Giovedì, 25 Luglio 2013 11:40

"La città invisibile" spettacolo tratto dal racconto di Italo Calvino

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Si terrà oggi 25 luglio alle ore 20 presso Piazza Angioina, nell'ambito della manifestazione culturale "I Cantieri dell'immaginario", "La città invisibile" spettacolo tratto dal racconto di Italo Calvino, con la regia di Enzo Vetrano e Stefano Randisi.

La rappresentazione è il momento conclusivo del laboratorio teatrale condotto dai due registi ed infatti ad essa prenderanno parte tutti i partecipanti: Elisabetta Aloia, Marialucia Cappella, Aurelio D'Amore, Umberto Marchesani, Costanza Minafra, Gaia Nuccio, Stefania Pascali, Edite Pereira, Massimo Sconci, Lorella Versari e Silvio Zanoncelli.

Lo spettacolo è promosso dall' Associazione Teatrale Abruzzese Molisana, con la partecipazione del Conservatorio A. Casella ed in particolare dei sassofonisti Luigina Battisti e Danilo Coltella.

I registi per spiegare il perché della scelta del testo di Calvino per lo spettacolo, partono da una citazione di un suo brano "...Contro il cielo biancheggia qualche lavabo o vasca da bagno o altra maiolica come frutti tardivi appesi ai rami. Si direbbe che gli idraulici abbiano compiuto il loro lavoro e se ne siano andati prima dell'arrivo dei muratori; oppure che i loro impianti indistruttibili, abbiano resistito a una catastrofe, terremoto...", che – spiegano – potrebbe essere tranquillamente la descrizione di uno spaccato della città dell'Aquila, divenuta invisibile dopo il terremoto che l'ha colpita.

"Attraverso il lavoro che faremo – aggiungo - tanti nuovi viaggiatori o antichi abitanti proveranno a sognarla di nuovo, a calpestare ancora quel suolo, come emigranti che con dolore, dopo essere stati costretti ad abbandonare la propria terra, tornano con le loro valigie cariche di pietre e di memoria. L'urgenza del racconto confonde e mescola memoria viva e trasfigurazione dell'immaginario, e diventa la descrizione di un desiderio.

Come nel romanzo di Calvino tante città appariranno agli occhi dei viaggiatori e verranno narrate dagli attori come altrettanti sogni: ognuna avrà un tratto che la distingue dalle altre, tutte avranno qualcosa che le accomuna. Il racconto del singolo avrà un contrappunto musicale dedicato e una rappresentazione visiva realizzata da tutti gli altri attori che, in questo modo, renderanno compiuto il gesto artistico di ogni visione.

Due angeli barboni accompagneranno gli spettatori a partecipare a questo viaggio di ricognizione nella Città invisibile. Due angeli che per esistere hanno bisogno di essere in due, e chiamarsi in continuazione, farsi domande e cercare risposte impossibili, giocare, prendersi in giro, dipendere e insieme occuparsi dell'altro. Sono Totò e Vicé, creature nate dalla mente di Franco Scaldati, poeta e attore palermitano scomparso di recente. Sono loro, esponenti di una marginalità sociale ed esistenziale estrema, a insegnarci come si fa a guardare la vita al di là delle sciagure e delle tragedie, e a sorridere ancora, guardando una stella che cade dal cielo o andando a odorare i fiori del giardino, in un luogo dove – come diceva di loro Franco Quadri – i morti convivono coi i vivi.

E piano piano – concludono - tutti gli attori diventeranno tanti Totò e Vicé, che portano nelle loro inseparabili valigie i ricordi felici e quelli dolorosi, le parole e i silenzi, le musiche, i profumi e i colori della vita."

Ultima modifica il Giovedì, 25 Luglio 2013 12:44

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