Venerdì, 20 Giugno 2014 11:15

L’Abruzzo nel rapporto “Io sono cultura”, dati e graduatorie

di 

“Io sono cultura”, rapporto 2014 elaborato sull’anno precedente da Fondazione Symbola e Unioncamere, ci offre un quadro generale sulla filiera culturale italiana, dicendoci che “vale” 214 miliardi di euro: il 15,3% del valore aggiunto nazionale. E più nel dettaglio: “Le imprese del sistema produttivo culturale (industrie culturali propriamente dette, industrie creative - attività produttive ad alto valore creativo ma ulteriori rispetto alla creazione culturale in quanto tale - patrimonio storico artistico, performing arts e arti visive) sono 443.458, il 7,3% del totale. A loro si deve il 5,4% della ricchezza prodotta in Italia: 74,9 miliardi di euro. Che arrivano a 80 circa (il 5,7% dell’economia nazionale) se includiamo istituzioni pubbliche e non profit. Ma non finisce qui: perché la cultura ha sul resto dell'economia un effetto moltiplicatore pari a 1,67. In altri termini, per ogni euro prodotto dalla cultura, se ne attivano 1,67 in altri settori. Gli 80 miliardi, quindi, ne ‘stimolano’ altri 134, per arrivare a quei 214 miliardi prodotti dall’intera filiera culturale, col turismo come principale beneficiario di questo effetto volano”.

Sfogliando il rapporto anche quest’anno possiamo trovare tracce d’Abruzzo utili a contestualizzare la situazione regionale nel panorama italiano. L’Abruzzo mantiene, come lo scorso anno, un primato con Teramo che, insieme a Prato, ha una incidenza di imprese culturali femminili pari a circa il 20%. Ancora Teramo si colloca al trentasettesimo posto nella graduatoria delle 110 province italiane per incidenza del valore aggiunto del sistema produttivo culturale sul totale economia, con una quota del 5,1%, la prima in Abruzzo; seguono L’Aquila che conquista un cinquantesimo posto con il 4,5%, sessantunesima Pescara (4,3%) e Chieti al settantunesimo posto con il 4%.

citta symbola

A guidare la “classifica” sono Arezzo (9%), Pordenone (7,9%) e Pesaro Urbino (7,9%). Un passaggio poi è ancora è significativo nella relazione e tira direttamente in ballo l’Abruzzo quando si parla di utilizzo dei fondi strutturali da parte delle Regioni italiane per le politiche culturali, secondo i relativi piani, secondo il rapporto gli interventi si sono concentrati perlopiù sul turismo o su “eventi culturali”, mentre per “l'Abruzzo post-sisma” viene citato il sostegno ad enti ed associazioni impegnate nella produzione artistica (Istituto Sinfonica Abruzzese, Solisti Aquilani, Istituto la Lanterna Magica). [Fonte OpenCoesione].

A proposito ancora di fondi strutturali le considerazioni generali non svelano nulla di nuovo: "Interventi possibili nell’ambito dello sviluppo dell’industria culturale e creativa sono stati relegati ad una marginalità immeritata. Il vasto fronte delle attività imprenditoriali ad essa legate, è stato raccolto, nella quasi totalità dei casi, sotto voci generiche come 'incentivi alle imprese' o 'ricerca e innovazione', evidenziando una mancanza di strategia in tal senso. Solo alcune Regioni, come la Puglia (unica al Sud in linea con la tabella di programmazione di spesa del PAC insieme alla Basilicata) hanno infatti usufruito dei piani trasversali di finanziamento per potenziare il comparto culturale inglobando sia la valorizzazione del patrimonio, che la nascita di imprese culturali, creative”.  

Si vedano, a titolo di esempio, il programma Bollenti Spiriti e il progetto MOMArt - Motore Meridiano delle Arti. Il rapporto comunque contiene altri dati e informazioni utili, per una lettura integrale rinviamo qui.

valore aggiunto

Ultima modifica il Venerdì, 20 Giugno 2014 11:44

Articoli correlati (da tag)

Chiudi