"Archiviate le solite e vaghe esternazioni mediatiche, martedì prossimo per l’assessore Paolucci non ci saranno più scuse. Non potrà non darci delle risposte durante il Consiglio regionale straordinario, richiesto appositamente da Forza Italia, nel corso del quale dovrà finalmente chiarire quali sono i reali programmi della Regione sulla Sanità".
Si legge in una nota firmata dai consiglieri regionali di Forza Italia che chiedono chiarimenti sul piano di riordino sanitario imposto dal discusso decreto Lorenzin.
Varato nel 2013, il decreto stabilisce una riorganizzazione sanitaria generale, volta a "ottimizzare le risorse" e diminuire la parcellizzazione dei servizi su base territoriale. Gli ospedali vengono classificati in ordine crescente, in base al bacino di utenza e alle funzioni: ospedali di base, di primo livello e di secondo livello, veri e propri hub, dove insistano almeno un milione di abitanti.
Interpretando il decreto, in Abruzzo dovrebbero mantenere le porte aperte 9 ospedali propriamente detti più il presidio di Castel di Sangro. Paolucci, però, spera di strappare una deroga e di assicurare il servizio di 12 ospedali. I quattro ospedali delle città capoluogo saranno nosocomi di primo livello, con discipline di secondo livello integrate tra loro così che si costituiscano due 'hub': L'Aquila/Teramo e Pescara/Chieti. Ci saranno, inoltre, altri 3 ospedali di primo livello: Avezzano, Lanciano e Vasto, con le nuove strutture che verranno costruite con i fondi di natura statale per l'edilizia sanitaria.
Poi ci saranno gli ospedali di base che, stando al decreto governativo, dovranno avere almeno 5 reparti aperti. Dovesse passare la linea imposta dal Ministero, 9 ospedali più il presidio di Castel di Sangro appunto, resterebbero aperte soltanto le nuove strutture di Sulmona e Giulianova. Come detto, però, l'assessore Silvio Paolucci tenterà fino all'ultimo di 'salvare' altri tre nosocomi: Ortona, Atri e Sant'Omero.
"Auspichiamo - sottolineano i consiglieri forzisti - che non si ripeta quanto accaduto giovedì scorso in quinta commissione quando Paolucci non è riuscito a dare risposte ai quesiti che da tempo ormai gli abbiamo posto sui dettami del governo Renzi e in particolare del decreto Lorenzin”.
Secondo i consiglieri d'opposizione, l’assessore "ha dimostrato di essere in palese difficoltà perché ha capito che non può decidere da solo e in evidente mancanza di argomentazioni valide in 3 ore non ha sciolto nessun dubbio. Ma bisogna essere chiari, non si può prendere in giro gli abruzzesi - leggiamo nella nota - Per questo martedì all’Emiciclo torneremo a chiedere se e come verrà applicato il famigerato decreto Lorenzin".
E dunque: "Quanti ospedali di primo livello sono previsti? E quanti ospedali di base? E sui pronto soccorso come intendono agire? Di fronte alle nostre lecite insistenze a oggi ci sono solo omissioni e criticità che nulla di buono lasciano presagire per l’Abruzzo".
"Come già abbiamo avuto modo di sottolineare - prosegue la nota di Forza Italia - siamo di fronte a un’operazione a perdere, che non solo penalizzerà la qualità dell’assistenza sanitaria ai cittadini abruzzesi ma che non porterà alcun beneficio economico alle casse della Regione. Stando alle indiscrezioni infatti, la riorganizzazione della rete ospedaliera regionale, nel progetto del Presidente Luciano D’Alfonso e dell’Assessore alla sanità Silvio Paolucci, porterà alla chiusura o al declassamento, di 10 nosocomi: Sant’Omero, Atri, Giulianova, Penne, Ortona, Popoli, Sulmona, Guardiagrele, Atessa e Castel di Sangro, con la soppressione – in quasi tutti – del pronto soccorso. Una scelta che non ha alcuna giustificazione, perché l’Abruzzo ha centrato l’equilibrio finanziario strutturale della sanità e soprattutto ha raggiunto gli standard prescritti per quanto riguarda i livelli essenziali di assistenza. Due precondizioni che ci pongono in una posizione di forza sui tavoli romani, perché è comune solo a pochissime altre Regioni italiane, che tra l’altro non hanno nessuna intenzione di applicare pedissequamente il Decreto Lorenzin".
La verità per i consiglieri di centrodestra è che "questo Governo regionale ha scarsissima influenza sul governo nazionale e a farne le spese saranno gli abruzzesi. La riforma ipotizzata, tra l’altro, non prevede la presenza di nessun ospedale di secondo livello in Abruzzo (quelli plurispecialistici) ma si affida a una rete di strutture di primo livello, con un’offerta sanitaria minima".
"Se fosse davvero così si sceglierebbe di non scegliere - concludono i forzisti - forse per la paura di dover individuare dove localizzare due strutture di secondo livello, ossia di eccellenza. Per non scontentare qualche territorio si produrrebbe un grave danno per tutto l’Abruzzo. Anche l’ipotesi della Asl unica, rispolverata da Paolucci dopo averla bocciata pubblicamente, non è assolutamente percorribile. Serva da monito quanto accaduto nelle regioni che hanno intrapreso questo percorso e sono dovute tornare precipitosamente sui propri passi, dopo aver inopinatamente allontanato i luoghi del dialogo ed i centri decisionali dai territori e dalle persone".