I moduli abitativi provvisori costruiti ad Onna dopo il sisma del 2009 dalla Croce Rossa e dalla Provincia di Trento insistono su dei terreno privati che, a differenza di tutti gli altri dove pure sono sorti progetti C.a.s.e. e M.a.p, non sono stati espropriati.
Non è affatto cosa segreta che il Comune, appena dopo il terremoto, abbia stretto con il marchese Fabrizio Pico Alfieri, proprietario di quei terreni, un comodato d'uso gratuito per tre anni. Si tre anni, incredibile ma vero. E poi? Dopo una proroga di soli tre mesi, dovuta essenzialmente alla concomitanza con le elezioni comunali, il comodato è scaduto il 31 maggio 2012.
Risultato: attualmente gli abitanti dei Map di Onna sono praticamente degli occupanti abusivi.
Il Marchese Pico Alfieri ha fatto causa al Comune dell'Aquila.Secondo il contratto, infatti, il terreno doveva essere restituito così com'era alla sua scadenza. Un accordo assurdo, tanto quanto l'idea che Onna sarebbe stata completamente ricostruita in tre anni. Di questo si è discusso ieri nella quinta commissione consiliare presieduta dal consigliere Raffaele Daniele e a cui erano presenti, tra gli altri, anche il Segretario Generale del Comune dell'Aquila Carlo Pirozzolo e l'ingegner Antonio Gabrielli di nuovo coordinatore dell'appena ripristinato ufficio espropri.
Ora il Comune ha intenzione di procedere all'esproprio per motivi di pubblica utilità, pagando il terreno come agricolo, cioè 10euro a metro quadro per un totale di 630mila euro. La famiglia nobiliare aquilana, che conta molte altre proprietà anche in città, chiede per l'indennizzo circa 10volte di più - 5milioni di euro, più o meno - valutando il terreno come edificabile.
I moduli abitati provvisori, tra l'altro, non appartengono neanche al Comune dell'Aquila.
La vertenza è la stessa di molti altri terreni "agricoli" su cui insistono villaggi C.a.s.e. e M.a.p. e c'è chi, come il consigliere Enrico Verini, ricorda che in altre occasioni la magistratura alla fine abbia deciso per un prezzo che si avvicina a quello di un terreno "edificabile", anche se non in pieno.
Un rischio per il Comune dell'Aquila che, però, attendendo il terzo grado di giudizio, sarà scaricato probabilmente su un'altra amministrazione.
Ma perché ad Onna e solo ad Onna si è optato per la formula del comodato d'uso, peraltro di tre anni?
"Pica Alfieri aveva fatto un grande atto di liberalità verso la città. Oggi ci vede qualcos'altro ed ha iniziato una procedura legittima per difendere i suoi interessi se si sente danneggiato - prova a rispondere il consigliere Giustino Masciocco durante la commissione - Nessuno vuol negare la necessità di un contributo a Pica Alfieri. Il comodato d'uso è qualcosa che il Sindaco ha subito, ma questa scrittura privata che tutti pensavano potesse essere prorogata ulteriormente, nulla toglie al fatto di poter espropriare ora come per gli altri.".
Secondo il Comune, tramite Pirozzolo e Gabrielli, ora i soldi per l'esproprio ci sono e sono sempre quelli della delibera CIPE. Non è d'accordo sull'utilizzo di quei fondi a tal scopo il consigliere Daniele Ferella che ha sottolineato, tra l'altro, come al ministro Barca sono stati chiesti ben 2milioni di euro per sanare la situazione. Più di quanto dichiarato dai dirigenti del Comune (650mila euro).
Enrico Verini, candidato sindaco per Fli e consigliere Comunale, ha chiesto l'intervento alla Corte dei conti per valutare se da parte del Comune ci sia stata una condotta imprudente nel gestire una situazione che, a suo dire, espone i cittadini ad un rischio futuro: "Pica Alfieri non lascerà nulla di intentato e il Comune percorrendo la via dell'esproprio potrebbe finire per pagare molto di più. Ha senso pagare così tanto per dei moduli che sono definiti provvisori e per manufatti che non sono del Comune? Il Comune sarà in grado di gestire e mantenere tutti questi edifici e proprietà che sta acquisendo?"
Se il Comune non espropriasse, però, dovrebbe cedere il terreno com'era al proprietario. E che fine farebbero le famiglie? Già perché prima delle carte, in questa situazione che ha dell'incredibile, ci sono delle famiglie che hanno perso tutto. Davvero triste che si trovino coinvolte, loro malgrado, in una situazione del genere, per delle valutazioni sbagliate fatte nell'immediato dopo sisma.
Che il villaggio di Onna avesse avuto delle attenzioni particolari da parte di chi gestiva l'emergenza, era stato chiaro. Certo restano senza spiegazioni alcuni passaggi. Oltre il comodato d'uso non si capisce un'altra eccezione come quella dell'assegnazione degli alloggi gestita direttamente dalla Croce Rossa di Maria Teresa Letta. Da notare anche come nel contratto venga formalizzato che la famiglia Pica Alfieri si riservi tre unità abitative come alloggio per sé e i suoi familiari.
Un pastrocchio insomma, dettato probabilmente dalla fretta e dalle particolari esigenze di chi teneva i fili dell'emergenza in quel periodo, che ha portato il Comune a sbagliare. Terreni agricoli che probabilmente tali sarebbero rimasti senza sisma, potrebbero essere pagati oggi molto di più ai legittimi proprietari che in un primo momento erano apparsi come magnanimi.
Non è un caso che dopo averlo chiuso, Cialente abbia ripristinato l'ufficio espropri. Tra tutti, quello alla famiglia Pica Alfieri deve fare parecchio paura al Sindaco.