Giovedì, 05 Settembre 2019 22:49

Rugby, dentro l'UR volano gli stracci. Campionato sempre più a rischio

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Manca poco più di un mese all’inizio del campionato di rugby di serie A – programmato per il 20 ottobre - e ancora non si sa se l’UR L’Aquila scenderà in campo.

Il club, che ha effettuato l’iscrizione ed è stato inserito nel gruppo 3, sta vivendo una fase a dir poco confusionaria.

Oltre ai problemi già noti, in primis quello legato all’assenza di un budget sufficiente ad affrontare un torneo competitivo come la serie cadetta, iniziano a volare gli stracci tra i membri del sodalizio, costituitosi solo un anno fa proprio per, si disse allora, mettere fine alle faide interne al mondo della palla ovale aquilana e ripartire con un progetto sano e in grado di guardare al futuro.

Dodici mesi dopo, quel progetto si sta sfarinando. Nell’assemblea pubblica svoltasi due giorni fa su iniziativa del presidente della Polisportiva Paolo Mariani, sono volate bordate nei confronti del presidente dell’UR Pierfrancesco Anibaldi. Ad attaccarlo, senza mezzi termini, sono stati lo stesso Mariani e anche Francesco Aloisio, presidente dell’Aquila Neroverde.

I due hanno sostanzialmente accusato Anibaldi di aver fatto naufragare il progetto, di non essere stato in grado di trovare sponsor e soci disposti a investire, di aver fatto appena due riunioni in un anno, di aver sfaldato la squadra dando una sorta di liberi tutti ai giocatori al termine della passata stagione. Ultimo ma non ultimo, di aver epurato Vincenzo De Masi e lo stesso Aloisio.

Anibaldi ha già annunciato che si dimetterà il 10 settembre, che è anche la data che i soci dell’UR, in una conferenza stampa tenutasi nemmeno un mese fa, si erano dati come scadenza per trovare i soldi.

Per disputare un campionato di serie A a un livello competitivo servirebbero tra i 200 e i 300mila euro. Dentro l’Unione sono convinti di potercela fare anche con meno ma è una previsione quantomeno ottimistica. E comunque di concreto, ad oggi, non c’è nulla, se non promesse e impegni molto vaghi presi da alcuni imprenditori. Il club, inoltre, ripartirebbe da un passivo di poco meno di 50mila euro, tra debiti verso i fornitori e esposizione con le banche.

C’è un altro problema, poi, oltre a quello (non secondario comunque) del budget ed è la rosa. Il club può contare, in questo momento, su non più di 15/16 atleti. In questo clima di incertezza, chi ha potuto è andato a giocare altrove, fuori L’Aquila o in altre società cittadine (Paganica Rugby).

Oggi si terrà una nuova riunione per capire se, pescando dall’Under 18 e dalla serie C, può essere raggiunto un numero congruo di giocatori per formare una rosa.

Ma ammesso che si riuscisse ad assemblare all'ultimo momento una squadra, ciò significherebbe affrontare un torneo semi-professionistico con giovani senza esperienza in campionati senior e atleti probabilmente non attrezzati né fisicamente né tecnicamente per competere contro avversari ben più navigati.

Da questo punto di vista, dentro la Polisportiva c’è chi opterebbe per fare comunque la serie A, anche per non cedere il titolo alla FIR e lasciare L’Aquila, per la prima volta dopo oltre 70 anni, senza una squadra iscritta a un campionato di vertice; e chi, invece, rema per dare priorità all’Under 18 e ripartire dalla C.  

Ultima modifica il Venerdì, 06 Settembre 2019 10:31

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