Continua l'agitazione degli studenti aquilani che protestano contro la 'Buona Scuola' del Governo Renzi.
Dopo la giornata di ieri erano in molti a chiedersi cosa sarebbe accaduto oggi. La mattinata è cominicata presto a Colle Sapone, il polo scolastico dove si trovano il Liceo Scientifico, quello Artistico, l'Itis (ed in cui da martedì convergono anche Geometri ed Alberghiero). Tutti gli studenti che non hanno accettato la mediazione sull'autogestione hanno deciso di non entrare a scuola e di intraprendere una camminata (senza bloccare il traffico) verso il Centro storico, accompagnati da una ventina di ragazzi provenienti dall'Istituto Cotugno, dove intanto pure è in corso l'autogestione.
"A questo punto decideremo cosa fare giorno per giorno continuando la protesta in varie forme che via via decideremo", la posizione dei ragazzi che dal polo di Collesapone hanno scelto la strada della promenade, finita in un luogo simbolo dell'aggregazione giovanile cittadino: la scalinata di San Bernardino, per l'occasione gremita da centinaia e centinaia di studenti.
Qui i ragazzi hanno dato vita ad un'assemblea utilizzando i megafoni, ribadendo le ragioni della protesta contro la buona scuola e la rabbia verso la 'repressione' ricevuta verso le occupazioni: "E' qualcosa che credo venga dall'alto, direttamente dal Ministero - è l'interpretazione di uno studente del Cotugno accorso in Centro - il Governo Renzi come al solito non vuole far vedere che in Italia si protesta contro una sua legge".
Dalle tante idee e proposte che sono emerse dalle menti agitate degli studenti aquilani riversatisi liberamente in strada- che tra l'altro conservano le istanze locali della cronica mancanza di spazi d'aggregazione giovanile nella città delpost sisma in cui stanno crescendo - quella di un corteo unitario per sabato prossimo.
La rabbia studentesca inizia però ad essere controbilanciata dalla consapevolezza che - affinché la protesta possa avere un seguito - sia necessaria alzare il livello della discussione ed intraprendere relazioni con le altre scuole italiane.
Una posizione trasversale alle varie anime dell'agitazione, ma sostenuta in particolare da un gruppo di una cinquantina di studenti che potremmo definire "dissidenti" del Cotugno, che dalla prima ora si era schierato contro un occupazione in questi giorni d'ottobre.
"E' inutile far partire ogni anno l'occupazione tra l'altro sempre nello stesso periodo, senza che il 90% degli studenti sia cosciente delle cause della protesta. Sin dal corteo della scorsa settimana - continua il gruppo che ama definirsi delle "pecore nere" - avevamo avanzato la nostra proposta di un percorso di sensibilizzione propedeutico ad altre forme di protesta più radicali, da intraprendere anche con sit-in fuori dalla scuola, convolgendo anche i professori che invece nelle occupazioni non si fanno vedere". "Ma la nostra posizione - chiosa con punta di polemica il gruppo dei cinquanta - non è stata presa realmente in considerazione dalla consolidata leadership che ormai da anni si è posta al comando della nostra scuola con piglio decisionista. Ora noi stiamo realizzando questo percorso di sensibilizzazione nell'autogestione di questa settimana d'agitazione parlando nel merito di buona scuola e di opposizione al finanziamento alle scuole private e alle valutazioni dei test Invalsi ad esempio. Ci auguriamo che i percorsi possano riunirsi ma chiediamo un'apertura dall'altra parte".
Intanto l'effervescenza che in queste situazioni di quotidiano alternativo viene fuori dagli adolescenti, ha prodotto una festa per giovedì prossimo in cui mischiare musica, aggregazione e protesta, dal significativo nome di "La buona scossa". Una scossa proveniente si spera dal cuore delle nuove generazioni che rimetta in piedi davvero questa città (e questo Paese). Dandole un futuro.