“Paolucci e D'Alfonso, accettando di applicare, senza opposizione alcuna, il decreto Lorenzin sulla riorganizzazione della rete ospedaliera regionale, stanno chinando il capo senza colpo ferire ai dettami ragioneristici del governo Renzi”.
E' una bocciatura senza appello quella che il gruppo consiliare di Forza Italia esprime nei confronti della riforma dell'assistenza ospedaliera voluta dall'attuale ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin (in continuità con quanto deciso dall'ex ministro del governo Monti, Balduzzi), e ancor più nei confronti dell'atteggiamento prono e arrendevole con cui la giunta D'Alfonso sta calando sul territorio una serie di diktat che, spacciati come inevitabili conseguenze di decisioni di natura tecnica, sono, in realtà, frutto di scelte di tipo politico.
Secondo i consiglieri azzurri sarebbero ben 10 gli ospedali abruzzesi (Atri, Atessa, Sant'Omero, Giulianova, Penne, Ortona, Guardiagrele, Sulmona, Popoli, Castel Di Sangro), che, per effetto del decreto del governo, verrebbero fortemente penalizzati (con la chiusura di alcuni reparti specialistici) o declassati: “Il decreto Lorenzin” spiega il capogruppo Lorenzo Sospiri “prevede, per l'Abruzzo, 7 ospedali di primo livello (quelli dei quattro capoluoghi di provincia più Lanciano, Vasto e Avezzano, ndr) e zero ospedali di secondo livello (quelli con funzioni e reparti a più alta qualificazione e specializzazione, ndr). Questo vuol dire che la nostra regione si ridurrà a un cimitero di ospedali”.
Secondo Sospiri l'Abruzzo non sarebbe tenuto ad applicare pedissequamente la riforma: “Non sono previste sanzioni per le regioni inadempienti. Le Marche e il Molise, ad esempio, hanno già detto che non si piegheranno e non chiuderanno alcun ospedale. Inoltre” afferma sempre Sospiri “questa riorganizzazione non è giustificata nemmeno dalle cifre: grazie all'opera di risanamento portata a termine dalla giunta Chiodi, l'Abruzzo ha da tempo riconquistato un equilibrio finanziario e Lea (livelli essenziali di assistenza, ndr) pari a quelli delle regioni del nord che hanno i migliori sistemi sanitari del Paese. Saranno proprio le politiche messe in atto dalla giunta Chiodi a farci uscire dal commissariamento, non certo il declassamento degli ospedali che questo decreto produrrà. Se quello che diciamo non è vero” conclude Sospiri “D'Alfonso e Paolucci dovranno venire a confutarlo in consiglio e nelle commissioni, in un confronto pubblico al quale finora si sono sottratti”.
“Questa riorganizzazione è un'operazione a perdere sia da un punto di vista sociale che economico” sostiene l'ex presidente della Regione ed ex commissario alla Sanità Gianni Chiodi: “Anzitutto è una riforma che abbatterà la qualità del servizio sanitario regionale e gli effetti di questa perdita ricadranno sui cittadini. In secondo luogo, proprio in ragione di questo abbassamento degli standard qualitativi, molte persone andranno a curarsi fuori regione, ad esempio nelle Marche. Ciò significa che crescerà la mobilità passiva e che i danni economici per la regione saranno rilevantissimi”.
“D'Alfonso e Paolucci” continua Chiodi “non possono nascondersi dietro la scusa che è il tavolo di monitoraggio a imporre certe scelte. Non è così, è il governo che decide. Io dissi no al decreto Lorenzin perché avevamo già le prerogative per uscire dal commissariamento. E' evidente che questa giunta regionale non gode di alcuna considerazione né di peso politico ai tavoli ministeriali”.
“L'Abruzzo” dice Paolo Gatti “potrebbe ospitare tranquillamente due ospedali di secondo livello. Non vorrei che, per paura di dover individuare dove localizzare queste due strutture di eccellenza, si sia optato per i sette ospedali di primo livello. Vorrebbe dire che, per non scontentare qualche territorio, si è scelto di produrre un grave danno per tutto l'Abruzzo".