Chiusi i rispettivi campionati, L’Aquila Rugby Club e L’Aquila Calcio 1927 si apprestano a vivere settimane decisive per il proprio avvenire.
Le due società hanno disputato due stagioni molto positive considerando le incerte condizioni di partenza, l’instabilità interna e i ben noti problemi economico-finanziari in cui navigano da tempo.
I neroverdi, nonostante la rosa ristretta e la penalizzazione subita per non aver disputato la prima giornata, hanno chiuso al quarto posto della poule promozione di serie A. L’Aquila Calcio, messa, se possibile, ancor peggio, è arrivata addirittura ai playoff, dove si è arresa solo al forte Matelica, che aveva chiuso la stagione regolare in prima posizione.
Entrambe sono chiamate, in questi giorni, a programmare la nuova annata sportiva. Entro il 30 giugno bisogna effettuare le iscrizioni ai prossimi campionati ma il futuro appare più che mai incerto.
L’Aquila Calcio
A fine marzo scorso, la società ha approvato, in netto ritardo, il bilancio relativo al 2016/17, che si è chiuso, spiega a NewsTown l’amministratore unico uscente David Miani, con un debito complessivo superiore al milione e mezzo di euro, cresciuto ulteriormente in seguito all'ultima stagione.
La società è ufficialmente in vendita ma l’avvocato romano Tiberio Gulluni, che è stato delegato, dall’assemblea dei soci, a trattare e a negoziare con eventuali compratori, sentito da NewsTown, ha fatto sapere che, al momento, non è stata intavolata nessuna trattativa. A parte qualche interessamento molto informale, non c’è stato altro.
Sopratutto, non è stata presentata nessuna reale offerta, malgrado, nella nota inviata alla stampa in occasione dell’approvazione del bilancio, gli attuali soci avessero fatto sapere che sarebbero stati disposti ad accollarsi il pagamento di tutti i debiti pregressi mediante un piano di rientro pluriennale.
Se entro la fine di maggio il quadro non cambierà, se non si manifesterà un reale e concreto interessamento da parte di qualche acquirente, che dovrà comunque pagare il debito sportivo nei confronti della Figc, ammontante a 200mila euro, e sostenere le spese di iscrizione al nuovo campionato, la società verrà messa ufficialmente in liquidazione. Il che vuol dire fallimento e ripartenza dalle serie inferiori.
L’Aquila Rugby Club
Il destino dell’Aquila Rugby Club sarà illustrato ufficialmente, nei prossimi giorni, dai vertici della società in una conferenza stampa nella quale sarà fatto il punto sulla stagione appena terminata.
Ad annunciarlo a NewsTown è il presidente Fulvio Angelini, che fino ad allora ha dichiarato di non voler rilasciare dichiarazioni.
Da quel che si sa, il club ha chiuso l’anno con un bilancio in sostanziale pareggio, riuscendo a onorare tutti gli impegni economici presi con i giocatori.
Rimane, tuttavia, l'enorme debito pregresso, che secondo i ben informati si aggira sui 500/700mila euro (ma una cifra esatta non è mai stata data).
La vera spada di Damocle che pende sul club, però, è un’altra e si chiama franchigia territoriale, la società unica a cui vorrebbero dar vita Gran Sasso Rugby, Polisportiva, Vecchie Fiamme e L’Aquila Neroverde.
Finora L’Aquila Rugby Club è rimasta a guardare, essendo sempre rimasta estranea (non per propria scelta) al progetto, che tra l’altro sembra piacere molto anche al sindaco Biondi.
Se davvero la fusione dovesse andare in porto senza la società fondata da Mauro Zaffiri, l’anno prossimo, all’Aquila, potrebbero esserci due franchigie, entrambi militanti nel campionato di serie A, entrambi recanti, nella propria ragione sociale, il nome L’Aquila Rugby (la nuova società dovrebbe infatti chiamarsi L’Aquila Rugby Gran Sasso) ed entrambi destinate a giocare al Fattori. Una follia, per la quale, a pagare di più, sarebbe proprio L’Aquila Rugby Club, che potrebbe ritrovarsi con una rosa praticamente azzerata - i giocatori dati in prestito quest’anno dalla Polisportiva tornerebbero quasi sicuramente a casa - un budget limitatissimo e i vecchi debiti sempre sul groppone.
Sembra che, rispetto alle rigidità mostrate nei mesi scorsi, la società, nelle ultime settimane, si sia leggermente ammorbidita, anche se la situazione rimane molto fluida. Di certo c'è che ci sono stati degli incontri tra i vertici del club e quelli delle altre società e che altri ce ne saranno nei prossimi giorni.
Tempi, modi e dettagli tecnico-legali dell’eventuale fusione, naturalmente, devono ancora essere studiati e definiti, così come andrebbero pensati ex novo anche i futuri assetti (organigramma, staff tecnico eccetera) della nascente società.
Se, invece, l’affare dovesse chiudersi anche con L'Aquila rugby Club dentro, a farne le spese – non considerando il Paganica Rugby, che ha detto di voler continuare per conto suo – sarebbe a quel punto unicamente Rugby Experience, società giovane, priva di una prima squadra (da quando è stata fondata ha svolto solo attività di settore giovanile, affiliandosi, da un paio d’anni a questa parte, all’Aquila Rugby Club), ma dal vivaio molto ricco, composto da oltre 200 tesserati. Senza la possibilità e la prospettiva di poter giocare, un giorno, in prima squadra in un campionato importante, molti di questi giovani atleti potrebbero, tuttavia, sentire la necessità di “emigrare” nella nuova società che nel frattempo si sarà costituita.
In questo quadro va inserito anche il discorso, non secondario, della gestione e dell'utilizzo futuri degli impianti sportivi del rugby: da Centi Colella al Fattori, dal nuovo campo di Piazza dArmi allo stadio di Villa Sant'Angelo, che è stato, fino ad oggi, la casa della Gran Sasso Rugby. Un impianto, quest'ultimo, funzionale e moderno, costruito dopo il terremoto in larga parte con i soldi pubblici della legge mancia, ma che rischierebbe di diventare fuori scala e troppo costoso da gestire per un piccolo comune come Villa Sant'Angelo qualora la Gran Sasso Rugby dovesse decidere di optare per la franchigia unica e quindi per il Fattori.