Venerdì, 11 Ottobre 2013 15:01

Settimana di proteste studentesche a L’Aquila. Oggi in piazza l'Uds

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Studenti di nuovo in piazza a L’Aquila. Dopo l’imponente manifestazione di mercoledì, un altro corteo studentesco ha percorso stamane le strade cittadine. Indetta dall’Unione degli Studenti a livello nazionale, la manifestazione ha riunito i ragazzi delle scuole superiori sotto lo slogan “Non c’è più tempo”.

“Le nostre rivendicazioni non possono più restare inascoltate - ci spiega Ilaria Iapadre, dirigente nazionale dell’Unione degli Studenti e della rete nazionale della conoscenza - deve essere garantito il diritto allo studio: paghiamo quasi mille euro l’anno per poterci garantire una formazione, le spese sono troppo alte e spesso non riusciamo a sostenerle”. Le inadeguate politiche governative sulla scuola sono il principale argomento di protesta: si continua a tagliare sull’istruzione e questo, agli studenti, proprio non va giù. “I dieci miliardi tagliati allo studio negli ultimi tre anni hanno un certo peso - grida uno degli organizzatori al megafono - ma allora quanto è pubblica la nostra scuola? Anche questo governo sta intervenendo sull’istruzione pubblica con la “non riforma” del ministro Carrozza che, come al solito, lascia l’amaro in bocca perché prevede un ulteriore taglio di 37 milioni al diritto allo studio, continuando, però, a finanziare le scuole private”.

Essere adolescenti nella nostra città vuol dire affrontare non solo le conseguenze di scelte politiche che stanno producendo effetti devastanti sull’istruzione pubblica, ma anche fare i conti con i terribili effetti del sisma. Mancano, infatti, luoghi di aggregazione sociale e culturale e gli studenti li rivendicano a gran voce: “Ci piacerebbe una biblioteca dentro la città e non a Bazzano, troppo lontana per noi che non abbiamo la macchina e siamo costretti ad usare mezzi pubblici del tutto inefficienti”. C’è, inoltre, il rischio che la ricostruzione possa diventare una scusa per ridurre i già esigui fondi all’istruzione, come spiega Silvia D’Alfonso, giovane studentessa del quarto ginnasio: “Gli studenti non contano più nulla in questa città, invece dovrebbero esserne parte attiva perché L’Aquila è prima di tutto una città universitaria. Noi proponiamo di sbloccare subito i fondi per strutture in grado di accoglierci: la città deve essere ricostruita ma non è giusto che i problemi degli studenti passino in secondo piano”.

Anche nella manifestazione di mercoledì, autoconvocata dai ragazzi di alcuni istituti superiori della città (una delle più numerose che L’Aquila abbia mai visto), gl studenti avevano gridato le difficoltà di vivere in una città che sembra aver dimenticato le loro esigenze. Allora perché due manifestazioni? Gli studenti scesi in piazza ieri l'altro hanno inteso chiaramente distinguersi dalla manifestazione indetta stamane dall’Uds: “Quella di venerdì è una manifestazione di una specifica associazione di sinistra che tratta temi nazionali”,avevano spiegato a StudenTown. “Noi, invece, rappresentiamo le scuole dell’Aquila unite e vogliamo far sentire la nostra voce su temi prettamente cittadini”. Al contrario, il sindacato degli studenti non vede grandi differenze tra le due proteste. “Noi mercoledì non eravamo presenti come Uds ma come studenti - racconta Alessio Pietropaolo - quello sceso in piazza due giorni fa è un movimento che non accetta nessuna etichetta. Noi come Uds, però, cercheremo di confrontarci con tutti sulle problematiche legate alla scuola più in generale e alla nostra città in particolare”.

Tutti d’accordo, comunque, sulla rivendicazione di una partecipazione attiva nei processi decisionali sia a livello cittadino che a livello regionale e nazionale. In questo senso l’Uds propone: “Il 17 novembre abbiamo intenzione di organizzare un tavolo di confronto con le istituzioni, in particolare con l’assessore alle politiche giovanili, che fino ad ora non abbiamo mai visto nonostante abbia delega a quelle studentesche. Cercheremo, quindi, di costruire un confronto ma per questo abbiamo bisogno della più larga partecipazione. Dobbiamo coinvolgere tutti e ottenere anche una legge regionale per il diritto allo studio aggiornata. Quella di oggi è ferma, infatti, al 1978 e non si interessa degli studenti delle scuole superiori. Va assolutamente cambiata”.

Fotogallery di Silvia Santucci

Manifestazione ...
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Ultima modifica il Venerdì, 11 Ottobre 2013 16:30

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