E' stata istruita una gara per la gestione del progetto Case e Map? Ci sono risorse finanziarie per la manutenzione ordinaria e straordinaria del compendio immobiliare? Gli alloggi sono sicuri e agibili? Si stanno recuperando le somme dovute al Comune dell'Aquila dagli assegnatari morosi e, se così non fosse, si sta determinando un danno erariale ai danni dell'Ente? Per far fronte alle rate contratte con Banca Sistema, che ha acquisito il debito del Comune con Enel Energia, si stanno utilizzando le risorse di bilancio appostate, in fase di variazione, nel capitolo 'Fondi di dubbia esigibilità'? In altre parole: i cittadini aquilani tutti stanno coprendo i debiti contratti dagli assegnatari morosi?
Sono le domande poste stamane, in conferenza stampa, dal consigliere di 'L'Aquila città aperta' Giorgio De Matteis. "Siamo arrivati al punto di non ritorno", ha sottolineato. "Esigiamo dunque delle risposte alle nostre domande per assumere, poi, le determinazioni conseguenti".
De Matteis torna ad affrontare i problemi di gestione del patrimonio immobiliare edificato a seguito del sisma del 6 aprile per decisione dell'allora governo Berlusconi e assunto al patrimonio dal Comune dell'Aquila nel 2012. "Settimana scorsa, in sede di riunione della III Commissione consiliare, è emerso un aspetto molto serio, purtroppo non sorprendente almeno per alcuni consiglieri d'opposizione: l'architetto Enrica De Paulis, infatti, ha spiegato che non vi è alcuna certezza sulla sicurezza e sulla agibilità degli alloggi Case e Map".
In particolare, non è chiaro se gli oltre 5mila isolatori sismici sui 7mila allestiti sotto il progetto Case, non omologati e non più omologabili, garantiscano la sicurezza dei cittadini che abitano gli alloggi. "A domanda, non abbiamo ricevuto alcuna risposta", ha spiegato De Matteis. "Qualora gli alloggi fossero agibili, significherebbe che non è affatto necessaria l'omologazione. Se, al contrario, l'omologazione, come crediamo, fosse necessaria per garantire l'agibilità, l'amministrazione è in grado di assicurare la sicurezza dei cittadini che abitano gli alloggi?". E ancora: "Gli isolatori sismici hanno una durata di quindici anni: sono passati già 5 anni e, tra dieci, sarà obbligatorio sostituirli. Come si procederà? E chi garantirà i 10milioni necessari?".
C'è poi la questione relativa ai balconi pericolanti, con l'inchiesta e gli sgomberi seguiti al crollo di Cese di Preturo, nel settembre scorso. "Anche per quel che riguarda i balconi, non abbiamo avuto alcuna garanzia di sicurezza: sono tutti marci, sono pericolanti alcuni balconi e altri, al contrario, sono sicuri? La città ha bisogno di risposte certe".
De Matteis entra dunque nel merito dell'ordinanza di sgombero di 124 alloggi del progetto Case di Cese di Preturo, Sassa Nucleo industriale e Arischia, firmata dal sindaco Massimo Cialente ad inizio di novembre. Nel primo caso, vale a dire Cese di Preturo, gli sgomberi erano stati previsti entro 30 giorni dalla notifica dell'ordinanza sindacale, nel secondo, Sassa nucleo industriale, entro 45 giorni dalla notifica, nel terzo, Arischia, entro 60 giorni, sempre a far data dalla notifica. "In Commissione - ha incalzato il consigliere d'opposizione - si è discusso dello sgombero delle famiglie dagli alloggi di Arischia, a 30 giorni dalla notifica dell'ordinanza sindacale. Vuol dire che i nuclei familiari che abitano gli alloggi dovrebbero essere sgomberati nei giorni delle festività natalizie. Incredibile. Così come è incredibile che la De Paulis abbia ammesso che non sono state ancora effettuate le verifiche sulle effettiva pericolosità degli alloggi in questione. Si stanno costringendo le famiglie a lasciare le Case assegnate senza alcuna verifica, con la promessa che in un paio di mesi potranno rientrare: mi domando, chi pagherà il doppio trasloco imposto ai cittadini? Dovranno occuparsi delle volture, al momento di lasciare gli alloggi e abitarne un altro, per poi tornare nell'abitazione originaria?".
Tra l'altro, non è chiaro neanche dove andranno, le famiglie sfollate, se è vero che gli alloggi disponibili, al momento, non sono abbastanza per ospitarle tutte. E intanto, il Comune dell'Aquila istruisce bandi per assegnare gli alloggi alle famiglie con difficoltà economiche e, l'ultimo dei bandi, a cittadini residenti nei Comuni della provincia, con abitazione resa inagibile dal sisma e ad oggi non ancora restaurata, che necessitino di recarsi all'Aquila più o meno ogni giorno per questioni lavorative o sanitarie. Quando gli verranno assegnate, le abitazioni? Chissà.
"E' il momento che l'amministrazione Cialente assuma la responsabilità dei danni prodotti con l'acquisizione al patrimonio del progetto Case e Map", ribadisce Giorgio De Matteis, a conclusione della conferenza stampa. "Già nel marzo 2010, con documento firmato da Vincenzo Spaziante della Protezione Civile, il Dipartimento comunicava al Comune dell'Aquila che stava per trasferire la gestione del Progetto Case e di verificare, per questo, tutti gli aspetti relativi al compendio immobiliare. In 13 giorni, l'amministrazione Cialente decise di acquisire al patrimonio, formalizzando poi l'impegno assunto con una delibera del 2012. Possibile che non abbiano avuto modo di valutare le condizioni di costruzione degli alloggi? Possibile che non abbiamo pensato a come gestire il compendio immobiliare, a come riscuotere le utenze? Ora, dopo 5 anni, ci accorgiamo che ci sono criticità difficili da affrontare: balconi che crollano, isolatori non omologati, altri importanti problemi strutturali. Soltanto ora ci accorgiamo che non ci sono le risorse per la manutenzione ordinaria e straordinaria. E' una responsabilità politica enorme: l'amministrazione non può continuare a far finta di nulla".