Mercoledì, 04 Dicembre 2013 23:30

Scienze umane: presente e futuro di una delle biblioteche più fornite d'Italia

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130mila volumi. Una tra le biblioteche più fornite in Italia, anche di testi in lingua originale, per le discipline filosofiche. Non è a Roma o a Firenze, bensì all’Aquila. E’ la Biblioteca del Dipartimento di Scienze Umane dell’Università degli Studi dell’Aquila.

Dopo il sisma del 2009 tutti i volumi della biblioteca di Palazzo Camponeschi sono stati prontamente recuperati grazie all’insistenza del personale e all’infaticabile lavoro dei Vigili del Fuoco, nessun libro è andato perduto sotto le macerie, ma dopo quasi 5 anni a non essere stata recuperata è la completa fruibilità della biblioteca: alcune sezioni non sono state trasferite nella nuova sede e non sono consultabili.

Perché? Il progetto originario della struttura di viale Nizza, realizzato prima del terremoto, non prevedeva locali per la biblioteca, che sarebbe rimasta a Palazzo Camponeschi insieme alla segreteria, ma solo aule didattiche e studi per i docenti. “La situazione di emergenza ha poi consentito di assegnare alcune stanze del nuovo edificio alla biblioteca, ma si tratta comunque di spazi minimi rispetto alle esigenze generali” racconta a NewsTown il personale della biblioteca.

“Questi spazi hanno consentito la creazione di archivi della biblioteca, accessibili solo ai dipendenti, e non di una biblioteca a scaffale aperto, dove gli utenti possano studiare e all’occorrenza consultare liberamente i volumi”.

Benissimo: non possiamo passeggiare tra i libri, ma almeno ci sono, possiamo prenderli in prestito. E invece no. O almeno non tutti. Le operazioni di trasloco dal magazzino della ex Filmet a Bazzano, per cui l’Università dell’Aquila paga un canone annuo di circa 251mila euro, al nuovo polo, sono state interrotte per problemi di rispetto delle norme antincendio. Questione anche abbastanza prevedibile e giustificabile nel momento in cui si deve ospitare un numero elevato di libri in locali ideati e costruiti con altre destinazioni.

Parte dei volumi dunque non è consultabile; una parte invece, in base alle richieste, viene prelevata settimanalmente dagli scaffali del magazzino ex Filmet di Bazzano, e poi lì riportata, attraverso lunghe e non facili operazioni di ricerca. Ci sono anche volumi nuovi: “dopo il terremoto la biblioteca ha ricevuto molte donazioni, da istituzioni ma anche dai docenti stessi. Una delle più preziose è il fondo Gaetano Messineo, docente di Archeologia Classica scomparso nel 2010, che consta di circa 3mila testi e non è ancora fruibile per i noti motivi di spazio”.

Sono sempre disponibili però almeno i libri di testo, i più importanti per gli studenti, unitamente a quelli disponibili per la consultazione nella sala addetta al pian terreno. E’ una questione di priorità ovviamente, quella che ha dettato la scelta dei libri che con elevata frequenza servono agli utenti della biblioteca per consentire il corretto svolgimento di corsi ed esami e quindi la sopravvivenza del dipartimento.

Ogni giorno il personale della biblioteca, costituito da sei dipendenti e 35 borsisti che si alternano ogni anno, si trova davanti a grosse difficoltà perché non riesce assolutamente a rispondere alle richieste di studenti e docenti. Si cerca di supplire a queste mancanze con il prestito interbibliotecario, molto efficiente, il cui sistema funziona tramite “scambi” di testi tra varie biblioteche. In questo sistema la nostra biblioteca però continua a prendere libri ma non è in grado di fornirli, quindi spesso la spedizione dei testi va a carico degli utenti. La condizione di emergenza è ormai una situazione stabile: lamentele e disagi sono costanti.

E’ di questi giorni una lettera, indirizzata a tutti gli organi dell’ateneo e del dipartimento, di una borsista in biblioteca, rappresentante degli studenti, in cui viene richiesta una definitiva soluzione al reperimento dei volumi attualmente ancora nel deposito di Bazzano. Nel frattempo è stato anche adottato un sistema di biblioteca digitale utilizzabile dal personale dell’ateneo e da docenti e studenti e destinato principalmente agli utenti che hanno bisogno di testi diversi dai libri di testo per ricerche, lavori di tesi o approfondimenti. “C’è anche la possibilità di fare veloci corsi di formazione per impararne l’utilizzo. In più è in corso di valutazione l’acquisto di e-book e di piani di didattica digitale”, ci confidano le dipendenti della biblioteca.

Insomma, il personale lavora costantemente al fine di poter soddisfare le esigenze di tutti. E la biblioteca del Dipartimento di Scienze Umane funziona perché il personale ama il proprio lavoro, e va avanti con speranza e convinzione di poter sempre fare meglio, nonostante ci si senta molto scoraggiati per le tante richieste fatte a chi, più in alto, ha in mano l’università e le sue sorti. Vox Populi vuole che i lavori a Palazzo Camponeschi debbano iniziare il prossimo anno, e la biblioteca debba in futuro tornare lì, o nei locali dell’Ex Ospedale San Salvatore, recentemente acquistati dall’Università, perché quella di viale Nizza è solo una soluzione provvisoria. Ma di soluzioni edilizie e abitative provvisorie diventate pressoché definitive all’Aquila abbiamo molti esempi, ai quali ci stiamo già abituando. Speriamo di non dover aggiungere all’elenco anche il caso della biblioteca del Dipartimento di Scienze Umane.

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