Martedì, 19 Novembre 2013 15:40

La moda del nuovo millennio si serve dello shopping virtuale

di 
Vota questo articolo
(0 Voti)

Dimenticatevi le lunghe passeggiate accaldati, affaticati ma tanto tanto soddisfatti di stare a sgambettare con una, poche o molte buste, contenenti le gioie del vostro shopping. Le stesse gioie potrete prendervele comodamente da casa spiaggiati sul vostro divano senza patire caldo o freddo (a seconda della propria sensibilità termica).

La questione dello shopping online non è certamente pratica nuova. A partire dai primi accenni, quando ancora ci si chiedeva se fosse sicuro o dove andassero a finire i nostri soldi, ad oggi, alla ricerca dell’ultimo outlet che propone il maglione con il prezzo più basso fin quando il concorrente sito lo ripropone uguale sì, ma eliminando, ad esempio, le spese di spedizione. Quindi, accantonate le primordiali remore, abbiamo preso tutti confidenza con i carrelli virtuali.

E probabilmente tutti questi discorsi sono limitati dalla provenienza geografica. È indubbio che in altri posti del mondo questa evoluzione informatica negli acquisti è già consolidata, superata e aspetta solo di disporre di un nostro ologramma che durante l’acquisto ci vesta esattamente di quello che stiamo andando a comprare, con tutti i difetti e i pregi del caso. Può essere un’idea…

Vabbè, dicevamo: tolti i grandi colossi europei dell’e-commerce dalle politiche più o meno simili – penso ad Asos, Zalando, etc. etc. che raccolgono più brand – ultimamente anche le grandi catene di abbigliamento si sono adoperate affinché gli affezionati che non dispongono del punto vendita nelle vicinanze possano non sentirsi isolati, generalmente applicando dei costi di spedizione che si annullano al raggiungimento di un tot di spesa oppure azzerandole nel caso si decidesse di far arrivare la merce in negozio. Siete stati nel tal negozio e l’ultima taglia del tal vestitino vi è stata soffiata da sotto il naso? Nessun problema: a casa risolverete la questione. Insomma, che l’abbiate fisicamente vicino o meno, armatevi di una buona connessione internet e procedete. E se conoscete il brand anche acquistando alla cieca non dovreste avere problemi di taglie. Non è roba da dilettanti, lo so.

Fin qui tutto regolare. Quello che sta impazzando sul web negli ultimi tempi sono i Wholesale, ingrossi (per l’appunto) oltreoceano a portata di mouse. E ce ne sono!! Distribuite le parole dress, lovely, rose prima o dopo il termine wholesale - sempre seguiti da un .com - e vi si aprirà un mondo. Asiatico. Mi spiace per la faccenda sessista, ma per lo più femminile. Perfettamente calato nella parte del mondo dove “il sole tramonta”.

Prezzi in dollari, sterline, euro… Un’organizzazione certosina e, soprattutto, prezzi ridicoli. Stiamo parlando di abiti a meno di 10 euro, giacche e cappotti a meno di 20 euro e mi rendo conto che non indosserete un capospalla Hermes o Chanel, non avrete un abito da red carpet Lanvin, chi più di me può capirvi, ma questi siti hanno un ché di magnetico per chiunque si senta anche lontanamente addicted.

Tanto per iniziare dimenticatevi delle presentazioni grossolane: per ogni capo c’è una scheda dettagliata del prodotto, misure e dimensioni accompagnate da foto di, ahimè, filiformi signorine orientali immortalate in totale nonchalance con il vostro acquisto. Ma non solo! Anche qua e là foto di celebs che indossano giustappunto quel blazer prezzato pochi euro. Volete il cappottino indossato dalla Duchessa di Cambridge durante l’ultimo torneo di polo? Servite! Mi ricorda un po’ quello che successe qualche mese fa sul sito asos.com quando Michelle Obama dichiarò di avere acquistato sul sito inglese quel delizioso abitino indossato in qualche occasione ufficiale con la conseguente rimessa sul mercato del suddetto abito (a poco meno di 100 dollari) annunciata da parte del sito come fosse l’evento di stagione.

C’è poco da dire, questi asiatici puntano sui grandi numeri e offrono un servizio gestito in maniera così efficiente tanto da garantirvi la possibilità di reso in caso di insoddisfazione o difetti di fabbrica; anche se su quest’ultimo punto non ci metterei la mano sul fuoco… Attenti alle taglie, però. Le orientali sono piccoline. E abbiate pazienza per i tempi di consegna perché potrebbe volerci anche più di un mese e calcolate delle spese di spedizione altine ma che compensano senza ombra di dubbio con quanto avrete risparmiato. Per il resto godetevi le migliaia di capi ed accessori, sfido chiunque a guardarli tutti! 

Il discorso elude completamente le riflessioni di natura sociologica ed economica: siamo dinanzi ad un fenomeno virale, che si diffonde anche per vie traverse quando, ad esempio, le aziende prendono contatti con blogger e/o vlogger che ne scrivono nei siti specializzati. Come normalmente accade in questi casi di “contagio”, si dovrebbe essere abbastanza bravi da saper sfruttare correttamente l'opportunità.

Mi chiedo se le nostre pronipoti avranno ancora il piacere di incontrarsi con le amiche (ma anche in solitudine), fare la fila per il camerino e uscire soddisfatte dal negozio, continuare a sgambettare con le proprie buste nelle mani e vedere cosa accade intorno a loro invece che aspettare il corriere dietro la finestra.

Io resto diffidente di fronte al non poter toccare con mano, con tutto che questi capi non sembrano affatto male, e non mi priverei mai del momento shopping all’aria aperta, ma – per rimanere nella terminologia cara alla moda – queste riflessioni sono così vintage…

Letto 23368 volte Ultima modifica il Martedì, 19 Novembre 2013 16:01
Chiudi