"La Regione, guidata da quel succhiasangue di D'Alfonso, ha avuto l'ardire di chiedere indietro ai contribuenti abruzzesi le tasse che il governo Chiodi aveva tagliato. Siamo alla vergogna, oltre che alla pazzia".
E' un vero e proprio fuoco di sbarramento quello alzato dai consiglieri regionali di Forza Italia contro la giunta di centrosinistra.
Gli azzurri accusano D'Alfonso e l'assessore al Bilancio Paolucci di aver cancellato il taglio da 32 milioni di euro delle addizionali Irpef regionali e dell'Irap sulle aziende agricole decretato dalla giunta Chiodi con la legge 32 del 2014.
"Quella legge - afferma Lorenzo Sospiri - è stata bocciata dalla Corte costituzionale perché approvata nel periodo cosiddetto di prorogatio del Consiglio regionale. Ma quel taglio non avremmo potuto farlo prima perché avevamo bisogno che il Tavolo di monitoraggio attestasse che sulla sanità avevamo raggiunto il pareggio. Il via libera dal Tavolo ci arrivò solo il 20 marzo, la legge venne approvata qualche giorno dopo".
"Durante l'approvazione della Finanziaria, nel dicembre scorso" continua Sospiri "proponemmo, proprio per scongiurare la bocciatura, di votare di nuovo la legge. Paolucci però disse che non era necessario e promise solennemente che il taglio non sarebbe stato chiesto indietro. Fu proprio in seguito a quella promessa che mettemmo fine a un ostruzionismo che fino a quel momento avevamo portato avanti a oltranza".
"Dopo aver ignorato i nostri avvertimenti ora la Regione ha l'ardire di richiedere indietro l'abbattimento delle addizionali Irpef regionali e dell'Irap sulle attività agricole. 32 milioni di euro vengono ripresi dalle tasche degli abruzzesi quando ormai le denunce dei redditi sono già state fatte".
"A questa richiesta vergognosa" conclude Sospiri "si aggiunge l'aumento dei ticket sanitari, un'altra tassa contro cui stiamo combattendo. Il ticket vale 16 milioni di euro che, sommati ai 32 milioni del taglio delle tasse, generano un aggravio per i contribuenti di 50 milioni. Siamo tornati ai tempi del tassa e spendi".
La notizia era apparsa, domenica scorsa, sul Corriere della Sera: insieme a Piemonte, Lazio e Liguria, l'Abruzzo sarà, quest'anno, una delle quattro regioni italiane in cui ci sarà un aumento del prelievo fiscale. Nello specifico, si tratta di un incremento dell'11,8%, una stangata da 399 euro a contribuente.
Gianni Chiodi parla di "incapacità amministrativa": "La qualità di un'azione di governo si misura attraverso la capacità di portare avanti l'azione amministrativa riducendo le tasse e il debito. Questa amministrazione ha scelto di interrompere il percorso d noi seguito per cinque anni e di intraprenderne un altro, che, oltre a determinare un nuovo aumento della tassazione, creerà anche le premesse per un nuova crescita dell'indebitamento".
"Avevamo avvertito questa amministrazione dei rischi che avremmo corso nel caso in cui la Corte costituzionale avesse respinto la nostra legge causa della prorogatio in cui la riduzione delle tasse fu fatta. Avevamo detto che, a questo problema, si sarebbe potuto ovviare approvando nuovamente la stessa legge con il nuovo governo regionale. Non solo tutto questo non è stato fatto ma sono state date rassicurazione mendaci circa la possibilità di farlo a prescindere dalla nostra proposta legislativa".
Il nuovo indebitamento, secondo Chiodi, scaturirà dalla decisione, presa dalla giunta D'Alfonso, "di far tornare società in house aziende come Abruzzo Engineering, Maiella Morrone, Ciapi, nonché il sistema di trasposto pubblico urbano".
Chiodi giudica "pretestuosa" anche un'altra motivazione addotta dal centrosinistra, quella del disavanzo: "E' pretestuosa perché il disavanzo era preesistente e veniva fuori da passate gestioni condotte in modo scellerato. Noi avevamo ereditato un disavanzo da 450 milioni e l'avevamo ridotto di oltre 30 milioni. Adesso però è cresciuto di nuovo per effetto di un'operazione di riaccertamento dei residui attivi e passivi. La manovra del centrosinistra denota incapacità amministrativa e avrà effetti recessivi".
"L'Abruzzo" commenta Paolo Gatti "è una delle quattro regioni italiane ad aver aumentato le tasse. Le altre tre sono Piemonte, Liguria e Lazio, tutte governate dal centrosinistra. Peraltro" aggiunge Gatti "noi avevamo fatto un accordo con le parti sociali su tre aliquote. Per effetto del passaggio da tre aliquote a una sola dell'1,73% decretato da questa amministrazione, il danno va ai redditi medio bassi".
"Il combinato disposto della revoca del taglio delle tasse, della compartecipazione ai ticket sanitari e della chiusura dei punti nascita" chiosa infine Emilio Iampieri "non servono, come dice D'Alfonso, a rientrare dall'indebitamento sanitario e a uscire dal commisariamento ma a catalizzare risorse per costruire il nuovo ospedale Chieti-Pescara.