OBAMA FACTORY - Lo scorso anno Michelle e Barack Obama definirono un accordo con Netflix per produrre e distribuire film e serie originali con la loro società Higher Ground; Agi anticipa alcuni titoli e contenuti: American Factory, la storia di un miliardario cinese che apre una fabbrica in uno stabilimento della General Motors chiuso con effetti su duemila operai americani dell’Ohio. La serie Bloom, sulle difficoltà e conquiste del secondo dopo guerra della comunità afro americana a New York. Ancora Crip Camp un film sul movimento per i diritti dei disabili. Gli Obama hanno scelto temi sociali che non interferiscano sulla campagna presidenziale del 2020.
DOLLARONI - In questa settimana di discorsi sul lavoro i nostri giornali hanno ripreso anche quanto detto dalla nipote di Walt Disney, Abigail, azionista dell’azienda di famiglia, che definisce ‘folle’ lo stipendio percepito da Bob Iger amministratore delegato della Disney; si tratta di un compenso di 65,6 milioni di dollari nel 2018, 1.424 volte il salario di un dipendente della società da lui gestita. «Dicono di pagare più del salario federale minimo. Ma sanno che non è un salario sufficiente per vivere a Anaheim» ha riferito Abigail al Guardian che sottolinea come una paga da 15 dollari all’ora di norma non permette di affittare nemmeno un bilocale in una città statunitense, tantomeno ad Anaheim dove ha sede il Disneyland californiano. ‘In Italia i numeri sono un po’ diversi, ma fanno comunque discutere: secondo il Focus di Mediobanca relativo alle remunerazioni dei vertici aziendali nel nostro Paese, a un dipendente servono in media quasi 40 anni di stipendio per guadagnare quanto il proprio amministratore delegato incassa in un solo esercizio, multiplo che in un caso arriva anche a 217. Negli Stati Uniti, secondo uno studio relativo ai compensi del 2017, i ceo delle maggiori aziende Usa hanno uno stipendio 361 volte superiore alla media dei dipendenti, mentre nel 1980 il rapporto era 42 a 1 e nel 1950 era 20 a 1’, fa notare Francesco Basso su Corriere-L’Economia.
CAMPIONI DI INCASSI CERCASI - In Italia si fanno troppi film a pochi soldi, nel 2018 il Mibact ha registrato 276 titoli, di cui 93 documentari, che hanno chiesto il nullaosta per uscire in sala, nel 2017 erano 235. Il costo medio per film di finzione che fanno domanda per l’accesso alle agevolazioni statali è aumentato: 2,28 milioni di euro. Su questo Francesca Cima, presidente produttori Anica osserva: ‘il costo medio dei film è troppo basso…con maggiori mezzi produttivi potremmo sperimentare di più anche verso generi come il fantasy o l’animazione…La Francia ha più titoli all’anno di alto budget 3,5 milioni di euro’. In Italia un terzo dei film del 2017 è costato fra 200.000 e 800.000 euro, conclude Elisabetta Pagani su La Stampa. Insomma si chiede di produrre film più ‘competitivi’ per far fronte al calo delle presenze in sala 5% nel 2018 e contemporaneamente si guarda al mercato delle piattaforme streaming.
CIAO – Muore a 74 anni Peter Mayhew il Chewbecca di Guerre Stellari dal 1977 fino al 2015. Fu scelto anche per la sua altezza di 2 metri e 18 centimetri. Muore a 80 anni Alessandra Panaro, divenuta celebre in Poveri ma belli, di Dino Risi (1956), che la diresse poi anche in Belle ma povere e Poveri milionari. Lavorò anche con Alessandro Blasetti, Luchino Visconti e Totò.
IN SALA – Questo fine settimana, tra gli altri, I fratelli sisters di Jacques Audiard recupero western con caccia all’oro, Stanlio e Ollio di Jon S. Baird, la coppia comica raccontata sul viale del tramonto, Le grand bal di Laetitia Carton, documentario su Gennetines, paesino dell'Alvernia, dove annualmente c’è un raduno di danzatori e apprendisti, poi Normal di Adele Tulli sugli stereotipi di genere nell’Italia di oggi.
Tratto da: Hai letto di... #43 - frankenstein discrezionale di notizie di cinema 29 aprile – 3 maggio