A poco più di un anno dalla sua entrata in carica, Luciano D'Alfonso deve già fronteggiare la prima crisi di maggioranza.
A far traballare il presidente della Regione e l'eterogenea (troppo eterogenea?) coalizione di centrosinistra uscita vincitrice dalle elezioni del 2014 sono i consiglieri di Abruzzo civico Mario Olivieri e Andrea Gerosolimo che, dalle pagine del Messaggero e del Centro, hanno sferrato un attacco durissimo contro D'Alfonso, lanciando un messaggio sulla necessità di un radicale cambio di rotta dell'azione di governo che ha tutta l'aria dell'ultimatum.
Il malessere, va detto, covava sottotraccia già da un po'. A innescare la scintilla sono stati due fatti accaduti nell'ultima settimana.
Il primo è stata la giunta tematica svoltasi venerdì 12 giugno presso l'Abbazia Morronese di Sulmona, disertata sia da Gerosolimo (che avrebbe giocato in casa, essendo, com'è noto, originario proprio della Valle Peligna) che da Olivieri.
Al primo non è bastata, evidentemente, la pausa di riflessione di sei mesi annunciata dalla giunta per riconsiderare la chiusura del punto nascita di Sulmona. Olivieri, invece, che proviene dall'entroterra chietino, è sulle barricate per difendere il punto nascita di Ortona (un altro dei quattro tagliati) e per la decisione della Asl Lanciano-Vasto-Chieti di chiudere il reparto di chirurgia di Atessa con annesso blocco operatorio.
Il secondo casus belli è stata la riunione del Consiglio regionale, originariamente prevista per martedì 16, “sconvocata” all'ultimo momento dal presidente dell'assemblea Giuseppe Di Pangrazio, che, nel motivare la cancellazione, ha addotto come motivazione alcuni impegni istituzionali inderogabili assunti da D'Alfonso.
La decisione di Di Pangrazio, assolutamente irrituale, anche se, hanno fatto sapere gli uffici del Consiglio regionale, prevista dai regolamenti, ha mandato su tutte le furie le opposizioni, che hanno firmato un duro documento di condanna dell'accaduto. “Di Pangrazio tratta il consiglio come una pro loco” hanno tuonato Lorenzo Sospiri, Mauro Febbo, Paolo Gatti, Emilio Iampieri e Gianni Chiodi e di Mauro Di Dalmazio di Abruzzo Futuro.
La verità, dicono gli avversari di D'Alfonso, è che Di Pangrazio ha disdetto in zona Cesarini il consiglio perché per la maggioranza c'era il rischio concreto di andare sotto su un paio di provvedimenti importanti, come la risoluzione sull'ospedale di Atessa e le nomine dell'Arap.
Un'ipotesi confermata dagli stessi consiglieri di Abruzzo civico.
“Avremmo votato a favore della risoluzione di Atessa e per quella per il riconoscimento dei Poli di attrazione” ha affermato Olivieri in un'intervista rilasciata al quotidiano Il Messaggero “e non avremmo dato il nostro placet alle nomine Arap”.
Parole quantomai esplicite, rincarate dall'affondo contro il potere assoluto dalfonsiano, che lascia poche briciole agli alleati di governo, e il baricentro di un governo troppo sbilanciato su Pescara e poco attento ai problemi delle aree interne:
“Non ci sentiamo per niente coinvolti nella gestione del governo” ha dichiarato Olivieri “e non solo perché non ci è stato dato un assessore ma perché D'Alfonso e i suoi continuano a non ascoltare le esigenze dei territori più disagiati, riservando a Pescara tutte le attenzioni, a partire dal mega ospedale annunciato e concedendo alle aree interne solo boutade come le giunte tematiche che non servono a nulla”.
“In un anno questa amministrazione regionale non ha prodotto nulla se non chiacchiere continue. Mi vergogno di andare in giro, incontrare i miei elettori e cittadini. Si pensa solo a fare tatticismi come quello di sconvocare un consiglio, senza dirci niente se non pochissime ore prima, solo per evitare di andare sotto con i numeri”.
Nemmeno l'altro consigliere di Abruzzo civico, Andrea Gerosolimo, ha usato il guanto di velluto: “Non ho ritenuto di partecipare alla giunta tematica che si è tenuta a Sulmona perché di programmi, parole, promesse dopo un anno ne sono state fatte tante” ha detto al Centro Gerosolimo. “Ci vogliono i fatti per il territorio, altro che giunta tematica. Resto in attesa di atti e fatti da parte del presidente in favore delle aree interne e se non arriveranno segnali concreti io e il consigliere Mario Olivieri ci regoleremo di conseguenza. Sanità, programmazione fondi europei, viabilità e sviluppo economico sono in assoluto le priorità dell'agenda di Abruzzo civico”.
Gerosolimo ha lasciato intendere che, se non ci sarà una correzione di rotta da parte della giunta, Abruzzo civico potrebbe riservarsi il diritto di avere le mani libere senza più il vincolo di patti di maggioranza e di valutare di volta in volta se votare o no i provvedimenti della giunta: “Come forza civica siamo totalmente al di fuori dalle logiche partitiche e dallo schema bipolare italiano se abbiamo scelto di stare con d'Alfonso è perché a lui riconosciamo le capacità amministrative che sono in grado di dare una svolta al futuro della nostra Regione. Ma oramai, dopo gli impegni assunti in campagna elettorale, è giunto il momento di produrre azioni concrete capaci di incidere sul futuro dei territori più deboli”.