Aria tesa in casa L'Aquila Calcio 1927, con l'allenatore Massimo Morgia che attraverso una nota dura nei confronti della società nella quale milita dalla scorsa estate annuncia di essersi dimesso martedì scorso, ma di essere tornato sui suoi passi dopo un colloquio chiarificatore con il presidente Corrado Chiodi.
Il mirino è puntato sull'amministratore unico Angelo Antonio Ranucci: "Martedì perciò il diverbio alquanto acceso con l'amministratore Ranucci verteva non su questioni tecniche o personali ma su fatti su cui già ampiamente discusso in precedenza che riguardavano non la singola persona ma staff e collaboratori. Per queste ragioni e per l'animosità del diverbio ho comunicato al presidente Corrado Chiodi la volontà di dimettermi dall'incarico insieme ai miei collaboratori Coppola, Toschi, Porracchio e Greco. Detto questo e dopo un colloquio con il presidente Chiodi abbiamo deciso però di continuare il nostro progetto, innanzitutto per senso di responsabilità nei confronti di una città che mi ha accolto e sempre sostenuto, della famiglia Chiodi che mi ha sempre supportato e sopportato, dei calciatori e di tutti i collaboratori che quotidianamente lavorano e lottano", si legge nella nota di Morgia.
La nota completa di Massimo Morgia
"Nel mese di luglio, nell'accettare l'incarico di allenatore de L'Aquila Calcio 1927, posi come condizione primaria e fondamentale la possibilità di poter giocare ed allenarmi nel nuovo impianto Gran Sasso d'italia Italo Acconcia insieme alla formazione Juniores. Inoltre, chiesi che i rimborsi fossero pagati con puntualità e precisione. La gestione delle normali e comuni difficoltà, a giudizio di chi scrive, deve essere gestita con chiarezza e trasparenza e soprattutto con unità di intenti.
Visto che le aspettative della dirigenza, dell'intera piazza e mie personali sono notevolmente cresciute esorto tutte le componenti a non tralasciare i più piccoli particolari, né formali e soprattutto sostanziali perché il fare o perdere anche un solo punto potrebbe fare la differenza tra vincere e perdere un campionato. Ricordo che i punti non li fanno solo i giocatori e i tecnici ma ognuno nel suo ruolo specifico. L'aspetto che comunque incide maggiormente è la capacità di mantenere serenità ed entusiasmo nell' intero ambiente, cosa che purtroppo per scarsa sensibilità di qualcuno troppe volte è venuta meno".
Questi sono alcuni stralci della mia relazione presentata alla società in data 28 dicembre, cioè alla fine del girone di andata. Sono questi gli argomenti che mi hanno portato più volte in contrasto con i responsabili di quell'area che gestisce la parte finanziaria nonché quella logistica ed organizzativa, nella programmazione cioè di trasferte, materiali e attrezzature per l'allenamento, area di competenza dell'amministratore unico Angelo Antonio Ranucci e del direttore generale Fabio Aureli.
Martedì perciò il diverbio alquanto acceso con l'amministratore Ranucci verteva non su questioni tecniche o personali ma su fatti su cui già ampiamente discusso in precedenza che riguardavano non la singola persona ma staff e collaboratori. Per queste ragioni e per l'animosità del diverbio ho comunicato al presidente Sig. Corrado Chiodi la volontà di dimettermi dall'incarico insieme ai miei collaboratori Coppola, Toschi, Porracchio e Greco. Detto questo e dopo un colloquio con il presidente Chiodi abbiamo deciso però di continuare il nostro progetto, innanzitutto per senso di responsabilità nei confronti di una città che mi ha accolto e sempre sostenuto, della famiglia Chiodi che mi ha sempre supportato e sopportato, dei calciatori e di tutti i collaboratori che quotidianamente lavorano e lottano per una IDEA e per quell'IDEA combatteremo e lotteremo fino alla fine. FORZA L'AQUILA!
