Venerdì, 28 Settembre 2018 13:54

Miti, virus e ossessioni

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RELAZIONI PERICOLOSE - ‘Frequentare un personaggio più di tre ore a settimana può creare confusione identitaria e, dopo otto ore di visione, contaminati da emozioni via schermo, non scriverei una mail di lavoro né affronterei discussioni coi familiari’ così Paolo Giovannelli docente alla Statale di Milano e direttore del Centro per i disordini nell’uso di internet, intervistato da Candida Morvillo sul Corriere della sera. Il trucco per limitare la visione compulsiva e bulimica delle serie televisive? Vedere le puntate partendo dalla metà e arrivando alla metà della successiva, questo evita di terminare la visione con il finale in crescendo che ci adesca verso il seguito. Nuove disintossicazioni.

Ancora serie televisive che però fanno tanto pensare al cinema come Il nome della rosa, già romanzo di Umberto Eco, poi film di Annaud e ora a puntate dirette da Giacomo Battiato con John Turturro, si gira a Cinecittà, in onda a primavera. Costo di produzione, internazionale, 26 milioni di euro, troupe di 200 persone, migliaia di comparse, 260 ore di girato, questi i numeri che La Lettura del Corriere riporta a firma di Stefania Ulivi.

E poi l’uscita di Maniac per Netflix che è un continuo dialogo con la storia del cinema, come fa notare Luca Beatrice sul Giornale della Controcultura. Poi apprendiamo da più parti che il venturo canale on line di Apple nel suo piano di produzione di serie e film sta prediligendo contenuti improntati alla massima ‘correttezza’, niente sesso, violenza, turbamenti, per non innescare polemiche che danneggino la vendita dei prodotti tecnologici, Apple in Wonderland?

VIRUS - ‘Fino al 1935 il razzismo da noi quasi non esisteva, ma il fascismo, nel ventennio della sua dittatura, è riuscito a dividere il Paese, a creare una serie A e una serie B con una propaganda accanita. I perseguitatori più agguerriti furono gli studenti cresciuti in quei vent’anni. Nella società era stato inoculato un virus che ha messo radici e continua a proliferare’: il regista Giorgio Treves autore del film ‘1938 Diversi’ sulle persecuzioni antisemite in Italia intervistato da Fulvia Caprara su La Stampa.

MITOLOGIA - Alain Delon su Le Monde annuncia il ritiro dal cinema, reciterà forse a teatro. Dopo Robert Redford si eclissa un altro bellissimo che si definisce ‘attore’ rispetto al rivale Belmondo che chiama ‘commediante’. Come il giovane attore Bennett che sta duellando con Asia Argento anche Delon dice di aver subito molestie dalle donne da giovane.

Una biografia in cinque atti (presto su Sky) è dedicata a Jane Fonda dalla regista Susan Lacy, la protagonista rivendica il suo essere stata sempre dalla parte delle donne. Al cinema di una volta e di oggi rimanda l’intervista su Il fatto quotidiano di Alessandro Ferrucci allo sceneggiatore e produttore Amedeo Pagani, la cui filmografia spazia dai film con Bud Spencer e Terrence Hill fino ad Angelopulos e Wong Kar Wai.

VERBALI DA OSCAR - "La commissione di selezione per il film italiano da candidare all'Oscar istituita dall'Anica lo scorso giugno, su incarico dell'Academy of Motion Picture Arts and Sciences, riunita davanti a un notaio e composta da Nicola Borrelli, Marta Donzelli, Gian Luca Farinelli, Antonio Medici, Silvio Soldini, Maria Carolina Terzi, Maria Sole Tognazzi, Stefania Ulivi, Enrico Vanzina ha designato il film Dogman di Matteo Garrone a rappresentare il cinema italiano alla selezione del Premio Oscar per il miglior film in lingua straniera alla 91/a edizione degli Academy Awards" spiega una nota dell'Anica. Se la selezione verrà superata il film di Garrone sarà tra i 5 candidati nella categoria ‘Miglior film straniero’.

PELLICOLA – Qualcuno la usa ancora per fotografie e film. In Italia Nicola Baldini e Marco Pagani con il glorioso marchio Ferrania hanno iniziato a produrre la P30, supporto amato da moltissimi registi, da Fellini e De Sica. Un rullino da 36 pose a 7 euro, andati tutti a ruba. Presto dovrebbero tornare sul mercato per gli appassionati scrive Matteo Persivale su Il corriere innovazione.

CIAO – Muore troppo presto Emiliano Mancuso, fotografo, insegnante e, negli ultimi anni, anche autore di film su alcuni dei temi che gli stavano più a cuore, uno sulla casa-famiglia Felix di Tor Bella Monaca, l’altro, Le cicale, realizzato con Federico Romano sulla prospettiva di invecchiare senza ‘stato sociale’.

AL CINEMA – Molte uscite, tra le altre: dal 4 al 7 ottobre il film su Papa Francesco di Wim Wenders, Spike Lee con Blackkklansman, Terry Gilliam e L’Uomo che uccise Don Chisciotte, La libertà non deve morire in mare di Alfredo Lo Piero, Iuventa di Michele Cinque, Girl di Lukas Dhont.

Tratto da: Hai letto di… #21 - frankenstein discrezionale di notizie di cinema, 16-21 settembre. 

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