Un nuovo partito, che ha, come obiettivo, quello di diventare il nuovo soggetto unitario della sinistra. Di quella sinistra rimasta orfana di rappresentanza, che non si riconosce più nel Pd di Renzi o che non ha più voglia di votare il minore dei mali .
E' con questi presupposti che nasce Possibile, il progetto politico lanciato da Pippo Civati lo scorso maggio, all'indomani della sua uscita dal Partito democratico dopo la rottura sull'Italicum.
Possibile è stato presentato anche all'Aquila giovedì, in un'assemblea pubblica, dopo che, a inizio settimana, era stata annunciata la nascita del primo comitato territoriale e la prima adesione importante, quella del consigliere regionale, ex Cinque Stelle, Leandro Bracco.
Oltre alla presenza Bracco, all'incontro dell'altra sera spiccava anche quella dell'assessore regionale all'Ambiente Mario Mazzocca, esponente di Sel.
Primi, anche se timidi, segnali di avvicinamento? Pur non essendoci, per ora, nessuna adesione all'orizzonte tra Possibile e Sel, né a livello nazionale né tanto meno a livello locale, è naturale che, in questa fase, sia il partito di Vendola il soggetto maggiormente interessato alla proposta di Civati di pervenire a un'unità di tutte le forze politiche situate a sinistra del Pd.
“Siamo interessati a tutto ciò che si muove a sinistra” ha detto Mazzocca, che per ora, comunque, rimane al suo posto.
In attesa di completare questa prima fase costituente e di trovare una propria identità, Possibile può dire, parafrasando Montale, ciò che non è e non vuole: “Possibile non è una minestra riscaldata” afferma Paolo Della Ventura, ex membro dell'assemblea nazionale del Pd e recentemente candidatosi anche alla segreteria regionale prima di seguire Civati “o un accordo di direzione. L'idea che lo sostiene è quella di porsi come soggetto unitario della sinistra, anche se ciò può sembrare velleitario o ambizioso. Abbiamo lanciato un nuovo partito politico che sta nascendo dal basso: è la prima volta che un partito nasce non in seguito a una scissione né come tentativo di federare una serie di sigle o di fare l'ennesimo cartello elettorale”.
Il cantiere è più che mai aperto. Nei prossimi mesi, spiega Della Ventura, continuerà il lavoro di costruzione di una piattaforma programmatica, da elaborare insieme alle altre forze di sinistra ma soprattutto insieme alle tante associazioni e ai tanti movimenti, nazionali e territoriali, che hanno dimostrato, in questi anni, di essere molto più vivi e “sul pezzo” dei partiti rispetto a battaglie su temi come l'ambiente, il lavoro, la scuola.
Certo, bisognerà anche pensare a quali alleanze costruire, se adottare una linea politica unica oppure, per così dire, una politica dei due forni (mai più con il Pd a livello nazionale ma alleanze a geometria variabile a livello locale, da valutare di volta in volta): “Parlare delle alleanze è prematuro” mette le mani avanti Della Ventura “Le dinamiche territoriali si dovranno valutare volta per volta. A livello nazionale, invece, non c'è possibilità di dialogo con il Pd, perché è esattamente il fortissimo dissenso politico con il Pd che ha portato alla nascita di Possibile. E non è che si può uscire da un partito per poi tornare ad allearcisi di nuovo poco dopo”.
Intanto, anche se di alleanza vera e propria non si può parlare, vorrà pur dire qualcosa l'adesione convinta ed entusiasta incassata da Possibile da Leandro Bracco. Ex attivista dei Cinque Stelle, con cui era stato eletto lo scorso anno in consiglio regionale, Bracco è stato espulso a marzo dal Movimento di Grillo per aver accettato una delega alla cultura propostagli dal presidente della Regione D'Alfonso.
“Ho aderito a Possibile” spiega Bracco “perché le battaglie che questo partito vuole intraprendere sono le stesse per le quali mi sono sembre battuto e continuerò a battermi anch'io. I tre anni che ho trascorso con i Cinque Stelle sono terminati con un'espulsione secondo me ingiusta. Ne ho preso atto con rammarico ma guardo avanti e sono felice di essere entrato in questa nuova avventura, che condividerò con persone con le quali ho molti punti di convergenza”.
Possibile è un partito che vuole avere un'identità di sinistra ben definita. Bracco, da ex grillino, non era tra coloro che dicevano che tra destra e sinistra non c'era più alcuna differenza? “Vengo da una famiglia di operai” replica il consigliere “la mia matrice culturale di sinistra c'è sempre stata. Molti parlamentari dei Cinque Stelle, del resto, hanno quella provenienza. Comunque non è un discorso di etichetta politica, io penso che alla fine la differenza la facciano sempre le persone. Con Possibile faremo una raccolta firme per l'abolizione del Jobs Act e dello Sblocca Italia, tutte battaglie che ho portato avanti anche quando ero nei Cinque Stelle”.
E per quanto riguarda l'appartenenza ai gruppi in consiglio regionale? “Continuerò a essere un consigliere di minoranza, valutando di volta in volta valuterò le proposte di legge. Continuerò a dare indietro 6mila euro netti al mese, una risposta a chi ha detto che mi sono fatto espellere di proposito per mettermi tutti i soldi in tasca”.