Ranucci risponde: "L'Italia è il Paese delle dimissioni minacciate e mai date"
E' il mio quarto campionato, sia pure in epoche diverse, qua a L'Aquila; non ho mai rilasciato una sola intervista perché preferisco il lavoro oscuro dietro le quinte ed in questa occasione, visto che qualcuno mi ha tirato in ballo, mi limito ad affidarmi ad un comunicato stampa.
Sono tornato a L'Aquila con molto entusiasmo, lasciando tra l'altro e poco elegantemente dalla mattina alla sera un altro incarico sempre in ambito calcistico che avevo, ma ho purtroppo ritrovato dopo tre anni di assenza una Società dilaniata sotto ogni punto di vista.
Ho, forse incoscientemente, avuto coraggio, ho assunto la carica di Amministratore Unico ed ho affrontato ogni giorno difficoltà economiche indicibili di ogni genere e tipo, assumendomi insieme al direttore generale, professionista del quale questa società deve solo che andare fiera quanto meno per attaccamento e passione, responsabilità che andavano sicuramente oltre quelle del ruolo ricoperto.
Ora, dopo quasi due anni, grazie ad una proprietà seria disponibile e responsabile, si può orgogliosamente affermare che L'Aquila Calcio non è più una vettura fuori controllo che sbanda paurosamente, bensì un sodalizio che si è dato una struttura e fisionomia e che, pur tra innegabili e persistenti enormi difficoltà, a volte in cassa non ci sono le risorse neppure per le più elementari necessità ed il sottoscritto e il direttore generale non esitano a frugare nelle loro proprie e personali tasche, per non dire di qualche firmetta bancaria..., e questo per non assillare troppo i soci il cui generoso e costante sostegno ha comunque consentito di imboccare una via ora ben tracciata, anche se ancora lunga, che porterà di certo ad un risanamento societario.
Non mi occupo di questioni tecniche ma ho una grande passione per la squadra, non mi perdo una sola partita sia dentro che fuori, sono addirittura andato a Sassari prima di Natale per mio conto e febbricitante prendendo l'aereo la stessa domenica mattina, ho gioito per la vittoria e così farò anche domenica prossima per Lanusei.
Non so cosa darei per vincere questo campionato oltre che per rispetto del corposissimo e quasi insostenibile investimento affrontato anche perché sono certo che la Lega Pro faciliterebbe l'opera di risanamento per la quale spesso sono anche costretto a mostrare... i muscoli. Ho letto da qualche parte di "campane a morte", ma per favore...
Al fischio finale della partita con il Rieti tanta era la tensione personale che avevo accumulato che stavo per sentirmi male! La conduzione tecnica di questa società è sicuramente eccellente, ma dopo 40 anni di calcio, forse anche in certe circostanze ad un certo livello, una mezza idea di come funziona il giochino me la sono fatta. Ognuno deve sapere interpretare il proprio ruolo e quello dell'Amministratore è di curare e difendere gli interessi della proprietà anche quando questa, pur a fronte di investimenti onerossissimi e che consentono comunque a L'Aquila Calcio una gestione giornaliera accettabile, è in palese difficoltà.
Una piccola chiosa l'Italia è il Paese delle dimissioni minacciate e mai date, il sottoscritto all'assemblea dei soci del 28 dicembre 2016 tra i punti all'ordine del Giorno indicò chiaramente dimissioni dell'amministratore, senza però fare proclami o rendere pubblica la cosa. Furono respinte e l'affetto dimostrato dai soci in quella occasione mi indusse, e forse ancora una volta incoscientemente, a ritirarle.
A mio avviso, se vogliamo veramente risanare L'Aquila Calcio e se a questa vogliamo veramente tutti bene, i sacrifici devono farli ognuno di noi. Come diceva il compianto Guido Attardi: "Ju Padreterno ci ha fatto due mani una per prendere e l'altra per dare e bisogna saperle entrambe usare contemporaneamente".
Un abbraccio a tutti.
