Martedì, 23 Giugno 2015 16:38

Discarica Bussi: "D'Alfonso e altri conoscevano in anticipo verdetto processo"

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Luciano D'Alfonso sapeva che nel processo sull'ex discarica di Bussi gli ex tecnici della Montedison sarebbero stati assolti e di questo particolare, qualche giorno prima del verdetto emesso dalla Corte di Assise di Chieti, mise a conoscenza i pm Giuseppe Bellelli e Anna Rita Mantini.

Lo sostiene, in un articolo comparso domenica 21 giugno, Il Fatto Quotidiano e ripreso dal sito Prima Da Noi.it 

Già a maggio il giornale diretto da Marco Travaglio aveva scritto che alcuni giudici popolari della Corte avevano ricevuto pressioni per assolvere i 19 imputati, tutti ex dirigenti della Montedison, dall'accusa di avvelenamento delle acque e per derubricare il reato di disastro ambientale da doloso a colposo in modo da far scattare la prescrizione.

Secondo Antonio Massari, l'autore dell'inchiesta, erano in molti a sapere, prima della sentenza, che gli imputati sarebbero stati assolti. E tra coloro che sapevano ci sarebbero stati anche l'allora avvocatessa dello Stato Cristina Gerardis (diventata nel frattempo direttore generale della Regione Abruzzo), e Luciano D'Alfonso.

Quest'ultimo, afferma il quotidiano, venuto a conoscenza delle anomalie che gravavano sul processo, decise di informare i pubblici ministeri Mantini e Bellelli i quali, a loro volta, in compagnia di un agente di polizia giudiziaria del corpo forestale dello Stato, incontrarono l'avvocatura dello Stato e le parti civili per metterli al corrente.

Massari scrive anche che alcune voci sul fatto che il verdetto fosse già scritto erano giunte tra dicembre 2014 e gennaio 2015 anche al vice presidente del Csm Giovanni Legnini, che però, lì per lì, decise di non agire. L'ex sottosegretario, originario di Roccamontepiano (Chieti), aprì un fascicolo qualche mese più tardi, dopo che il Fatto pubblicò la notizia delle presunte pressioni ricevute dalle giudici popolari.

D'Alfonso, scrive ancora Massari, "ripetutamente (e inutilmente) contattato dal Fatto per avere una conferma o una smentita, a oggi non ha mai smentito".

"Non abbiamo letto" si legge nell'articolo "una sola intervista a D'Alfonso, una sola domanda sull'argomento, nessuno che gli abbia chiesto se è vero o è falso quello che abbiamo scritto, nessuno che gli abbia chiesto se davvero sapeva in anticipo della sentenza, nessuno che gli abbia chiesto nome e cognome di chi – eventualmente – gli avesse fornito la notizia".

Ebbene, NewsTown ha provato a rivolgere queste domande al presidente della Regione a margine della seduta odierna del consiglio regionale.

D'Alfonso, come era prevedibile, si è trincerato dietro un insistito “no comment”, anche se non ha esplicitamente smentito lo scoop del Fatto. Sulla vicenda, ci ha risposto il presidente, “c'è la riserva dell'accertamento giudiziario. Della Gerardis non ho contezza”. D'Alfonso ha poi chiuso l'intervista affermando: “Aspetto la giuridicizzazione del fatto”.

D'Alfonso-Abruzzo civico: situazione immutata, rapporti restano tesi

Intanto, all'interno della maggioranza, restano tesi i rapporti tra D'Alfonso e i due consiglieri di Abruzzo civico, Andrea Gerosolimo e Mario Olivieri, che la scorsa settimana avevano posto un aut aut al presidente minacciando di rompere il patto di governo qualora la giunta non avesse cambiato politica sui punti nascita, il sostegno alle aree interne e sulla distribuzione dei fondi comunitari.

"Siamo parte di questa maggioranza" ribadisce Gerosolimo "abbiamo sollevato alcune problematiche – sanità, aree interne, fondi UE – sulle quali attendiamo un confronto con D'Alfonso. Non vogliamo un assessorato, la squadra di Governo per noi sta bene così”.

Che i rapporti restino tesi, tuttavia, lo testimonia il fatto che lunedì si è tenuta una riunione di maggioranza alla quale Abruzzo civico non ha partecipato perché non invitato.

Interpellato da NewsTown, D'Alfonso ha minimizzato le frizioni, liquidando, non senza un accento paternalistico, le parole di Gerosolimo e Olivieri come esternazioni tipiche del civismo, prevedibili e anzi da benedire perché ravviverebbero quel mortorio che a volte è il consiglio regionale: “Non ci manca l'esperienza né personale né politica” ha detto D'Alfonso “per tenere da conto di qual è la dimensione delle questioni poste da quello che io chiamo il civismo all'interno del consiglio regionale. Ma va tutto bene anche perché, diciamo, evitano una condizione cimiteriale”.

In realtà D'Alfonso, che, come scrive Il Messaggero, distingue tra una maggioranza “primaria” (una sorta di cerchio magico costituito da coloro che non tradiranno mai) e una secondaria, sa benissimo che, qualora dovesse venire a mancare l'appoggio dei due consiglieri di Abruzzo civico, per la coalizione di centrosinistra si aprirebbero problemi di numeri.

Senza Gerosolimo e Olivieri, infatti, la maggioranza si ritroverebbe con 16 consiglieri (anziché 18) contro i 15 dell'opposizione. Sempre che, ovviamente, nel frattempo, D'Alfonso non riesca a convincere qualche consigliere di minoranza (come Leandro Bracco, uscito qualche mese fa dai Cinque Stelle e approdato nel Misto, o Giorgio D'Ignazio, esponente del Nuovo Centrodestra per il quale sarebbe già pronta, dicono i rumors, una delega al Sociale) a fare il salto della barricata.

A Pescara conferenza stampa per presentare bilancio del primo anno di governo

E a proposito di attenzione verso le aree interne, D'Alfonso ha comunicato che l'annunciata conferenza stampa per la presentazione del bilancio del suo primo anno di governo come presidente della Regione si terrà venerdì 26 giugno in piazza Unione, a Pescara. Ecco il video fatto girare per promuovere l'appuntamento: 

Ultima modifica il Giovedì, 25 Giugno 2015 02:00

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