E' in corso in queste ore il sequestro da parte dei carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Pescara di una discarica abusiva estesa più di 40 ettari in localitù Cese San Marcello a Celano (L'Aquila).
L'area, paragonabile a circa 20 volte il Colosseo, è stata individuata dal Noe di Pescara grazie alla collaborazione tecnica con RES.GEA Srl, azienda spin-off dell'Universita' "G. d'Annunzio" di Chieti specializzata nel monitoraggio ambientale attraverso servizi di telerilevamento e gestione di database territoriali. Durante l'operazione verranno utilizzati anche droni per fornire un quadro preciso e tempestivo delle attuali condizioni del sito.
E' però doveroso sottolineare che la vasta area non era un mistero per molti abitanti della zona, e già nel marzo del 2009 il giornale Site.it aveva pubblicato un ricco reportage con foto e video.
La consulenza tecnica di RES.GEA Srl, giunta su incarico dei carabinieri del Noe, ha permesso di individuare, attraverso l'analisi multi-temporale di immagini acquisite da piattaforma aerea e satellitare, zone utilizzate per l'interramento illecito di rifiuti. Avendo l'intera area una storia evolutiva complessa, è stato effettuato uno studio specifico per il quale i tecnici di RES.GEA Srl si sono avvalsi dell'uso di immagini aeree e satellitari acquisite ad intervalli irregolari a partire dagli anni '50, giungendo fino ai giorni nostri.
"L'approccio metodologico di telerilevamento utilizzato, associato al sopralluogo effettuato, volto a chiarire la natura e gli spessori di materiali presenti - spiega Res. Gea - ha permesso di individuare diversi siti precedentemente adibiti ad attività estrattive, silenziosamente colmati totalmente o parzialmente con materiale di dubbia provenienza, aree che nel corso degli anni sono state oggetto di svariati abbandoni di rifiuti direttamente sul piano campagna, ed altre aree con evidenze di movimentazione di terreni e suoli al di sopra di aree utilizzate a fini agricoli.
"Le immagini analizzate, hanno mostrato l'abbancamento di cumuli le cui dimensioni superavano i 4 metri in pianta (oltre le capacità dei mezzi ad uso domestico) ed hanno evidenziato la gestione ordinata delle operazioni, presumibilmente riconducibili ad aziende specializzate nel settore dei rifiuti. Inoltre l'analisi tecnica ha portato anche alla stima dei volumi dei materiali interrati senza autorizzazione alcuna, che si attestano su cifre superiori al mezzo milione di metri cubi. Molti terreni oggetto d'esame, in precedenza a vocazione agricola, risulterebbero ora interamente corrotti dall'abbandono e dalla permanenza dei rifiuti riscontrati dall'indagine. Le indagini proseguiranno con analisi specifiche volte a chiarire la natura e le caratteristiche dei rifiuti individuati nelle zone".