Supporters' Trust L'Aquila mé: "Necessario un intervento chiarificatore della proprietà"
Con riferimento alle gravi problematiche palesatesi in questi ultimi giorni in merito alla gestione della società L’Aquila Calcio 1927 e alle divergenze emerse tra parte della dirigenza e lo staff tecnico, il Supporters’ Trust L’Aquila mé ritiene anzitutto "incomprensibile che i massimi vertici del sodalizio, ossia i soggetti naturalmente deputati a esprimere la volontà del club, non si siano ancora pubblicamente pronunciati sulla vicenda".
La ridda di comunicati succedutisi nelle ultime ore, "che hanno prodotto l’unico risultato di far nuovamente sprofondare nel ridicolo L’Aquila Calcio agli occhi del panorama calcistico", rende un intervento chiarificatore della proprietà "assolutamente necessario. Quando, all’indomani della retrocessione della scorsa stagione sportiva, la tifoseria aquilana ha posto un chiaro aut aut a questa compagine societaria, semplificato nello slogan 'O vincete o lasciate!', essa ha chiesto non solo di allestire una rosa competitiva in grado di lottare fino all’ultimo per il ritorno dei Rossoblù nel calcio professionistico, ma anche – per citare un nostro comunicato del 1° giugno 2016, significativamente intitolato 'Basta umiliazioni!' – di 'riprogrammare il futuro con serietà, lungimiranza e trasparenza'.
L’arrivo a L’Aquila di un allenatore carismatico come Massimo Morgia, dichiaratamente intenzionato a realizzare insieme alla Società un progetto calcistico di medio-lungo termine, fondato sulla valorizzazione dello Stadio e del settore giovanile, è sembrato per qualche tempo poter essere garanzia di una reale discontinuità nella gestione del club, ma dopo appena qualche mese i problemi sono riemersi, fino al cortocircuito comunicativo di questi giorni.
Incertezza finanziaria, soci assenti, scarso rispetto dei ruoli, mancata o scarsa collaborazione tra le diverse componenti del sodalizio: come ogni anno, puntuale sembra ripetersi il solito film che ha finito per disorientare e far disamorare la tifoseria rossoblù. Di fronte a questo spettacolo poco piacevole la proprietà non può non esprimersi in merito: occorre indicare con chiarezza il progetto sportivo e il modello gestionale che si intende portare avanti e, soprattutto, qual è l’interesse che anima ancora gli attuali soci – o almeno quelli che possono tuttora definirsi tali – nel fare calcio a L’Aquila, anche alla luce delle gravi affermazioni dell’amministratore unico Ranucci sulla presunta situazione economica del club.
In mancanza di questa chiarezza e di una conseguente assunzione di responsabilità, il finale del film è purtroppo già scritto: quand’anche i risultati sul campo dovessero arridere ai colori rossoblù, si continuerà a navigare a vista senza una prospettiva definita e il rapporto con la ‘piazza’ aquilana finirà per risultare irrimediabilmente compromesso. Alla luce di questa posizione, rappresentata di persona questo pomeriggio al presidente Corrado Chiodi, la nostra associazione si aspetta già nei prossimi giorni un intervento deciso da parte della proprietà, che dia un segnale chiaro all’interno e all’esterno del sodalizio rispetto alle criticità sollevate".
... E la proprietà fa sentire la sua voce
"La piazza ci chiede a gran voce un intervento in merito ai comunicati usciti in questi giorni. Dopo un'attenta riflessione e rilettura di ogni cosa, come società ci sembra opportuno fare chiarezza su alcune questioni, sperando che sia l'ultima volta".
Si legge in una nota firmata dalla proprietà dell'Aquila calcio. "Innanzitutto, occorre ribadire che mai la proprietà è stata così vicina al gruppo come in questa stagione e lo testimonia la quotidiana presenza sul campo nei vari allenamenti, nelle varie riunioni e anche nel tempo libero. Va ribadito che, dopo l'amara retrocessione dello scorso anno per la quale abbiamo sempre ammesso di aver commesso degli errori, pensiamo di essere ripartiti con un progetto serio e valido stabilendo obiettivi e priorità e con l'intento, ovviamente, di vincere il campionato in corso, e il mercato invernale ne è la dimostrazione.
