Mercoledì, 22 Giugno 2016 14:21

Rugby, l'aquilano Andrea Masi costretto al ritiro dal rugby giocato

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"La Federazione Italiana Rugby e Wasps Rugby sono profondamente dispiaciuti nel comunicare che il trequarti della nazionale e del club giallonero Andrea Masi non ha recuperato dall'infortunio al tendine d'Achille riportato lo scorso settembre in occasione del match inaugurale della Rugby World Cup contro la Francia a Twickenham". Inizia così la nota della Fir che annuncia il ritiro dell'aquilano doc Masi, uno dei più forti giocatori della palla ovale italiana dell'ultimo ventennio.

Su indicazione di medici specializzati, Masi è stato costretto al ritiro immediato dal rugby professionistico, ponendo fine ad una carriera che ha visto il 35enne trequarti conquistare 95 caps per la nazionale italiana e prendere parte a ben quattro Rugby World Cup.

Famoso per la sua aggressività difensiva e per la sua volontà di offrire un contributo importante ai compagni di squadra, Andrea lascia un marchio indelebile, sull’Italia come sugli Wasps, dove ha militato nelle ultime quattro stagioni.

185 cm per 105 kg, Masi è nato il 30 marzo 1981 nel capoluogo abruzzese, dove è cresciuto e dove ha esordito, a soli 16 anni - nel 1997 - nel massimo campionato italiano. Con L'Aquila Rugby ha collezionato, dal 1997 al 2003, 103 presenze, con 159 punti realizzati. Nelle tre stagioni successive va al Viadana, e nel 2006 inizia una brillante carriera internazionale, prima in Francia con Biarritz e Racing Metro, e poi nella Premiership inglese con i London Wasps. Nel mezzo, una parentesi nella franchigia Aironi, nella stagione 2011-2012.

In azzurro è stato fatto esordire dall'altro aquilano Massimo Mascioletti, all'epoca ct della nazionale, a 18 anni e mezzo: il più giovane azzurro a giocare con la nazionale nel dopoguerra. Ha ricoperto con l'Italrugby tutti i ruoli della linea dei trequarti, dall'apertura all'estremo e nel 2011 è stato eletto miglior giocatore del Sei Nazioni, unico italiano nella storia.

Nel 2013 si è sposato in terra abruzzese con Consuelo ed è padre di una bambina. Vive a Londra, ma torna spesso nella "sua L'Aquila" [leggi in basso], dove è stato "avvistato", in un locale del centro storico, anche un paio di settimane fa.
 

Le parole di Andrea Masi

Il rugby è stato al centro della mia vita negli ultimi vent'anni e non è semplice chiudere un capitolo tanto importante. Ma sono consapevole che questa sia, oggi, l'unica scelta percorribile. Purtroppo il tendine non è guarito come ci aspettavamo, e dopo una prima fase del percorso di recupero piuttosto confortante, è divenuto chiaro che non sarebbe stato possibile riprendere a giocare. E' un momento difficile, ma lo affronto con la serenità e la consapevolezza di chi ha fatto tutto quanto era possibile per rientrare. Ho dato molto al rugby ed il rugby mi ha dato almeno altrettanto: guardo alle sfide che mi aspettano con curiosità ed entusiasmo” ha dichiarato Andrea Masi commentando il proprio ritiro.

Voglio ringraziare Dai Young e tutti gli Wasps per avermi accolto nella loro famiglia quattro anni fa, per aver creduto in me e per essermi stati a fianco in questi ultimi, difficili dieci mesi: non lo dimenticherò mai. Lascio un grande Club, in ottima salute, e so che potrò sentirmi sempre parte di questa famiglia. Questo gruppo saprà regalare tante soddisfazioni ai nostri tifosi, negli anni a venire, ed auguro a tutti i miei compagni ed allo staff i successi che meritano.

Alla Nazionale, ai Commissari Tecnici che negli anni mi hanno dato la loro fiducia permettendomi di rappresentare il mio Paese, di giocare il 6 Nazioni, di prendere parte a quattro mondiali, non posso che dire grazie dal più profondo del cuore. E' stata una straordinaria avventura, un eccezionale privilegio. L'esordio nella mia L'Aquila, al pari delle vittorie sulla Francia nel 6 Nazioni, resteranno nel mio cuore e saranno sempre momenti meravigliosi da ricordare negli anni a venire. A Sergio, Ugo ed a tutti i ragazzi faccio il più grande degli in bocca al lupo e non ho dubbi che, con un tecnico di alto livello come Conor O'Shea, che ho avuto modo di apprezzare alla guida degli Harlequins, il grande potenziale di questo gruppo saprà esprimersi al meglio.

Ultima modifica il Mercoledì, 22 Giugno 2016 14:43

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