StudenTown prova a far luce sulla particolare situazione del mercato degli affitti nel capoluogo abruzzese. Il disagio causato dalla lievitazione impazzita delle offerte investe chiunque voglia trovare una nuova sistemazione all'Aquila, i cittadini come gli studenti fuori sede. Luisana Ferretti, laureanda per la magistrale di Beni Culturali, Alfonso Forigione, responsabile del laboratorio di Archeologia medievale, Fabrizio Rea, laureando alla magistrale di Psicologia e Nicoletta Lukacsova, studentessa erasmus a Ingegneria, raccontano ai nostri microfoni la loro esperienza.
"Prima del sisma l'affitto era abbastanza economico, dopo i prezzi si sono alzati", racconta Luisana. In effetti, i canoni nel post sisma hanno subito un'impennata notevole: sono passati da una media di 250-280 euro per una stanza singola e 180 euro per una stanza doppia (in centro), a 250/300 euro per la singola e 180/200 euro per una doppia. "Prima con 200 euro si riusciva ad avere una singola in centro, ora ne pago 220 in doppia", l'esperienza della laureanda.
Ovviamente, poco conta che l'appartamento in affitto abbia una posizione ben collegata ai poli universitari e sia fornita di servizi o meno.
I prezzi, infatti, rimangono invariati, che l'abitazione si trovi a Colle di Preturo o Coppito non fa alcuna differenza. "Prima del terremoto un monolocale in centro arrivava a costare massimo 400 euro, adesso si arriva intorno ai 600 euro - racconta Alfonso Forigione - poi fuori dal centro si possono arrivare a pagare anche 700 euro, e spesso senza contratto".
La disgregazione a livello urbanistico dell'agglomerato cittadino impedisce che una qualsiasi zona possa essere definita di interesse "centrale". Tuttavia ci sono quartieri che indubbiamente si trovano in posizioni più strategiche e comode - soprattutto per uno studente sprovvisto di macchina - poiché in prossimità dei poli universitari, delle fermate autobus urbane e regionali, dei servizi di prima necessità.
E' vero, il mercato immobiliare è in crisi a livello nazionale, il problema del caro-vita non è certo limitato a L'Aquila,a tutto c'è un limite però. Come previsto dall' art. 5 della legge 431 del 1998 "possono essere stipulati contratti di locazione per soddisfare le esigenze abitative di studenti universitari". Il decreto si riferisce al "contratto di locazione abitativa di natura transitoria per esigenze universitarie", con il quale il locatore paga le tasse solo sul 55% del canone d'affitto, anziché sulla totalità dell'importo, come avviene invece nei comuni contratti di locazione ad uso abitativo.
Il provvedimento fu preso per arginare il fenomeno degli affitti in nero, vera e propria piaga all'epoca. Ora, dovrebbe contribuire a calmierare i canoni, almeno quelli per gli studenti, e invece niente.
Dunque, se si sta frequentando l'Università degli studi dell'Aquila e si sceglie di trasferirsi nel capoluogo abruzzese, o di continuare a viverci, ci si potrebbe trovare a scegliere fra 250 euro per una stanza doppia, in zona S. Francesco, o 250 euro per una singola, a Cansatessa. Le spese di luce, gas e magari anche condominio, sono quasi sempre escluse dal prezzo. Alle bollette si va a sommare inoltre la benzina per la macchina o l'abbonamento mensile per l'autobus.
La situazione insomma è alquanto sfavorevole per il popolo degli studenti fuori sede, che andrebbe invece tutelato, perché componente socio-economica fondamentale per l'Università e per la città intera.
L'Azienda per il diritto allo studio universitario e l'Università fanno quel che possono per agevolare gli studenti che si trovano a fare i conti con una così scomoda e poco conveniente offerta immobiliare. Ci sono infatti i 450 posti letto della nuova casa dello studente - comunque riservati solo agli aventi diritto da graduatoria - e le "foresterie universitarie" - delle quali si può usufruire solo per brevissimi periodi.
Anche il Comune è intervenuto, mettendo a disposizione l' "Agenzia casa" per studenti universitari. Si tratta di una bacheca on-line nata "da un mercato degli affitti che si muove, secondo dati della Guardia di Finanza, con tassi di "illegalità contrattuale" superiore al 40%", denuncia l'Amministrazione nel suo sito ufficiale. "Se prima del terremoto il contratto era diffusamente utilizzato, anche se caratterizzato da cifre "fittizie", oggi sembra venga utilizzato solo in correlazione agli studenti fuori sede beneficiari di Borse di studio ADSU - e continua - le cifre indicate negli annunci pubblici sono lontanissime dalle cifre tabellari del patto territoriale".
Dunque quella degli affitti è una vera e propria emergenza sociale. E nonostante i provvedimenti presi in quattro anni dai vari enti per tamponare il fenomeno, il risultato non cambia. Forse sarebbe opportuno che istituzioni locali, Adsu e Università aprano finalmente un dialogo per far fronte alla situazione - considerando che finora tutte le iniziative prese non hanno visto la minima collaborazione fra i tre organi.
Non vengono risparmiati gli studenti Erasmus, ulteriorimente svantaggiati dalla mancanza di strutture ricettive a loro destinate - fatta eccezione per il lavoro svolto da "Aquilasmus": "il primo ostacolo è stata la lingua: qui nessuno parla inglese - dice la studentessa Erasmus, originaria della Slovenia - Aquilasmus ci ha aiutati a trovare un'agenzia immobiliare. Poi dopo aver trovato l'appartamento a 500 euro abbiamo anche dovuto pagare l'agenzia", conclude la giovane.