenuti grazie all’aumento delle imposte di bollo: "non siamo riusciti a convincere la Ragioneria dello stato e il Ministero dell’economia a rendere i fondi subito disponibili, resta l’impossibilità di gravare sul processo di indebitamento”.
Insomma, considerati i pareri negativi emersi nelle scorse ore meglio accontentarsi: 98.6 milioni saranno disponibili per il 2013, 197.2 dal 2014 al 2019. “E' un primo passo importante. Su questo svilupperemo un'ulteriore iniziativa, per consentire la possibilità di anticipazione bancaria, con il sistema della convenzione Abi-Comuni".
“Inoltre – ha aggiunto Pezzopane – abbiamo ottenuto l'approvazione di un altro emendamento, acquisito dal governo, che acconsente alla deroga ai vincoli del patto di stabilità per 30 milioni di euro per gli investimenti degli enti locali del cratere. Approvata anche la proposta, nella sua quarta versione, per la proroga dei precari dei Comuni e della Provincia dell'Aquila che sono stati impegnati nella ricostruzione. Lo stanziamento in questo caso è 2 milioni 780 mila euro. Sono stati accolti, inoltre, emendamenti per il sostegno al Comune e alla Provincia dell'Aquila per l'affitto delle sedi provvisorie, nuove regole per l'assistenza alla popolazione, così come richieste dal sindaco Cialente, ed inoltre nuove misure per l'accelerazione delle procedure”.
Piccolissimi passi avanti, in altre parole. Se è vero che qualche risultato è stato ottenuto, è assolutamente insufficiente. Ed infatti il sindaco Cialente, in serata, annuncia che la mobilitazione non può dirsi certo esaurita: “le notizie arrivate da Roma tracciano indubbiamente un quadro meno oscuro di quello che si andava delineando nelle prime ore della mattina, quando il Governo bocciava pretestuosamente tutti gli emendamenti proposti dal Comune dell'Aquila per poter affrontare le emergenze legate, in particolare, all'assistenza alla popolazione. Nell'esprimere soddisfazione per questi risultati, devo rimarcare che questo altalenare di promesse o di posizioni contrarie, ci costringe ad un lavoro massacrante e snervante, ben diverso dal trattamento che è stato riservato alla vicenda Emiliana e che ha trovato tutt'altra solidarietà istituzionale”.
Poi, l’affondo: “per quanto riguarda l'emendamento di 1.2 miliardi, spalmato su 6 anni, devo rilevare che, a tutt'ora, non è ancora chiaro se i proventi dell'aumento delle marche da bollo relative al 2013 pari a 98mln di euro siano stati assegnati al finanziamento delle missioni militari all'estero oppure siano stati assegnati al Cratere. Ciò non toglie che io debba esprimere ancora la mia insoddisfazione nel segnalare, per l'ennesima volta, la necessità assoluta che una parte di questi fondi (che ricordo essere stata da me chiesta per il Cratere quando al Comune dell'Aquila occorrono subito 800 mln) debba essere resa anticipabile con cassa e competenza negli anni 2013-2014 e 2015, unico modo per rispettare il crono-programma del Comune dell'Aquila, condiviso dal Presidente Letta che si è impegnato a rispettarlo finanziandolo di anno in anno per la somma prevista. Altrimenti, 200mln l'anno, in 6 anni, saranno del tutto insufficienti per ricostruire in tempi compatibili con le scelte di vita e le speranze dei cittadini”.
Tra il botta e risposta di dichiarazioni, resta lo sconforto di una città che fa fatica oramai a capire quale sia davvero la situazione, la preoccupazione per le scelte di un Governo che a parole indica la ricostruzione come una delle priorità della sua azione per poi negare i finanziamenti necessari, lo smarrimento di una amministrazione evidentemente non in grado di affrontare una situazione che si fa sempre più complicata.
Inutile nascondersi dietro l’ennesima minaccia urlata dal primo cittadino. E’ giusto che la città sappia cosa sta accadendo, cosa hanno deciso le commissioni, quali emendamenti hanno approvato, chi ha provato a bocciarli, cosa voteranno i senatori in aula. In Italia, l'iter legislativo del Parlamento è accessibile solo a metà e nella metà nascosta i lavori della fase deliberativa, quella in cui un progetto di legge passa in commissione per essere discusso e votato, non sono pubblici. I regolamenti di Camera e Senato vietano la pubblicazione dei resoconti stenografici delle discussioni, le presenze dei parlamentari e i loro voti. Conosciamo solo l'esito del voto, ma chi e perché ha votato in un certo modo non è dato saperlo.
“Questo pezzo mancante è la scatola nera su cui invece è importante fare luce”, scrive l’associazione Openpolis, che ha lanciato la campagna Parlamento Casa di Vetro. “In commissione si svolge una parte qualitativamente e quantitativamente preponderante del lavoro parlamentare, senza la quale non è possibile ricostruire una relazione completa di fiducia e responsabilità tra elettori ed eletti in quella parte cruciale del processo democratico che è il momento in cui si fanno le leggi”.
Recuperare questo pezzo mancante è l'obiettivo della campagna: “per aprire i lavori delle commissioni è necessario modificare i regolamenti e passare al voto elettronico. Parliamo di provvedimenti di riforma a costo zero, che possono essere immediatamente attuati e che hanno un beneficio sostanziale in termini di trasparenza e di democrazia”.
Provvedimenti che avrebbero permesso ai cittadini aquilani, nella giornata di ieri, di seguire i lavori delle commissioni e di conoscere cosa stava realmente accadendo. Non dovremmo essere costretti ad inseguire le dichiarazioni dii parlamentari e amministratori locali per provare a ricostruire decisioni che avranno conseguenze importanti sulla vita di ognuno di noi. Per questo è fondamentale sostenere la campagna. Molti Deputati e Senatori hanno aderito, ma siamo ancora lontani dai numeri necessarine: ne mancano 187 alla Camera e 114 al Senato. Bisogna arrivare alla maggioranza. Un appello potrebbe partire proprio da L’Aquila.