Oggi la 43esima edizione della Campestrina della Perdonanza, l’evento sportivo ormai entrato a far parte del tradizionale cartellone della Perdonanza Celestiniana.
Come ha spiegato l’organizzatore dell’evento, Corrado Fischione, il progetto rientra in una serie di quattro iniziative che si riuniscono sotto il titolo “Corri L’Aquila con noi”.
Quello della Campestrina è il terzo evento, che è stato preceduto dal Campionato regionale paralimpico svoltosi il 24 aprile e dal convegno nazionale sulla disabilità che si è tenuto il 6 maggio.
La Campestrina in questi anni ha resistito a terremoti e a pandemie riempiendo ogni anno le piste di bambine e bambini, dai 0 ai 17 anni, per creare un momento dal grande valore sportivo, educativo e sociale.
Da tre anni l’iniziativa si svolge sulla pista di atletica di Piazza d'Armi e non sul prato di Collemaggio, ma gli organizzatori confidano di poter tornare al più presto a far correre la campestrina dinanzi alla basilica.
I partecipanti della campestina si cimentano ogni anno nella velocità, nel salto in lungo, nel vortex ma anche nelle staffette.
Queste ultime in particolare sono dedicate a temi caratteristici della perdonanza come il perdono, la riconciliazione, la pace, la solidarietà e l’inclusione.
La manifestazione di quest’anno in particolare è dedicata ad Arnaldo Faraone, dirigente fondatore dell’atletica l’aquila venuto a mancare solo due mesi fa.
Tra la tanta bellezza raccontata da questa iniziativa però non mancano note stonate che ci riportano con i piedi per terra.
Infatti, sempre Fischione, ha sottolineato il fatto che il quarto incontro del progetto “corri l’aquila con noi”, ovvero il 6° meeting Città dell’Aquila previsto per il 3 settembre, non si potrà svolgere a causa dell’inadeguatezza degli impianti.
La pista dedicata a Isaia Di Cesare non è stata considerata omologata dalla Federazione sportiva, questa decisione è stata giustificata dalla presenza di avvallamenti per tre quarti della pista ed inoltre non sono state rispristinate le segnature delle corsie sul fondo. Quest’ultimo fatto rende impossibile far correre le ragazze e i ragazzi con disabilità legate alla vista oltre che a creare difficoltà ad ogni atleta.
Non c’è dubbio che si tratta di una situazione da risolvere al più presto, parliamo di criticità non degne della città europea dello sport.
Fra i tanti sorrisi presenti oggi sulla pista non possiamo dimenticare gli im-pianti.