"La parola scritta è una scatola magica, appena la si sfiora con gli occhi sprizzano fuori tutti gli effetti speciali possibili, con cui il cinema e gli altri media non possono gareggiare".
Domenico Starnone è un fanatico della lettura e dei libri di carta, per quanto nella sua passione non ci sia nulla di nostalgico: "Oggi si scrive e si legge più che in passato" afferma lo scrittore napoletano, vincitore, nel 2001, del Premio Strega con il romanzo Via Gemito "perché la scuola, bene o male, ha fatto il suo lavoro e anche perché c'è un tentativo permanente di avvicinare alla lettura che quando ero giovane io non c'era".
Starnone, all'Aquila per tenere la prima lezione in programma nel ciclo di seminari sulla scrittura creativa organizzato dalla cattedra del prof. Simonetti del Dipartimento di Scienze Umane, ha parlato a NewsTown anche del suo ultimo libro, Lacci, romanzo che racconta la storia di una famiglia la cui felicità viene sconvolta da un tradimento: "E' la storia di una conciliazione non veritiera, non sincera" spiega l'autore "un libro sul dramma del perdono quando in realtà non si è perdonato un bel niente e di ciò che cova sotto l'apparenza del vivere insieme. E' un romanzo che considero il punto di arrivo di un lavoro lungo, che muove da Via Gemito e passa anche per Autobiografia erotica di Aristide Gambìa. Sono tre libri che, messi insieme, raccontano la storia di queso Paese vista col filtro dei rapporti familiari".