Mercoledì, 09 Ottobre 2013 15:04

L'Aquila, studenti in strada: "Mancano spazi di aggregazione giovanile"

di 
Immagini Eleonora Fagnani

Sono scesi in strada per gridare il disagio "giovanile" in una città che, per loro, "non ha spazi aggregativi" seppur promessi, e da cui temono di "dover scappare" cacciati dall'assenza di prospettive, e di lavoro in particolare.

Erano più di 500: studenti delle scuole superiori Cotugno, Amedeo di Savoia, Andrea Bafile, Ispsiasar Leonardo da Vinci, Istituto Tecnico Commerciale e Istituto Musicale. Strano, è vero, che venerdi ci sarà un'altra manifestazione indetta dall'Unione degli studenti: "La nostra però - dicono i ragazzi scesi in piazza stamane - più che una manifestazione studentesca in sé è una manifestazione cittadina giovanile".

Sventolavano, infatti, bandiere neroverdi, il colore della municipalità, e tricolori. Particolari i cori scanditi durante il corteo: molti inneggianti alla città dell'Aquila, alcuni provenienti direttamente dalla curva Sud dello stadio Fattori.

Un taglio insomma che a prima vista poteva sembrare di stampo esageratamente localista con manifestazioni di folklore annesse ma che i ragazzi, in realtà, hanno saputo declinare in una critica più generale verso la loro condizione generazionale e alla riforma Gelmini sopratutto per quanto riguarda la questioni accorpamenti. Nella piattaforma che convocava la manifestazione si legge, infatti, con riferimento al liceo artistico e scientifico che "tutti i materiali di studio dell'artistico sono rimasti nella vecchia sede e la provincia rimane sorda alle richieste di velocizzazione del trasferimento".

Non solo. Gli studenti lamentano che le "biblioteche e i laboratori sono inesistenti" come anche i "progetti di studio extra-scolastico" senza i quali "si limitano le opportunità per gli studenti". Manca nelle scuole la "progettazione di stage".

La recriminazione principale, però, non poteva che essere di stampo territoriale. Il tema è lo spopolamento: "noi non vogliamo andar via", hanno urlato i ragazzi.

Nello specifico gli studenti denunciano la "mancanza o il non utilizzo di strutture create appositamente per i giovani (Centri Polifunzionali) finalizzate a permettere ai ragazzi di organizzare una qualsivoglia attività al loro interno, o semplicemente ritrovarsi data l'evidente assenza di un centro". E ricordano la "gestione poco chiara dei fondi destinati alle politiche giovanili, come quelli (1,15 milioni) stanziati dall'allora Ministro della Gioventù (2008-2011) Giorgia Meloni, che con la delibera n°20 del 24 Gennaio '12 sono stati destinati alla realizzazione di una struttura polivalente presso l'ex-mattatoio, senza che siano stati interpellati i destinatari di quest'opera che non rispecchia assolutamente il fine per il quale erano stati destinati".

La critica all'amministrazione comunale non finisce qui. "L'Aquila - si chiedono i ragazzi - è una delle città candidate a diventare Capitale europea della cultura per il 2019, ma come possiamo competere con città come Urbino, Torino, Siracusa, se l'amministrazione comunale non si preoccupa di investire per la cultura su noi studenti?"

Domande che meriterebbero una risposta concreta da parte dell'amministrazione.

"Quella di venerdì è una manifestazione di una specifica associazione di sinistra che tratta temi nazionali. Noi siamo tutte le scuole dell'Aquila unite e vogliamo far sentire la nostra voce su temi più prettamente cittadini - ha spiegato Clarissa Gola, studentessa del Cotugno. Mentre Leonordo Di Pasquale dell'Itis ci tiene a sottolineare che "quello di oggi è un percorso che vuole durare per tutto l'anno e anche più".

Dietro le genuine rivendicazioni a partire da propri bisogni reali, oltre il localismo, si nasconde certo anche il rischio della specifica ideologia qualunquista. Spetterà ai ragazzi e alle ragazze che stanno intraprendendo questo percorso capire, di volta in volta, le scelte più intelligenti da fare. Scelte "politiche" nel senso più stretto del termine e che avranno come segno quello dell'"apertura" ad altri temi e altri soggetti che conducono battaglie per gli stessi diritti o della "chiusura" su sé stessi, senza saper uscire dalla specificità aquilana - che pure c'è - e senza capire che la propria lotta è anche quella degli altri.

In questo senso, sarà interessante capire cosa accadrà nella manifestazione di venerdi: "L'Unione degli studenti non si è mai limitata a rivolgersi agli studenti di sinistra - ha chiarito Giorgio Bruno, animatore della sezione locale dell'Uds - ma cerca di interpretare bisogni immateriali e materiali e renderli reali. Da vent'anni l'Uds combatte battaglie di rivendicazione sociale sul diritto allo studio e alla partecipazione. Ci sono tante cose che si potrebbero dire sull'essere di destra e di sinistra, noi rifuggiamo questo dibattito perché non lo consideriamo reale. E' assolutamente falso, inoltre, che parliamo di temi solo nazionali. La parola chiave della manifestazione di venerdì è "Non c'è più tempo": tiene dentro tutte le tamatiche nazionali e locali e le intreccia. Una voglia di mettersi in gioco e farlo subito".

Ultima modifica il Venerdì, 11 Ottobre 2013 15:08

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