Ancora pochi giorni e sapremo se la Perdonanza Celestiniana, dopo il rinvio dell'iscrizione decisa a Windhoek dal Comitato intergovernativo Unesco nel dicembre scorso, sarà riconfermata dall'Italia come candidatura unica per la lista dei Beni immateriali patrimonio dell'umanità.
A fine febbraio, infatti, la Commissione nazionale dell'agenzia che fa capo alle Nazioni Unite si riunirà per vagliare tutte le candidature e scegliere quella che il Governo porterà al prossimo ciclo di iscrizioni. Per statuto ogni Paese può presentare una sola candidatura.
Anche se il Mibact ha già ribadito più volte la volontà di confermare la Perdonanza come candidatura unica, il giubileo celestiniano dovrà avere la meglio su altre proposte dal valore idenditario molto forte; uno su tutti, la pizza napoletana: "Sarà probabilmente l'arte della pizza il competitor principale" spiega a NewsTown il professor Ernesto Di Renzo, il curatore e l'estensore del dossier di candidatura "Noi comunque ci auguriamo, anche in base a quello che ci è stato detto a Windhoek, che la Commissione propenda per la Perdonanza".
Di Renzo - che, insieme a Walter Capezzali, al professor Francesco Sabatini, al sindaco Massimo Cialente e ad alcuni dirigenti e funzionari del ministero dei Beni culturali, ha partecipato a un incontro pubblico sulla candidatura svoltosi all'Aqulila presso l'aula magna del Gran Sasso Science Institute - ha spiegato che le ragioni del respingimento deciso dal Comitato intergovernativo a dicembre non hanno nulla a che vedere con motivi politici o religiosi ("Anzi, abbiamo avuto il pieno appoggio di molti Paesi dove si praticano altre confessioni") ma attengono invece ad aspetti tecnico-formali. Anche se non è da escludere - ha lasciato indendere Cialente - che, dietro le quinte, qualcuno possa aver tramato per fare uno sgambetto all'Italia e prendersi una vendetta trasversale per fatti che nulla avevano a che vedere con la candidatura.
Sia come sia, il rinvio ha costretto a riscrivere praticamente da capo il documento di candidatura, visto che l'Unesco ha imposto nuovi criteri di stesura e nuovi protocolli dal valore retroattivo. Una decisione abbastanza irrituale, ha fatto notare Di Renzo.
L'incontro pubblico tenutosi al GSSI è stato anche l'occasione per lanciare una sorta di mobilitazione a sostegno della candidatura. Istituzioni, associazioni, enti culturali e no profit sono stati chiamati a fare uno sforzo ulteriore - tramite raccolte firme e lettere di consenso informato - per testimoniare l'importanza e il valore che la comunità conferiscono alla Perdonanza. Quasi a voler ricordare che, prima di diventare patrimonio Unesco, Celestino deve essere anzitutto riconosciuto patrimonio della città.
Sabato, 13 Febbraio 2016 18:42
Perdonanza nel patrimonio Unesco, sarà testa a testa con la pizza napoletana
di Roberto Ciuffini
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Cronaca
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