Zte è una società cinese di telecomunicazioni, quotata in Borsa e con un fatturato di 15miliardi di dollari l'anno; la multinazionale di Shenzhen, metropoli del sud-est della Cina su cui il governo centrale punta per farne un polo d'innovazione a livello nazionale, è tra i primi 10 produttori di smartphone al mondo. In Italia, è sbarcato quest'anno con i suoi prodotti di punta: Blade V7 e Blade V7 lite.
Il 22 dicembre scorso, Zte ha siglato un accordo per sviluppare la rete mobile di Wind-3Italia con un investimento previsto di 900milioni di euro e, stando alle intenzioni del management, il colosso cinese sarebbe pronto ad aprire un centro europeo per la ricerca e lo sviluppo nel Mezzogiorno. L’azienda punta a diventare “un player di riferimento nell’integrazione fisso-mobile e nello sviluppo delle reti in fibra di nuova generazione, grazie anche all’accordo con Open Fiber (la fiber company creata da Enel), per la realizzazione della rete in banda ultralarga in Italia”, è stato spiegato.
Al Mobile World Congress 2017 di Barcellona, Zte ha presentato uno smartphone in grado di arrivare alla velocità di download di un Gigabit; si tratta del primo smartphone consumer in grado di raggiungere queste velocità col supporto delle reti 5G sui cui, come noto, a breve inizierà la sperimentazione in cinque città italiane, a L'Aquila tra le altre; Zte Gigabit Phone, questo il nome del dispositivo, sarà pienamente compatibile con la risoluzione 4K e la realtà virtuale, potrà registrare video panoramici a 360° in VR e, stando all'azienda, con l'accesso al 5G permetterà di consultare i dati salvati sul cloud istantaneamente, anche in mobilità.
E' chiaro che Zte abbia mostrato interesse per l'avvio della sperimentazione 5G in Italia e non è un caso che, stamane, i rappresentanti del colosso cinese siano arrivati a L'Aquila per verificare le condizioni affinché l'azienda collochi il suo Centro di ricerca in città. A quanto si apprende, non si tratta del primo incontro: in realtà, i contatti vanno avanti da diversi mesi, ma oggi i vertici della società hanno fatto un passo avanti importante, incontrando gli interlocutori istituzionali a Palazzo Silone.
Dal sindaco dell'Aquila, Zte ha voluto conoscere il possibile sito d'insediamento del centro di ricerca che, stando alle volontà dell'amministrazione uscente, potrebbe sorgere nei capannoni dell'ex polo elettronico, a Pile.
Con l’assessore Stefano Palumbo e il prof. Fabio Graziosi dell'Università degli studi dell'Aquila, che hanno seguito il dossier nei giorni scorsi, è stata valutata la relazione tra l'investimento previsto e il progetto di sperimentazione della tecnologia 5G. Col presidente della Gran Sasso Acqua, Americo Di Benedetto, hanno discusso invece delle possibilità offerte dai sottoservizi che si stanno realizzando in centro storico, anche ai fini delle attività che Zte potrebbe svolgere per un progetto innovativo di smart city.
Hanno parlato anche con la rettrice dell'Università, Paola Inverardi, sul ruolo e le competenze che l'Ateneo potrebbe mettere a disposizione dell'insediamento.
Il vice presidente della Giunta regionale Giovanni Lolli, invece, ha informato i vertici della multinazionale sugli eventuali strumenti di programmazione e di sostegno finanziario che potrebbero favorire l'investimento, attingendo magari ai fondi del 4% destinati allo sviluppo economico.
E' chiaro che il progetto, per l'importanza strategica che potrebbe assumere, coinvolge direttamente anche il Governo italiano.
"Ci sono, come è facilmente comprensibile, ulteriori verifiche e approfondimenti da fare, ma siamo fiduciosi che nei prossimi giorni si possa annunciare un esito positivo di questo importante insediamento", il commento di Lolli a margine dell'incontro. Si è sbottonato un poco di più il primo cittadino, Massimo Cialente: "Zte viene a L'Aquila perché la città, oramai, è un centro di rilevanza europea nell'ambito delle nuove tecnologie delle telecomunicazione e della loro sperimentazione", ha rivendicato; "ma vengono anche perché la città sarà accogliente, dall'alta qualità della vita".
In questi anni, "e a partire dal 2008 con la prima stesura del piano strategico di sviluppo", abbiamo proiettato L'Aquila ed il suo comprensorio verso il futuro", ha ribadito il sindaco uscente. "Ora però, bisognerà pensare ad aiutare chi è senza lavoro, in questi anni difficili durante i quali le premesse di un grande rilancio economico potranno realizzarsi".