“Sulle tasse non c'è alcuna volontà di polemica. In base all'accordo di programma siglato con il Miur, non avevamo molti margini di manovra. La proposta avanzata dall'Udu, che a mio parere non aveva nessuna connotazione politica visto che suggeriva di togliere 100 euro a tutti, a prescindere dal reddito, è stata discussa e bocciata sia in Senato accademico che all'interno del Cda”.
La rettrice dell'Università dell'Aquila Paola Inverardi non ci sta a passare come colei che vuole far pagare più tasse agli studenti e ribatte alle belligeranti (metaforicamente parlando) prese di posizione dell'Udu.
“Il piano tasse” dice la professoressa Inverardi a NewsTown “è stato approvato l'anno scorso. Le rate previste erano due. La prima era esattamente quella di cui si discute, 300 euro. Dire che per quest'anno sarà di 456 euro è scorretto, vuol dire includere nella cifra anche la tassa regionale, che si paga sempre e di cui non si parla mai quando si fanno i raffronti sulle tasse con gli altri atenei”.
“Quindi” continua la rettrice “la prima rata sarà di 300 euro e la seconda si pagherà in base al merito e al reddito”.
“Il piano è stato riconfermato sia dal Senato accademico che dal cda. L'Udu e il consiglio studentesco avevano chiesto di eliminare dalla prima rata 100 euro di contribuzione. Secondo loro, avendo siglato un accordo di programma che ci garantisce stabilità di bilancio, avevamo margine per fare questo regalo a tutti. Considerando che gli studenti iscritti sono 23 mila, 100 euro di contribuzione in meno fanno circa 2 milioni e 300 euro complessivi”.
Una proposta, afferma la Inverardi, che non aveva nulla di politico, visto che prevedeva una riduzione incondizionata erga omnes, che non avrebbe tenuto conto del principio della progressività della tassazione.
“Abbiamo spiegato a lungo all'Udu, sia in Senato Accademico che in consiglio di amministrazione” precisa la rettrice “che l'accordo di programma prevede, nelle premesse, il fatto che il Miur prende atto dello studio realizzato dall'Università dell'Aquila sulla previsione dei proventi della tassazione studentesca così come era stata introdotta nel 2014/15. Quindi, per quanto riguarda la contribuzione studentesca, l'accordo non dice 'Do 7 milioni all'Univaq per la contribuzione' ma dice 'Do all'Univaq, a copertura della voce di bilancio contribuzione studentesca, quello che manca a ottenere 14 milioni', che era la cifra che avevamo prima e che volevamo mantenere fatto salvo quello che abbiamo incassato per la contribuzione studentesca. Non c'erano quindi margini di manovra, a meno che non si volesse cambiare le carte in tavola con il ministero, il che non mi sembrava logico”.
“La proposta dell'Udu è stata messa ai voti ed è stata bocciata. Tra l'altro un consigliere di amministrazione dell'Udu è andato via a metà discussione, un altro ha abbandonato la riunione dopo che avevamo detto, dopo un'ora e venti di discussione, che bisognava votare e non si potevano fare altre proposte. Mi sembra che da parte di alcuni rappresentanti degli studenti manchi un po' di consapevolezza di cosa significhi stare negli organi universitari, in particolare in quelli amministrativi, dove si prendono decisioni”.
Sempre ai nostri microfoni, la rettrice ha ribadito che a settembre i corsi di Economia si terranno nell'ex carcere minorile (“Ci sono dei ritardi di firma ma contiamo di chiudere a giorni”) ed è tornata anche a commentare le classifiche pubblicate dal Sole 24 Ore e dal Censis sulla qualità degli atenei italiani (in entrambe l'Università dell'Aquila ha ottenuto un posizionamento piuttosto basso): “Queste classifiche si basano su indicatori che vanno anche contestualizzati. In quella Censis, ad esempio, se avessi avuto qualche punto superiore sulle strutture, ci saremmo piazzati a metà graduatoria. Certo, anche a me avrebbe fatto piacere un miglior posizionamento ma cerchiamo di guardare in positivo e al futuro, cercando di potenziare gli elementi di valorizzazione, che ci sono, e di interpretare gli elementi negativi, verificando se nel frattempo abbiamo intrapreso tutte le azioni necessarie a correggerli. Abbiamo buoni elementi per pensare che la nostra sia un'università solida”.