Vogliamo anche precisare che la nostra stagione sportiva non è né compromessa e né finita, a meno che non lo si voglia, ma non è certo questa la nostra volontà e dunque, per la restante parte di campionato, abbiamo chiesto massimo impegno sforzandoci, noi per primi, di garantire alla squadra la giusta serenità. Spesso siamo stati accusati di scarsa comunicazione eppure, pur essendo in serie D, abbiamo cercato - e questo ci viene riconosciuto anche dalle società che incontriamo ogni domenica - di mantenere una certa immagine e una organizzazione impeccabile, come se fossimo ancora in Lega Pro. Quando ci si accusa di poca chiarezza e trasparenza non abbiamo ben compreso dove si voglia andare a parare: gli obiettivi sono stati dichiarati ad inizio stagione e se non avessimo voluto vincere non avremmo mai investito altri fondi per prendere giocatori importanti.
In merito poi alle 'parole' venute fuori in questi giorni, occorre dire e lo ribadiamo con forza che la nostra società, anche se qualcuno pensa il contrario, è una società seria che sta mantenendo gli impegni presi con tutte le difficoltà che ogni azienda, anzi ogni famiglia, può avere in un momento delicato non solo per noi ma per l'economia della città. Come in ogni famiglia, perché noi siamo innanzitutto una famiglia composta da amici che condividono la stessa passione, ci possono essere delle incomprensioni, a volte dovute anche a incompatibilità caratteriali, ma per noi questo non è determinante per il proseguo della stagione in quanto faremo del tutto per riportare equilibrio e serenità in ogni singola componente. Dispiace certamente di essere saliti agli onori della cronaca per una questione che, probabilmente, avremmo dovuto risolvere in casa nostra ma, essendo la storia venuta fuori comunque, era anche doveroso come società non insabbiare quanto accaduto.
Come proprietà saremo vigili e attenti affinchè non si verifichi più nessuna situazione che possa in qualche maniera turbare e compromettere il raggiungimento dell'obiettivo da noi prefissato. La nostra volontà è vincere, ovviamente, ma se questo non dovesse accadere subito, non nascondiamo la voglia di dare una continuità al progetto tecnico iniziale vista l'ossatura già presente che, ne siamo certi, è vincente. Questo sempre rispettando la volontà di una piazza che più volte ci ha imposto come slogan: 'o vincete o lasciate'. In questo momento particolarmente delicato chiediamo a tutti coloro che credono nello stesso nostro sogno di non amplificare dettagli che possono solo far male a L'Aquila Calcio e di concentrarsi solo ed esclusivamente sulle 12 finali che di qui alla fine andremo ad affrontare. Forza L'Aquila!".
I calciatori: "Tutti uniti, tutti fieri, fino alla vittoria"
"Come dice sempre mister Morgia questa 'maglia' ha un peso specifico diverso dalle altre; la terra e la gente che rappresenta richiede grande consapevolezza ed una maggiore assunzione di responsabilità affinchè noi possiamo esserne degni".
Si legge in una nota dei calciatori dell'Aquila calcio che, proprio per questo, tengono a dire "alla nostra gente" che "nulla e nessuno potrà impedirci di lottare per raggiungere un obiettivo al quale crediamo fortemente. Ringraziamo la proprietà e in particolare il presidente Corrado Chiodi per il sostegno e la vicinanza quotidiana nei nostri confronti, oltre che per la profusione di grandi sforzi ed energie. Condividiamo la filosofia di vita e di calcio del nostro mister al fianco del quale saremo sempre schierati, spalla a spalla fino alla fine. 12 contese, 12 finali per raggiungere un sogno: non più chiacchiere ma solo lavoro, sacrificio e senso di appartenenza. Tutti uniti, tutti fieri, fino alla fine. Fino alla vittoria".