di Letizia Ciuffini - Hanno carattere e tanta voglia di fare le Lingue sciolte. Ieri è uscito il loro primo brano inedito "Io sono così", dopo quasi un anno dal loro esordio nel panorama musicale aquilano.
Sono Federico Vittorini (voce) , Tommaso Verlinghieri (violoncellista e bassista) e Federico Fiamma, (chitarrista). Hanno vent'anni e si presentano a NewsTown.
"Lingue sciolte": quando, dove, come e perché?
Federico: "Siamo sempre stati amici, e appassionati di musica. E' davanti ad uno dei tanti caffè insieme, che è nata l'idea di presentarci alla Giornata dell'Arte dello scorso anno. Portando arrangiamenti di pezzi cantautorali contemporanei, abbiamo fatto ballare e divertire gli studenti, riuscendo nel nostro piccolo grande intento. I pezzi selezionati erano di Mannarino e Fabrizio Moro, ai quali ci siamo ispirati, poi, non solo per i ritmi ma anche per l'intonazione comunicativa e di protesta delle loro liriche. La musica è un'arma molto potente, che vogliamo fare nostra."
Da quali ambienti musicali provenite?
Tommaso: "Io provengo da un ambiente più classico, sto per diplomarmi in violoncello al conservatorio dell'Aquila. Federico è appassionato di musica cantautoriale, è lui a scrivere i testi. Fiamma, è proiettato su una visione hardcore e punk, che ha avuto modo di praticare e sperimentare durante le proprie esperienze musicali con altre band. Studia da quattro anni chitarra classica al conservatorio, oltre ad essere il chitarrista del gruppo, lavora anche come tecnico dello spettacolo a L'Aquila. E' dalla nostra visione della musica diversa, talvolta opposta, che nascono i nostri pezzi."
Da cosa parte la scelta del vostro nome?
Federico: "La musica è una forma artistica attraverso la quale esprimere le proprie idee, in piena libertà. E' questo che vogliamo fare, non esprimere solo dissenso, ma anche quelli che sono i sentimenti, gli stati d'animo, le passioni in un momento nel quale esprimersi è difficile e, qualche volta, addirittura pericoloso". Fa riferimento a Charlie Hebdo, tema centrale del loro inedito "Io sono così".
Diventare una band a L'Aquila, quali gli ostacoli da oltrepassare?
Fiamma: "L'Aquila è piena di artisti, persone validissime che lottano contro un sistema "anticulturale". Fin quando non si investirà, non solo a livello cittadino ma italiano, sulla cultura, quella degli artisti sarà sempre una strada in salita."
Tommaso: "Le stesse orchestre si trovano a non poter pagare i musicisti, o nei casi peggiori, devono chiudere i battenti".
Federico: "E' la prima volta che approccio alla musica in maniera diretta, a L'Aquila ho spiacevolmente notato molta competizione negativa, come se ci si dovesse mettere i bastoni tra le ruote a vicenda. Non c'è collaborazione. Da segnalare le dovute, apprezzatissime, eccezioni. Come Francesco Moscardi, cantautore aquilano con molta esperienza alle spalle, che ci ha aiutati e guidati in questo percorso e continua a farlo. Dovuti ringraziamenti anche a Mario Ciancarella ed alla sala prove REC, nella quale abbiamo registrato il nostro pezzo. Sono queste unioni e sinergie, che devono porsi alla base di un futuro musicale aquilano."
Ma veniamo al dunque, il vostro pezzo, un testo pieno di spunti.
Federico: "Avevo iniziato a scrivere questo testo. Lo avevo messo da parte e l'ho ripreso in mano a seguito dell'attentato a Charlie Hebdo. Quel tragico evento mi ha colpito subito, sentivo che qualcosa di quel che avevo già scritto, aveva a che fare con quel che era appena accaduto a Parigi. Ho scritto testi in passato, al centro c'erano i sentimenti, gli stati d'animo. Questo e' un testo, invece, di protesta. Racchiude in se la rabbia rispetto all'assurda dittatura, di matrice religiosa, alla quale la libera espressione è molte volte sottoposta. Nel terzo millennio è assurdo essere schiavi di estremismi, di ogni genere. Bisogna tornare sugli ideali veri e crearne di nuovi. "Io sono così" è un testo impegnato, proprio per questo l'arrangiamento musicale è stato "alleggerito". L'aria rockeggiante che gli abbiamo dato, ha lo scopo di far arrivare il nostro messaggio, in modo più diretto e piacevole."
Le Lingue sciolte ci salutano con la promessa di circa cinque inediti entro l'estate, la volontà di far uscire un EP e la certezza di prossimi live, che saranno occasione di riflessione ma anche di divertimento.
Quando si allontanano mi viene in mente un brevissimo discorso tenuto da Caparezza durante il suo Museica Tour a Roma: "Io che ho vissuto abbastanza della mia vita per non poter aver visto tutto, avendo voi davanti a miei occhi che siete molto più giovani di me, adesso ho la responsabilità di cedervi tra le mani il mondo. Perché io, sinceramente, mi sono rotto. Adesso tocca a voi. Aspiranti songwriters, aspiranti creativi, aspiranti uomini e aspiranti donne, mondo adesso è nelle vostre mani!"
Ogni città ha bisogno di "lingue sciolte", di parole dette e storie raccontate, in libertà.
di Letizia Ciuffini