Venerdì, 02 Agosto 2013 21:58

Il taglio degli alberi in città, Moroni promette nuove alberature

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“Gli alberi vengono tagliati solo quando sono malati e pericolosi oppure se intralciano una destinazione”.
E’ con queste parole che l’assessore alle opere pubbliche, Alfredo Moroni, interviene sulla questione, assai dibattuta, del taglio degli alberi che, in concomitanza con i lavori di ampliamento delle strade, sta modificando l’assetto paesaggistico della città.

“Il taglio degli alberi - dice - va considerato nell’ambito di un discorso più ampio. Se, per esempio, oggi abbiamo un patrimonio naturale che conta un complessivo di centomila piante, nel giro di tre anni avremo centocinquantamila piante che, però, avranno una funzione specifica”.

“Per la realizzazione della rotatoria - spiega Moroni - c’erano cinque alberi che dovevano essere spostati. Abbiamo cercato inutilmente dei percorsi alternativi, non c’era altro modo. Purtroppo, facendo l’analisi dei tronchi, ci siamo resi conto che erano vuoti e che se non li avessimo spiantati sarebbero comunque morti, magari tra dieci anni. Appena terminata la rotatoria e quando avremo la disponibilità da parte dei vivai, spero nel giro di tre o quattro mesi, verranno comunque sostituiti da alberi adulti di specie diverse, con radici che non sollevino l’asfalto e dimensioni di cinque o otto metri di altezza per un metro di circonferenza”.

“In via Paolucci invece - prosegue l’assessore - gli alberi avevano reso impraticabili i marciapiede e bisognava avviare il progetto che prevedeva l’ampliamento di oltre un metro e mezzo della sede stradale per il ripristino del doppio senso di circolazione. Le piante non erano malate, dovevano essere sradicate: è stato impossibile, visto che le radici si erano avvinghiate ai servizi dell’Enel e dell’acqua”.

“A via Roma - continua - alcuni alberi erano morti, altri non abbiamo potuto salvarli perché avremmo dovuto tagliare tutti i sottoservizi e l’ampliamento delle sede stradale non lo consentiva. Lì comunque, a ridosso di un piccolo parcheggio per auto, è prevista la creazione di una piccola zona verde in cui piantumeremo alcune specie. Se poi dovesse essere accolta la proposta di Monsignor Antonini di ripristinare via Roma come ingresso alla vecchia città, allora fino alla chiesa di San Paolo avremmo una pianura dove si potrebbe creare un percorso naturale importante, accompagnato dall’eliminazione di alcune brutture degli anni Settanta. Per il momento è solo un’idea”.

“Stiamo studiando, inoltre, alcuni viali da alberare esternamente ai marciapiedi: pensavamo, ad esempio, a via Antica Arischia, come anticipato dal sindaco su Facebook. Altri alberi verranno piantati nella pineta di Roio dove realizzeremo il Bosco della Memoria, un simbolo del sisma con 309 essenze diverse che verranno scelte dai botanici e piantate nei pressi della Facoltà di Ingegneria, anche se dobbiamo ancora trovare le risorse necessarie, ad oggi in bilancio sono stati stanziati 40.000euro”.

L’assessore spiega che l’amministrazione è in causa con l’Autostrada dei Parchi, riconosciuta come responsabile dell’incendio alla Madonna Fore: se dalla transazione arriveranno dei soldi, saranno usati per San Giuliano e Collebrincioni. "Per ora, grazie ad un finanziamento di 80.000euro dalla Regione, abbiamo messo in sicurezza l’area boschiva a lato della chiesa e, grazie all’amministrazione di Collebrincioni, la zona che guarda al paese. E’ chiaro, però, che gli interventi si notano poco rispetto alla vastità della ferita”.

E analizzando le conseguenze degli incendi, non si può che parlare di prevenzione: “Dovremmo fare in modo che i terreni privati e pubblici siano puliti, così che ci siano meno possibilità che il fuoco attecchisca. Due anni fa, ho scritto un’ordinanza permanente, poi firmata dal Sindaco, che impone ai cittadini di tenere puliti i propri terreni. Non viene rispettata, però, e non ci sono sanzioni”.

Sulla spinosa questione dell’abbattimento degli alberi in città, su come tutelare il nostro patrimonio naturale senza dimenticare le responsabilità della mancata prevenzione, NewsTown ha sentito anche il consigliere comunale Daniele Ferella che, non senza un velo di polemica, ha sottolineato che “c’è stato uno spreco di soldi pubblici nel tagliare e ricomprare piante nuove. Non dimenticate che con il taglio delle alberature l’assessore Moroni ha costruito un assessorato, nella scorsa legislatura. Dietro a questa storia c’è sicuramente qualcuno da far contento in vista delle regionali, anche se mi auguro di sbagliare”.

“Gli alberi della rotonda di Via Vicentini - contesta il consigliere - non erano affatto malati. Il parere dell’agronomo comunale, in Commissione, diceva che c’erano delle carie che necessitavano, semplicemente, di un minimo di attenzione e di cura in più. Il rapporto presentato in Commissione, d’altra parte, chiarisce che le piante sono state tagliate per realizzare la rotatoria. Tra l’altro, non credo alla storia di sradicare per poi ripiantare: chiunque si rende conto che trasportare una pianta che arriva anche a trenta metri non è semplice, inoltre non ha senso spostarla quando la pianta è adulta e probabilmente subirebbe danni nel trasporto. Tanto vale dire che le hanno tagliate e se ne pianteranno delle nuove perché si è dovuto allargare il manto stradale, senza inutili giri di parole”.

Pensando a possibili soluzioni alternative, Ferella suggerisce: “in via Paolucci, personalmente, avrei pensato ad una demolizione e ricostruzione delle case a ridosso della strada, che presumo siano classificate E, ricostruendole un metro più indietro. Alla rotatoria, invece, non avrei toccato gli alberi che si trovano sullo spartitraffico perché non avrebbero dato alcun fastidio. Anche a via Roma non sono certo che fosse necessario tagliare tutti quegli alberi al fine dei lavori ma, comunque, si potrebbe pensare di ripiantarli magari più piccoli e consoni al contesto. Purtroppo, non c’è una gran volontà di farlo”.

All’idea dei nuovi viali alberati, il consigliere si dimostra contrario: “per quanto riguarda via Antica Arischia, essendo una strada sulla quale, inutile nasconderlo, si corre molto, gli alberi in banchina potrebbero essere molto pericolosi per cui eviterei di piantarne di nuovi su strade di questo tipo”.
“Impegniamoci invece - esorta - per una vivibilità del verde pubblico che implichi una manutenzione ordinaria degli alberi. Bisognerebbe avere maggiore cura dei parchi urbani, a partire dal Parco del Castello e dal Parco del Sole, fino ad arrivare ai parchi delle frazioni. Prima che un albero diventi un pericolo, curiamolo e facciamo in modo che si possa salvare, anche perché gli alberi fanno parte della nostra storia: da quando sono nato questi alberi li ricordo, così come chi è nato prima di me, anche se passandoci davanti non li notiamo e li apprezziamo solo quando non ci sono più”.

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