L'Aquila rischia di perdere la squadra di rugby, l'Unione Rugby L'Aquila e, soprattutto, il titolo sportivo.
Stamane, il presidente della società Pierfrancesco Anibaldi e il consigliere d'amministrazione Antonio Nardantonio hanno voluto lanciare un disperato appello alla città: se entro il 10 settembre prossimo non verranno presentate proposte per sostenere o rilevare la società sulla base di un solido progetto sportivo, l'Unione verrà sciolta e, dunque, non parteciperà al campionato di serie A.
"Si dice che il rugby cittadino sia in crisi: non credo sia vero", le parole del presidente Anibaldi. "Anzi, guardando in prospettiva, sono convinto che viviamo uno dei periodi migliori degli ultimi anni. Un anno fa, dando vita al progetto dell'Unione Rugby ci eravamo proposti di seguire la via della sostenibilità economica e della valorizzazione dei giovani rugbisti aquilani. Ebbene, i nostri ragazzi hanno giocato facendo un'ottima figura in campionato; la squadra si è salvata evitando i play off con una vittoria straordinaria sulla Capitolina, la compagine che aveva dominato la stagione: in campo, quel giorno, c'erano 5 ragazzi under 18. Dal punto di vista giovanile c’è fermento, aumentano i numeri dei praticanti e migliorano i risultati", ha aggiunto Anibaldi. "Lo ripeto: non è affatto vero che il rugby aquilano è in crisi. I problemi, piuttosto, sono di natura economica: abbiamo tentato di tenere il bilancio in equilibrio, rispetto al documento di previsione abbiamo tagliato ulteriormente i costi nel corso della stagione passata; tuttavia, non abbiamo ricevuto alcun aiuto, se non da alcuni amici - non possiamo chiamarli sponsor - e il massimo contributo incassato è stato pari a 5mila euro. Ci era stato detto che il problema stava in un progetto nuovo ma perseguito con gente 'vecchia': ebbene, queste persone nei mesi scorsi si sono fatte da parte ma non è cambiato assolutamente nulla. A questo punto, mi domando: siamo noi il problema? Il Consiglio d'amministrazione è disposto a farsi da parte, a cedere la società a chiunque abbia davvero a cuore le sorti del rugby e ci presenti un serio progetto sportivo".
"La nostra preoccupazione - ha aggiunto il presidente - è salvare il rugby in città, non siamo attaccati alla poltrona e non abbiamo alcun tipo di preclusione. Se si dovesse perdere il titolo di serie A, sarebbe difficile, ripartendo dalla C, tornare presto nei campionati che contano. Il titolo è l'unica cosa che abbiamo e non vorremmo si perdesse".
Anibaldi e Nardantonio hanno ribadito che la società ha debiti per meno di 50mila euro - "ed in particolare verso i giocatori: ci dispiace davvero non aver potuto onorare gli impegni assunti" si è rammaricato Nardantonio - ma la nuova stagione costerebbe, all'incirca, 300 mila euro e, al momento, la società non riuscirebbe a garantire più di 150mila euro.
"Per questo, ci rivolgiamo alla città", ha proseguito Nardantonio: d'altra parte, "la questione è prima ancora culturale: vogliamo capire se c'è la volontà di tutelare il rugby aquilano. L'anno passato, in pochi hanno seguito la squadra sugli spalti. Dal Comune dell'Aquila, è arrivato un contributo di 4 mila euro (e abbiamo pagato 2.800 euro per lo stadio Fattori). Noi siamo pronti a farci da parte, a patto che si tutelino i 50 atleti, tra serie A e under 18, per non parlare della under 16 e delle altre categorie".
Come noto, l'Unione L'Aquila Rugby è nata un anno fa dalla fusione tra Gran Sasso Rugby, che ha ceduto il suo titolo sportivo, Polisportiva L'Aquila Rugby, lVecchie Fiamme e L'Aquila Neroverde. Alla fine di giugno, l'assemblea dei soci ha disposto di modificare la composizione interna, con la nascita di una società unica le cui quote, fino a quel momento possedute dalle quattro società fondatrici – Gran Sasso (40%), Polisportiva (40%), Vecchie Fiamme (10%) e L’Aquila Neroverde (10%) - sono state assegnate a persone fisiche, individuate all’interno del consiglio d’amministrazione. Inoltre, si è disposta la modifica dello statuto che, al momento, consente di far parte della società solo ad affiliati Fir, per permettere l’ingresso di nuovi soci, compresi, dunque, anche eventuali imprenditori e investitori privati. Un passaggio non ancora formalizzato, considerato che - ha ribadito Anibaldi - "al momento non c'è stata alcuna manifestazione concreta di interesse".
Nei giorni scorsi, in realtà, era filtrata la notizia di una possibile rivoluzione societaria, propiziata dall'ingresso di nuovi sponsor, a iniziare da Aterno Gas&Power di Marco Scopano, lo stesso imprenditore coinvolto nell'affaire L'Aquila calcio - di cui resta main sponsor per la prossima stagione, sebbene sia saltato l'accordo tra la nuova proprietà della squadra di calcio e la cordata di imprenditori guidata da Eliseo Iannini con lo stesso Scopano e Domenico Cimini - che aveva confermato ai nostri microfoni di aver incontrato i vertici dell'Unione informalmente, alla presenza del sindaco Pierluigi Biondi, ribadendo la disponibilità a "sostenere la squadra per il campionato di serie A ma solo a patto di ripartire con un progetto nuovo, pluriennale ed economicamente solido. Naturalmente - aveva aggiunto - tutto questo non posso né voglio farlo da solo, c'è bisogno anche della presenza di altri imprenditori. Ma smentisco che io in questo momento sia il capofila di una cordata".
Si era parlato persino della possibile discesa in campo di Pierpaolo Pietrucci come futuro presidente del sodalizio, e l'ex consigliere regionale non aveva negato l'ipotesi.
Tuttavia, "dopo l'incontro informale con l'imprenditore non abbiamo più avuto alcuna interlocuzione - ha chiarito stamane Anibaldi - e d'altra parte non si era parlato né di cifre né di progetti; il resto, lo abbiamo appreso dalla stampa, compresa l'ipotesi di un interessamento di Pietrucci a condividere il nuovo progetto sportivo. Non si sono fatti passi in avanti, di alcun tipo, non c'è stato nulla di concreto".
Evidentemente, l'appello rivolto stamane alla città dovrebbe servire anche a smuovere le acque: "i tempi ci sarebbero per salvare la società" ha ribadito Anibaldi; la squadra è stata regolarmente iscritta al prossimo campionato che inizierà alla metà di ottobre, "e gran parte dell'organico c'è, si tratta dei ragazzi su cui vorremmo continuare a scommettere, giovani validissimi: servirebbero 3 o 4 innesti per completare la rosa. Anche lo staff tecnico sarebbe pronto a sposare il progetto".
A patto che ci sia, un progetto. Altrimenti, la città, dopo aver digerito l'ennesimo fallimento dell'Aquila calcio ripartita, l'anno passato, dalla Prima categoria e rilevata, quest'anno, dai tifosi, dovrebbe rassegnarsi mestamente a dire addio al rugby che conta.