Dal prossimo anno accademico, quello che inizierà in autunno, gli studenti dell'Università dell'Aquila torneranno a pagare di nuovo le tasse sospese in seguito al terremoto. Un esonero ottenuto grazie a un accordo di programma firmato all'indomani del 6 aprile dall'ateneo aquilano con il Miur e più volte prorogato.
In questi giorni gli organi di ateneo sono al lavoro per stabilire il nuovo sistema di tassazione, con le relative fasce di contribuzione, da far approvare al consiglio di amministrazione, che si riunirà venerdì. Il termine ultimo è il 31 luglio, visto che, da agosto, inizieranno le immatricolazioni.
Un calcolo non facile da fare, visto che, proprio per effetto della sospensione, è dal 2008 che l'università non ha dati e indicatori aggiornati sulla situazione reddituale (desunta dagli Isee) degli iscritti.
Per questo, qualche mese fa, si è insediata una commissione ad hoc - presieduta dal prof. Filipponi e composta da rappresentanti degli studenti, del corpo docente e del personale tecnico-amministrativo - il cui compito è stato quello di determinare, sulla base di calcoli e simulazioni abbastanza sofisticate, la parte di fabbisogno che l'ateneo dovrà soddisfare con la tassazione e la parte che, invece, dovrà chiedere di far coprire dal ministero, visto che l'accordo di programma prevedeva comunque un'uscita "morbida" dal regime di esonero totale.
La commissione ha elaborato delle proposte che sono state esaminate dal Senato accademico. Quest'ultimo, a sua volta, ha formulato delle linee di indirizzo, che saranno discusse ed approvate (con eventuali modifiche) venerdì dal cda.
Ed è proprio in seguito alla riunione del Senato che si è creata una nuova spaccatura (dopo quella consumatasi qualche mese fa sul numero chiusointrodotto in alcuni corsi di laurea) tra l'Udu e la rettrice Paola Inverardi.
Con un comunicato diffuso ieri, l'Udu è tornata infatti ad attaccare a testa bassa la rettrice e il Senato accademico.
Secondo l'organizzazione studentesca, il Senato avrebbe approvato uno schema di tassazione troppo penalizzante per le fasce con redditi più bassi. L'accusa, in particolare, è di voler aumentare le tasse per compensare le mancate entrate dovute al crollo delle immatricolazioni che, sempre secondo l'Udu, ci sarà a seguito dell'introduzione del numero chiuso in quattro corsi di laurea.
Critiche alle quali la rettrice risponde affermando che le differenze tra lo schema approvato dal Senato e le proposte avanzate dall'Udu sono minime e che gli aumenti saranno contenuti e concentrati non sulle fasce più basse ma su quelle "di mezzo", tra i 20mila e i 40mila euro". Gli studenti potranno comunque avere degli sgravi che però saranno agganciati al loro rendimento.
"Nel Senato Accademico del 22 luglio" si legge nella nota dell'Udu "si è deliberata la peggiore delle ipotesi possibili, nonostante gli studenti avessero più volte sollevato le criticità legate alla proposta di fasciazione. Infatti si introduce un modello di tassazione per cui si andrà, in maniera del tutto contraria ad ogni norma o buon senso, ad applicare aumenti enormemente più alti per gli studenti con un ISEE basso rispetto al sistema del 2008".
"La proposta del Senato" scrive l'Udu "prevede una prima rata di euro 300, uguale per tutti gli studenti e non abbattibile, a cui vanno aggiunti i 156 euro per il pagamento della tassa sul DSU Regionale, per un totale di 456 euro. A questa somma andrebbero aggiunti ben 220 euro per tutti gli studenti con fascia ISEE tra 0 e 21.000 euro. Per gli studenti che invece hanno una soglia ISEE tra i 21.000 ed i 53.000 euro il contributo aggiuntivo varierebbe dai 220 fino ai 900 euro, sulla base dell’ISEE. Insomma lo studente che avrà, ad esempio, un indicatore ISEE con 0 euro dovrà pagare 676 euro, a fronte di qualche decina di euro del pre-terremoto, mentre gli studenti con la soglia ISEE più alta pagheranno una tassa totale di 1356 euro. Solo sul contributo sarà poi possibile una graduazione di sconti di merito, escludendo i 300 iniziali (a fronte di una tassa di iscrizione fissata dal MIUR che dovrebbe essere di 198 euro) sia dalla fasciazione di reddito che dagli sconti.
"Il risultato rispetto alla tassazione del 2008" prosegue il comunicato "sarebbe un incremento per gli studenti a reddito 0 che può arrivare fino al 1000% mentre per i redditi a 30.000 di ISEE si pagherà fino ad un 50% di tasse in più; per i redditi a 40.000 l’aumento sarà del 26%".
"Tutto questo" si legge ancora " ricalca un chiaro obiettivo politico per la Rettrice: evitare la prevedibile minore entrata nelle casse di Ateneo che altrimenti si genererebbe a causa del crollo degli immatricolati dovuto all’introduzione del numero chiuso; da lei voluto, non certo dagli studenti che manifestarono durante il Senato Accademico".
Secondo l'Udu la proposta approvata in Senato non solo è iniqua ma anche fuori legge perché "va a violare la norms prevista dalla spending review del 2012, D.L 95/2012 poi convertito nella legge 135/2012, la quale prevede che, per gli studenti con ISEE al di sotto dei 40.000 euro, fino all’anno accademico 2015/2016 non si possano incrementare le tasse universitarie oltre il normale adeguamento Istat, che dal 2008 ad oggi sarebbe pari ad un incremento del 9.6%.Inchioderemo l'ateneo davanti ai giudici amministrativi".
