Domenica, 11 Maggio 2014 20:17

L'Aquila, il sogno finisce con una beffa: il Pisa vince senza meritare. Pagliari commosso: "Potrei lasciare"

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Alla fine, l'incontro con la storia ha riservato la sconfitta. Amara, dal sapore atroce della beffa. 

L'Aquila calcio, al termine di una grande prestazione, paga uno di quegli errori già commessi durante l'anno (vedasi Grosseto), in cui sciupa e si fa infilare all'ultimo. Ma oggi valeva un passo avanti verso il sogno della serie B, non una semplice domenica. 

A dire il vero, il match col Pisa è sembrato anche 'stregato'. Come altro definire quella porta dove non sono riusciti ad entrare il tiro di Pià e il colpo di testa di Agnello nel primo tempo, e la punizione di Corapi all'ultimo secondo?

"Non sempre il migliore vince" e il Pisa ha vinto solo perché Goldanica al 43' del secondo tempo ha fatto gol. Un errore della difesa lo ha lasciato solo, all'improvviso, da calcio piazzato.

"I cambi". I cambi sono stati quell'elemento imprevisto che ha condizionato L'Aquila, costretta a sostituire per infortuni e non per scelta tattica.
Ma al destino rispondeva il popolo caloroso che gremiva il Fattori: compatto, ribollente, bello. Di quella bellezza che non sembra possibile tradire, in quella giornata in cui sembra di avere nelle mani le carte giuste.

Così quando la partita inizia, L'Aquila - un po' a sorpresa - attacca subito senza riverenza alcuna, facendosi pericolosa immediatamente con la punizione di Corapi dopo due minuti. I rossoblù pungono e fanno valere la loro effervescenza e l'indomabilità di chi vuole arrivare più in alto che mai.
Ma il Pisa è squadra esperta e società abituata ai livelli alti del calcio. Riconquista il campo e prende le redini del gioco dopo i primi dieci minuti.

Dura poco, perché al 20' L'Aquila rompe, e crea semplicemente due mostruose palle gol. Quella di Pià, lanciato da Corapi, e quella di Agnello sempre su calcio d'angolo del calabrese: la traversa-linea che compie la palla dopo l'incornata, tornando in campo, grida ancora vendetta.

Poi solo paura e voglia di tornare negli spogliatoi. Un attimo prima Ciciretti però deve entrare al posto di Pià, troppo presto.
Al ritorno in campo le occasioni migliori sono ancora dell'Aquila con Frediani, che al 4' se ne va da solo da centrocampo, converge al centro come sa fare, incrocia il tiro che viene deviato lasciando di stucco il portiere, ma la palla termina di poco fuori.

Anche De Sousa avrà il suo pallone al 40' su contropiede ma il suo diagonale è debole. Il Pisa tiene il campo certo ma non c'è, e quando il pubblico partecipa come un onda che spinge a dare forza all'azione rossoblù, sembra esserci quella osmosi magica tra città e squadra che prelude al guizzo, alla storia.

Un' osmosi che dovrebbe reggere anche all'urto della sostituzione del centrale Pomante al 27' del st, recuperato in settimana dopo lungo infortunio e uscito per crampi. Perché a quel punto così delicato con l'uscita del capitano, il limite dell'Aquila si intravede ancor di più: nella stanchezza manca un uomo squadra che trascini, su cui gli altri possano appoggiarsi per trovare il coraggio necessario per poterci credere.

Corapi è un funambolo che fa magie con i suoi piedi e tira fuori delle energie inaspettabili, e De Sousa una tecnicissima mezza punta che ha classe da vendere. Ma nessuno è l'uomo forte che può guidare la squadra, composta per lo più da giovani, in un momento così difficile. Chi più di tutti in in mezzo al campo sembra emergere nel finale, e far credere all'Aquila che sì, può farcela davvero a battere l'esperto Pisa, è un diciannovenne chiamato Marco Frediani. Talento da vendere, carriere sicura, gioiello che ha brillato per un'intera stagione. Con lui c'è anche il pubblico, dodicesimo e tredicesimo uomo in campo: non smette mai di incoraggiare la squadra sempre più stanca e la trascina insieme a Pagliari da oltre le linee del campo. E' così che forse L'Aquila potrebbe farcela. Il tema della rinascita è forte e puoi respirarlo in curva oggi, come in tutta questa annata meravigliosa.

Ma al 43' del secondo tempo, su una punizione, spunta la testa solitaria di Goldaniga, uno stopper, che fa gol.

Il tema della rinascita può passare anche dalla sconfitta, anche se immeritata come questa.

Sarà a L'Aquila calcio, la città e chi ha l'onere di amministrarla, saper trovare la forza di continuare a camminare verso una stabilità nei livelli alti del calcio. Importanti da mantenere prima di tutto per tenere in piedi una storia bella e positiva che si è creata nella città del dopo terremoto.

Se andasse diversamente sarebbe davvero un disastro. Quest'anno fantastico ha fatto stringere la città intorno la sua squadra, nel suo stadio. Ha saputo far ritrovare L'Aquila agli aquilani, facendo conoscere quanto di più profondo caratterizzi la sua esistenza, anche a chi è venuto da fuori e non la conosceva.

Come ai Pisani, fortunati e splendidi. A fine gare ci sono stati gli applausi reciprochi tra le due tifoserie che in tutto il pre-partita hanno festeggiato, mangiato e bevuto insieme agli aquilani tra cori, carrozzine di bambini e famiglie tranquille che passeggiavano nei dintorni del Fattori. Questa è la cultura della città. Vince sempre.

Quale sarà allora il progetto futuro dell'Aquila?

In conferenza stampa Giovanni Pagliari risponde alle domande dei giornalisti: "Per come sono fatto io, me ne andrei oggi dopo gli applausi della curva e il coro col mio nome". A dirlo l'uomo Pagliari che L'Aquila ha ammirato e saputo amare. Il demiurgo in mano al quale tutto questo è stato possibile. Lo stesso che oggi ha un'espressione scura in volto, da cui risplendono comunque gli spigoli che contraddistinguono la sua tempra dura. "Ora ci metterò un'altra mezz'oretta prima che mi passi. Poi sarò sereno perché abbiamo fatto bene. C'è poco da commentare della partita, siamo stati più forti. Alcuni giocatori a fine gara piangevano. Ho fatto fare un applauso generale a tutti noi negli spogliatoi perché dobbiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo fatto". Poi fa l'ultimo sorriso, mentre dribbla già due giornalisti con un doppio passo e sparisce. Lo rivedremo? "L'ho detto, per come sono fatto io me ne andrei. Non ho neanche un contratto ed è tutto da vedere, e comunque è prematuro da dire. Ci sono possibilità anche che rimango", aveva risposto poco prima a chi insisteva a domandargli del suo futuro.

IL TEBELLINO DELLA PARTITA

L'Aquila: Testa, Pedrelli (20' st Scrugli), Dallamano, Corapi, Zaffagnini, Pomante (27' st Ingrosso), Agnello, Del Pinto, De Sousa, Frediani, Pià (45' st Ciciretti). All. Pagliari

Pisa: Provedel, Pellegrini (18' st Kosmic), Sabato, Sampietro, Rozzio, Goldaniga, Mannini (33' st Martella), Favasuli, Arma, Giovinco (46' st Parfait), Cia. All. Menichini

Arbitro: Sacchi di Macerata

Reti: 42' st Goldaniga

Note: ammonito Sabato, Provedel

 

 

Ultima modifica il Martedì, 13 Maggio 2014 03:47

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