IL DIBATTITO DAL FUORI SALA ALLA BOLLA - Il nuovo anno cinematografico si apre all’insegna del dibattito, si dibatte su tutto, è vero, in bianco e nero e, come va di moda dire, polarizzando le posizioni in fazioni, senza molte sfumature. Il dibattito cinematografico non è solo all’uscita dalla sala, ma sui social network, come abbiamo visto per È stata la mano di Dio, di Paolo Sorrentino o per Don’t look Up di Adam McKay; o è capolavoro o è un orrore pazzesco. Può darsi invece che siano buoni film, se siano anche arte, metafora potente o macchine per l’intrattenimento si capirà con la giusta prospettiva storica, se ci diamo tempo di far sedimentare qualcosa.
Ormai non importa dove questi film siano visti, l’importante è la contemporaneità della visione da parte della comunità di spettatori nelle nostre “bolle” social-virtuali e così nelle bolle confinanti, orientate dalla promozione del titolo della settimana. Possiamo essere andati al cinema o aver visto in streaming, una volta assolto l’obbligo o il piacere di essere aggiornati sulle nuove uscite cinematografiche o seriali del momento, siamo pronti per dire la nostra, se poi non sarà un parere pertinente, farà il paio con un parere impertinente sui vaccini espresso da un profano. A vanvera dei film si è sempre parlato, prima erano giudizi che si ascoltavano dai conoscenti e ora si leggono nelle nostre “cerchie”; anche i critici discordano su uno stesso film, come i virologi su una stessa pandemia. Un mondo in cui ognuno parla di ciò in cui è davvero competente al suo piccolo uditorio di riferimento sarebbe pieno di monologhi ma, competenti o meno, farsi guidare dalle sfumature del dubbio potrebbe essere una ragionevole soluzione per avviare delle conversazioni. Per il resto ci sono le pubblicazioni, i giornali attendibili, i convegni, i pareri professionali e così via.
CINEMA DIMEZZATO A 21,4 MILIARDI DI DOLLARI - L’attenzione degli spettatori/utenti sui film non mitiga la delusione per la fuga dalle poltrone numerate delle sale, se pensiamo che solo Spider-Man: No Way Home è stato in grado di garantire una tenuta in linea con le previsioni nel periodo generalmente più forte per gli incassi: le feste natalizie. «Spider-Man: No Way Home ha fin qui realizzato 21.465.095 euro. Il record non è solo italiano: con 635 milioni di dollari è l'ottavo incasso di sempre (non aggiornato con l'inflazione) negli Usa, con un miliardo e 394 milioni il dodicesimo nel mondo, e ancora deve essere distribuito in Cina», riporta Federico Pontiggia su “Il fatto quotidiano”.
Ma la situazione vira verso toni cupi: «I ricercatori di “Gower street analytics”, infatti, hanno stimato il box office 2021 su tutto il globo pari a 21,4 miliardi di dollari. Certo in ripresa del 78% rispetto al 2020 (anno che però non si può considerare, causa pandemia), ma corrispondente più o meno alla metà dei 42,5 miliardi di dollari del 2019» scrive Claudio Plazzotta su “Italia oggi” e aggiunge «Il mercato più importante per il cinema è nettamente quello cinese, che nel 2021 ha raccolto 7,4 miliardi di dollari al botteghino, quasi il doppio rispetto a quello nordamericano che ormai vale appena 4,5 miliardi […] la Cina, ad esempio, arriva a queste performance soprattutto grazie a titoli locali, prodotti in Asia, e senza la distribuzione dei blockbuster di Hollywood (l'ultimo Spider-Man, ad esempio, non è ancora uscito nelle sale cinesi). Gli studios californiani, quindi, non riescono a monetizzare la crescita del mercato cinese, e rischiano di perdere strutturalmente terreno».
Allora la parola d’ordine del dopo Natale, sotto il segno di Omicron, è “pending”, in sospeso, la programmazione delle uscite tira il freno a mano per non mandare al massacro titoli su cui si è investito.
CORAGGIOSI IN SALA - Come già visto nel 2020 alcuni titoli annunciati per l’uscita invernale vengono rinviati a data da destinarsi o dirottati sulle piattaforme. «L'arte cinematografica si sta molto avvicinando all'arte della strategia, forze in campo, mosse e contromosse, «peccato che il nemico irrompa a sorpresa», osserva con l'ANSA Paolo Del Brocco, ad di Rai Cinema, «non potevamo immaginare di tornare in un mese a questo livello di pandemia, una doccia fredda. Di conseguenza i ragionamenti sono a breve termine, si va avanti a piccole mosse, spostando i titoli, poi certo dovremo ripensare al futuro a questi due anni di abitudini cambiate».
E, passato il periodo invernale, dobbiamo augurarci che i contagi scenderanno e gli incassi saliranno, saremo più tranquilli anche per andare al cinema, ma questa fuga di spettator non è iniziata con la pandemia e ricordiamoci che la primavera non è mai stata la stagione migliore per gli incassi, a parte il periodo pasquale.
In sala dunque c’è l’atteso America Latina, di Damiano e Fabio D’Innocenzo con Elio Germano, dopo Favolacce gli autori tornano sugli a-normali universi famigliari. Vero horror è il rifacimento di Scream per la regia di Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett, epigoni di Wes Craven, François Ozon firma È andato tutto bene con Sophie Marceau, mentre Una famiglia vincente – King Richard di Reinaldo Marcus Green, sulle campionesse del tennis Serena e Venus Williams, True Mothers di Naomi Kawase, su adozione e maternità.