Insomma, un'offensiva su tutti i fronti, che ha lasciato abbastanza sorpresa la rettrice.
Raggiunta al telefono da NewsTown, la Inverardi ha precisato infatti che le linee di indirizzo approvate dal Senato accademico sono frutto di una discussione in commissione nella quale erano state recepite anche alcune istanze dell'Udu. Rispetto allo schema di tassazione elaborato da quest'ultimo, quello approvato dal Senato contiene misure più "cautelative": "E' vero, c'è una discrepanza tra lo schema dell'Udu e quello del senato ma parliamo di cifre molto basse per le singole categorie di reddito, fermo restando che ci sono fasce che comunque restano esenti per legge. L'Udu voleva che per le fasce tra i 20 mila e i 40 mila euro ci fosse la possibilità di arrivare quasi a zero, mentre la proposta approvata il 22 fa pagare un pochino di più alle fasce intermedie ma prevede degli sconti progressivi agganciati all'acquisizione dei crediti, cioè al merito. Non vogliamo certo massacrare gli studenti, solo distribuire gli aumenti in modo più uniforme".
"Con la simulazione basata sulle tabelle dell'Udu" ha detto la rettrice "saremmo andati a 7 milioni di euro, con la nostra andremmo a 12, a fronte dei 14 che attualmente prendiamo. Io non so ancora quanti soldi ci daranno al ministero ma ci hanno detto chiaramente che vogliono un programma basato su una politica. Quella che abbiamo scelto è la politica del merito, che prevede sconti maggiori per gli studenti più attivi e meritevoli".
Secondo la rettrice, anche con il nuovo sistema approvato in Senato, le tasse dell'Università dell'Aquila si manterranno comunque ben al di sotto della media, in primis quella regionale. Inoltre, considerando che nel nuovo anno accademico si pagherà una sola rata, il nuovo sistema entrerà davvero a regime il prossimo anno. Durante questo lasso di tempo ci sarà modo, secondo la rettrice, di aggiustare ulteriormente il tiro, rivedendo, qualora ce ne fosse bisogno, l'intero sistema.
Le precisazioni dell'Udu
Scrive l'Udu: "In merito all'articolo pubblicato su "NewsTown" relativo alle tasse universitarie ed in particolare in merito alla 'difesa' della Rettrice, ci preme fare alcune semplici precisazioni:
- non è vero che la “commissione ad hoc” si è insediata qualche mese fa, ma bensì, almeno con la presenza degli studenti, esclusivamente il 24 giugno;
- la commissione ha elaborato e approfondito, dal punto di vista puramente tecnico, diverse proposte sui diversi punti, ma non ha formulato alcuna proposta condivisa;
- il Presidente della commissione ha più volte ribadito in sede di commissione che lui aveva esclusivamente un mandato tecnico e che è stata l'Amministrazione centrale a chiedergli di “prevedere” come far entrare 14Mni di euro;
- l'Amministrazione centrale non ha fornito alla commissione i corretti riferimenti normativi ed è toccato ai rappresentanti degli studenti, nell'ultima riunione della commissione, fornire tutti gli elementi di legge necessari.
- in nessuna delle varie proposte fatte dall'Udu è mai stata lontanamente ipotizzato che le fasce da 20.000 a 40.000 di ISEE potessero non pagare nulla. Al contrario si è proposto l'esonero totale da tasse e contributi per gli studenti attivi con ISEE al di sotto dei 10K€ e l'esonero dai contributi, con pagamento della tassa di iscrizione, per gli studenti con ISEE al di sotto dei 20K€. Al contrario di quanto affermato dalla Rettrice, nelle proposte dell'Udu i contributi sono dunque crescenti in maniera proporzionale al reddito proprio dai 20k€ ai 40k€;
- naturalmente erano possibili svariate formulazioni e mediazioni, ma la proposta della Rettrice fa partire i contributi per tutti da 322 euro e non esonera a nessuno la tassa di iscrizione con il risultato che anche a chi ha reddito 0 la base di tassazione e contribuzione complessiva andrebbe ad essere di 676 euro (140 regionale + 16 bollo +198 tassa iscrizione MIUR + 322 contributi). L'applicazione di alcuni sconti di merito per “i più bravi” non giustifica affatto una base di partenza per le fasce economicamente disagiate da una cifra che nel 2008 sarebbe stata raggiunta nei casi “medi”;
- le “piccole differenze” sono differenze pesantissime per i più deboli e non si capisce come mai, visto che si parla di “piccole differenze” non si possa arrivare a fare questi “così piccoli” passi ad esempio evitando la contribuzione per le fasce sotto i 10K€ e evitando di far “partire la curva dei contributi” da 320 euro invece che da 0 per i redditi più bassi.
- infine, sul MIUR, ci preme sottolineare che è da Ottobre 2013 che Consiglio Studentesco e Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari hanno approvato all'unanimità la proposta dell'Udu di aprire una trattativa MIUR-Univaq per una “uscita morbida”. Siamo arrivati a fine Luglio e non è possibile ancora per gli organi avere certezze in merito, motivo che sta portando l'Amministrazione a cercare una garanzia di entrate dagli studenti tali da generare 14Mni di Euro, nonostante il crollo prevedibile delle immatricolazioni dovuto alla contestata scelta di introdurre il numeroprogrammato nei corsi di Psicologia, Biologia, Biotecnologie e Scienze Motorie".