Importante riunione ieri a Roma tra i presidenti delle regioni e il governo Renzi. Presenti lo stesso premier, il suo sottosegretario Claudio De Vincenti, la ministra per la Semplificazione e la pubblica amministrazione Marianna Madia e, tra gli altri, il governatore d'Abruzzo Luciano D'Alfonso.
Argomento all'ordine del giorno il cosiddetto "Decreto salva regioni", volto a evitare l'intervento della Corte dei conti e a chiudere nei tempi previsti i bilanci di otto regioni italiane: Lazio, Abruzzo, Campania, Molise, Sicilia, Calabria, Piemonte e Puglia.
"Abbiamo due strade: o scegliamo il muro contro muro e la demagogia, oppure giochiamo la carta della serietà e noi ci siamo", ha affermato Renzi, rassicurando sul decreto, necessario ad evitare i guai finanziari degli enti regionali.
Altro argomento caldo è quello del taglio dei fondi paventato dalla Legge di Stabilità: sarebbero circa 2 miliardi i mancati incassi causati dall'abbassamento del fondo stanziato dal governo centrale per la sanità, che vanno sommati ad altri 2,2 di tagli di varia natura. Ai governatori ha risposto il primo ministro: "Il fondo per la sanità cresce fino a 111 miliardi, uno all'anno, mi sembra una cifra significativa", ha affermato nel corso dell'incontro.
La gestione della sanità della Regione Abruzzo è in regime commissariale già dalla scorsa legislatura dell'ex governatore Gianni Chiodi. Nello scorso luglio, l'assessore al ramo Silvio Paolucci ha presentato al governo il piano di uscita dal commissariamento. (m. fo.)