Mercoledì, 12 Giugno 2013 10:31

"L'Aquila per le donne", uno sguardo di genere sulla ricostruzione

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Il progetto “L'Aquila, città per le donne – Percorsi partecipativi per una lettura di genere della realtà urbana” compie il suo secondo passo pubblico dopo la presentazione nella sede del Consiglio Comunale il 20 maggio scorso. Sarà presente con uno stand informativo al Salone della Ricostruzione dal 13 al 16 giugno. Domenica 11 nella Sala Munari ci sarà un momento di riflessione e dibattito dal titolo “La città per tutti - Le donne desiderano, riflettono, progettano”, a cui prenderanno parte l’assessore alla Ricostruzione, urbanistica e pianificazione territoriale del Comune dell'Aquila, Pietro Di Stefano, il presidente Ance L'Aquila, Gianni Frattale, e le due architette del progetto, Claudia-Pia Ranucci e Ileana Santone.

Un secondo momento di presentazione pubblica per approfondire il senso di questo intervento. Ma cosa significa costruire una “città per le donne”? Tutto nasce dal guardarsi intorno, dal capire dove si vive domandandosi cosa potrebbe migliorare il contesto e cosa possiamo noi fare per realizzarlo.

Gli insiemi di questi sguardi, desideri e impegni devono concorrere a disegnare i luoghi, ovunque, e a L'Aquila con grande urgenza. E' innegabile che sguardi e idee sulla città e sull'abitare da tenere particolarmente in considerazione sono quelli delle donne. Perché non lo si è mai fatto prima (le città sono state pensate e costruite prevalentemente da uomini) e soprattutto perché le donne vivono, più degli uomini, le città. Si spostano di più nell'arco di una giornata, usano di più i mezzi pubblici, usufruiscono di una molteplicità di servizi, hanno una diversa percezione dell'abitare.

Non sono riflessioni inedite, già dagli anni '80 in Europa sono state introdotte discipline come la geografia e l'urbanistica di genere e la conferenza Habitat II tenuta ad Istanbul nel 1996 ha invitato i governi nazionali a introdurre un approccio di genere a proposito di insediamenti umani. Esperienze virtuose sono in sperimentazione in molte municipalità europee come Bolzano, Vienna, Pamplona, incentivate dalle amministrazioni locali, altre prendono forma dall'impegno di associazioni e privati.

Tutte dimostrano come dare la parola alle donne sull'abitare significa realizzare luoghi migliori, efficienti, più coesi e sicuri, per tutti. A L'Aquila l'idea di provare a far parlare un linguaggio più gender sensitive alla ricostruzione materiale e socio-economica è venuto a un gruppo di donne: Laura Tinari, imprenditrice , Ileana Santone e Claudia-Pia Ranucci architette, Chiara Mastrantonio psicologa, in collaborazione con Actionaid. L'Ong internazionale ha infatti avviato nel 2011 il programma internazionale “Le donne e le città” in cinque paesi del mondo e realizzato una sua prima sperimentazione in Italia a Reggio Calabria e Crotone.

Attorno a loro si sono riunite numerose istituzioni ed enti che ci hanno creduto, anche se la ricerca di fondi per garantire la totale realizzazione del progetto ancora non si è conclusa. Il progetto prevede l'avvio di un percorso partecipativo rivolto alle residenti di due quartieri della città, estremamente diversi tra loro: il Torrione e l'area del Progetto C.a.s.e. di Sant'Elia. Le donne saranno chiamate a esprimersi sui loro quartieri e ad elaborare insieme proposte. All'aspetto urbanistico si lega infatti strettamente quello sociale. Avviare questi percorsi significa anche offrire un luogo di incontro e scambio a comunità “nuove” perché fortemente dislocate e disperse dopo il sisma, che hanno bisogno di ritrovarsi e occuparsi, insieme, del “bene comune”, a partire da quello che hanno più vicino: il proprio isolato, il proprio quartiere, la propria città.

Alla fine di questo percorso chiederemo alle donne di concretizzare sogni e bisogni in una richiesta che affideremo nelle mani di giovani studentesse di architettura (e corsi similari) per “toccare con mano” la realizzazione delle nostre idee. Il progetto prevede anche l'organizzazione di “safety walk”, camminate collettive, specialmente di notte, per riappropriarsi di luoghi della città e strapparli al degrado e all'abbandono. Perché luoghi vivi e vivibili sono luoghi sicuri.

Ma la rinascita sociale è anche rinascita economica e occupazionale. “L'Aquila città per le donne” vuole affrontare anche questa tematica offrendo momenti di riflessione cittadini sulle migliori pratiche per garantire sia l'occupazione femminile sia che le aziende del territorio facilitino l'emersione delle migliori professionalità femminili presenti, applicando un buon “bilinguismo di genere” anche in ambito aziendale. Un progetto ambizioso che ha bisogno dell'aiuto di tutti. Delle donne aquilane che devono mettere in gioco loro stesse e i loro saperi ma anche delle istituzioni e aziende del territorio che devono crederci.

Perché L'Aquila in questo particolare momento storico ha fortemente bisogno del cuore, della testa e dell'impegno di tutte e tutti per divenire una città migliore, “smart” nel senso profondo del termine ovvero rispondente ai reali bisogni di chi la vive.

 

Sara Vegni - Actionaid L'Aquila

Ultima modifica il Mercoledì, 12 Giugno 2013 11:06

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