Giovedì, 26 Febbraio 2015 13:12

Rinnovo cariche PNGS, L'Aquila scavalcata. Cialente annuncia ricorso

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"Siamo dinanzi ad una forzatura delle procedure tecnico amministrative, e ad una chiara provocazione politica".

Con queste parole, l'assessore ai 'turismi' del Comune dell'Aquila, Lelio De Santis, ha inteso commentare stamane, in una conferenza stampa convocata con il sindaco Massimo Cialente, il rinnovo degli organi della Comunità del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Lega, a margine dell'assemblea che si è tenuta martedì 24 febbraio, ad Assergi.

Come noto, il sindaco di Calascio Antonio Matarelli è stato eletto presidente della Comunità: alla vice presidenza, Daniele Palumbi, primo cittadino di Torricella Sicura (Teramo). L’assemblea ha provveduto anche a designare il proprio quarto ed ultimo rappresentante in seno al Consiglio Direttivo del Parco, nella persona del Sindaco di Civitella del Tronto (TE), Cristina Di Pietro. "Un ulteriore e importante passo in avanti è stato compiuto nella direzione di assicurare una più efficace governance all’area protetta", aveva sottolineato il presidente del Parco, Arturo Diaconale, a fine assemblea.

Un passo che non è piaciuto affatto al Comune dell'Aquila.

"La Comunità del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga ha un importante ruolo di indirizzo e coordinamento", ha ricordato De Santis. "Inspiegabilmente, il Comune dell'Aquila - che ha più territorio e da più abitanti al Parco - è stato completamente scavalcato. Una provocazione politica, oltre che una chiara infrazione delle procedure tecnico amministrative".

La Comunità è costituita da 58 membri, a rappresentare i 44 Comuni che fanno parte del Parco, le 6 comunità montane, le 5 province e le 3 regioni su cui insiste l'area. "Il rinnovo degli organi - ha incalzato Lelio De Santis - è avvenuto alla presenza di soli 23 membri, e dentro i 23 voti ben 6 erano per delega. Una procedura nient'affatto consentita".

Per questo, la Giunta comunale ha deciso di impugnare gli atti riferiti all'assemblea del 24 febbraio e, così, i precedenti, presentando ricorso al Tar. Non solo. Il sindaco Cialente ha già scritto al Ministero dell'Ambiente affinché venga congelata la ratifica delle nomine.

"O si cambia o il Comune dell'Aquila dirà basta all'attuale gestione del Parco che è diventato peggio di una Comunità Montana", ha sottolineato il sindaco dell'Aquila Cialente. "Con sotterfugi tra sindaci, decisioni prese in stanze chiuse, senza un dibattito serio sulla governance. Siamo dinanzi ad un problema politico", ha continuato il primo cittadino. "Probabilmente, si è voluto risolvere rapidamente un problema, accontentando coloro che avevano alzato la voce contro l'ente".

Chiaro il riferimento: il presidente eletto, Antonio Matarelli, nelle scorse settimane si era scagliato violentemente contro l'approvazione di un bilancio che aveva definito "assolutamente negativo" sia dal punto di vista "politico che programmatico".

"Il Comune dell'Aquila non chiede poltrone", ha inteso ribadire Cialente. "Piuttosto, vorremmo discutere degli indirizzi politici del Parco. Su quali base politiche sono stati rinnovati gli organi della Comunità? E' nel programma del nuovo direttivo l'approvazione del Piano Territoriale che manca da 14 anni? Come si fa a scavalcare completamente il Comune capoluogo di Regione e che molto sta investendo sul rilancio del Gran Sasso? Viene da pensare che al Parco non interessi la città dell'Aquila. Così, non si può andare avanti. Servono regole chiare e, soprattutto, è necessario un dibattito politico serio".

"L'ente Parco - ha ricordato l'assessore De Santis - è stato istituito con la Legge 394 che ha cambiato le impostazioni della politica ambientale, promuovendo il connubio tra tutela e sviluppo e non le ingessate politiche protezionistiche. E' la via che intende perseguire il Comune dell'Aquila, puntando sulla tutela come forza di sviluppo. Al contrario, la governance del presidente Diaconale ha totalmente disatteso i principi della Legge. Basti ricordare le battaglie combattute dal Comune dell'Aquila per mettere in piedi anche piccole iniziative. C'è stata una visione soltanto protezionistica. E non si può continuare così".

Insomma, la situazione è molto tesa. Sullo sfondo, il Piano Industriale per il rilancio del Gran Sasso, istruito dal Comune dell'Aquila e ancora chiuso in un cassetto. L'ultimatum dell'amministrazione è chiaro. Non resta che attendere le consuguenze del ricorso al Tar e, soprattutto, la decisione del Ministero che dovrà decidere se ratificare o meno le nomine.

 

Ultima modifica il Giovedì, 26 Febbraio 2015 19:11

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