Mercoledì, 05 Maggio 2021 20:43

Marco Scarponi, fratello di Michele, all'Aquila per parlare di sicurezza stradale

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Il 22 aprile 2017 moriva Michele Scarponi, uno dei più forti e amati ciclisti italiani. Il corridore perse la vita in un incidente stradale mentre si stava allenando con la sua bici a Filottrano, nelle Marche.

Per onorarne la memoria, la famiglia, con in testa il fratello Marco, ha dato vita alla fondazione Michele Scarponi, che promuove progetti e iniziative sull’educazione alla sicurezza stradale e su una cultura del rispetto delle regole, con un’attenzione particolare rivolta agli utenti della strada più fragili. Un’opera di sensibilizzazione che viene portata avanti con il mondo dello sport, le forze dell’ordine, le amministrazioni locali e, soprattutto, con le scuole.

Approfittando dell’approssimarsi del Giro d’Italia – che inizierà l’8 maggio e che quest’anno toccherà di nuovo L’Aquila il 17 maggio con una partenza di tappa, preceduta, il giorno prima, da un arrivo in quota a Rocca di Cambio  - Marco Scarponi è stato in città per tenere una lezione in streaming ai ragazzi delle seconde e terze medie di vari istituti comprensivi e agli alunni del Da Vinci-Colecchi.

Prima dell’incontro, Scarponi ha tenuto una conferenza stampa a Palazzo Fibbioni insieme al sindaco Pierluigi Biondi, agli assessori comunali Carla Mannetti (Mobilità) e Francesco Bignotti (Sociale) e all’ex assessore Vittorio Fabrizi, coordinatore del comitato che sta organizzando la tappa del 17 maggio.

“Vengo sempre volentieri all'Aquila e in Abruzzo” ha detto Scarponi “perché qui, come anche in altre zone d’Italia, è ancora grande l’affetto verso mio fratello. Intorno ai temi della mobilità e della sicurezza stradale stanno cambiando tante cose. I ragazzi di oggi si approcciano alla strada in modo diverso rispetto alla mia generazione. In passato c’è stata una cultura sbagliata, troppo incentrata sulla guida dell'auto e sul mito della velocità. Attivare e accompagnare questo cambiamento è fondamentale. Con la pandemia si stanno accelerando i processi per ripensare gli spazi urbani, sta maturando una maggiore consapevolezza su come lo spazio urbano possa essere usato in altro modo, mettendo al centro le persone”.

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