Venerdì, 15 Settembre 2017 16:31

L'Aquila Rugby: la stagione al via, i debiti del club e le prospettive future

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Sono settimane durissime per L'Aquila Rugby Club. Il club neroverde, che il prossimo 1 ottobre esordirà in Serie A ospitando al Fattori il Prato Sesto, è ancora scosso dalla perdita del presidente Mauro Zaffiri, morto lo scorso 24 agosto.

E se già da mesi il numero uno del club aveva più volte manifestato l'intenzione di cedere la società a un gruppo imprenditoriale economicamente più solido, ora il vuoto lasciato da Zaffiri si fa sentire, nell'interlocuzione con la squadra, con lo staff e non ultimi con il mondo della politica e dell'imprenditoria cittadina.

L'8 settembre scorso l'assemblea dei soci ha nominato un nuovo management, una sorta di struttura dirigenziale per l'ordinaria amministrazione: Antonio Di Giandomenico, delegato dalla famiglia Zaffiri (proprietaria della maggior parte delle quote societarie) è oggi amministratore delegato, mentre Luigi Fabiani è il nuovo direttore generale. Confermati gli altri membri del consiglio d'amministrazione.

La stagione al via. Sono due i nodi principali. Il primo riguarda il difficile avvio - e la conseguente prosecuzione - della stagione sportiva 2017-2018. Una stagione che si potrebbe affrontare anche riducendo il budget al massimo, considerando l'assenza di retrocessioni in Serie A (l'Eccellenza dal 2018 sarà a 12 squadre). La preparazione è iniziata a fine agosto, agli ordini dei coach (confermati) Vincenzo Troiani e Pierpaolo Rotilio, ma ad oggi il gruppo conta una ventina di atleti, compresi sette giovani in prestito provvisorio dalla Polisportiva L'Aquila di Vincenzo De Masi. E' questo il principale motivo dell'assenza forzata dell'Aquila al memorial Sebastiani di domani.

Come è successo quasi sempre negli ultimi decenni di storia del rugby aquilano, dunque, il destino (vitale o mortale) dei colori neroverdi sarà deciso sostanzialmente dalla società di De Masi, un uomo forte della palla ovale nostrana. L'architetto aquilano potrebbe confermare a fine mese il prestito dei giovani under e "rientranti" della Polisportiva, oltre a cedere - sempre in prestito - alcuni giocatori della sua seniores, che milita in Serie C1. Occorrerà vedere tuttavia quali saranno le condizioni economiche dei prestiti e quale sarà l'accordo sui crediti pregressi che la Polisportiva vanta su L'Aquila Rugby Club. E qui veniamo al secondo punto.

I debiti. La Polisportiva vanta qualche migliaio di euro per prestiti di giocatori e per il fitto delle strutture di Centi Colella, dove nel primo anno di vita dell'Aquila Rugby Club si allenava, prima dell'apertura del campo di Piazza D'Armi. C'è poi un credito di diverse migliaia di euro, che la Polisportiva vanterebbe sin dai tempi dell'Aquila Rugby 1936, la società iper-indebitata che nel 2014 cedette il titolo sportivo all'Aquila Rugby Club, per lavori di ammodernamento al Centi Colella. Su questa pretesa la visione è tutt'altro che pacifica, e probabilmente per chiarire la legittimità o meno del credito sarà necessario l'intervento della Federazione.

Ci sono poi debiti nei confronti del Comune dell'Aquila, e di altri creditori privati, mentre la società è riuscita nella sua finora breve storia a non esporsi con le banche, rispetto alla compagine precedente, dalla quale ha ereditato peraltro più di 200mila euro di debiti nei confronti di giocatori (saldati interamente dalla gestione Zaffiri).

La voce più insistente della situazione debitoria dell'attuale società riguarda giocatori, staff tecnico e organizzativo degli ultimi tre anni, ma sulle cifre si sta ricostruendo un quadro da consegnare al cosiddetto "comitato dei garanti" (nominato dalla giunta comunale di Pierluigi Biondi e composto da Luciano Cicone, Carlo Caione e Francesco Camerini), che analogamente a quanto successo con L'Aquila Calcio, analizzerà e probabilmente renderà pubblica la situazione debitoria del club. Nel frattempo sono diversi i contatti dell'amministrazione comunale del capoluogo con alcuni imprenditori, nel tentativo di individuare un nuovo management che abbia liquidità e "gambe" per correre da solo.

Le prospettive future. Riuscirà la "gloriosa" squadra dell'Aquila a rendersi economicamente autonoma? Come è noto, infatti, i problemi di cassa delle tre società neroverdi che si sono susseguite negli ultimi due decenni sono piuttosto cronici. E partono da metà degli anni Novanta, quando la società (e il territorio) non ha saputo rispondere alle esigenze di uno sport che, a quei livelli, stava diventando proprio in quel momento semi-professionistico. Legandosi, di conseguenza, alla politica, quasi sempre sulla sponda centrosinistra.

Intraprendere un campionato di Serie A - la seconda categoria nazionale - senza velleità di promozione, costa a un club circa 300mila euro, una cifra che per sua stessa ammissione Mauro Zaffiri non aveva a disposizione (nonostante abbia anticipato personalmente migliaia di euro), avendo rilevato il titolo sportivo da una società a sua volta sull'orlo del fallimento e sperando in un successivo ingresso di imprenditori che, ad oggi, non è ancora avvenuto

Forse, alla luce di quanto timidamente risponde il tessuto economico del territorio, tutti gli addetti ai lavori e i (tantissimi) appassionati del rugby all'Aquila dovrebbero prendere coscienza e consapevolezza dell'insostenibilità economica di due società in Serie A.

Forse si potrebbe costruire un'unica struttura "piramidale" che porti ad allargare la base del movimento, con un orizzonte regionale, e arrivi ad una "cima" unica. Sostenibile e vincente, dentro e fuori dal campo.

Ultima modifica il Venerdì, 15 Settembre 2017 17:44

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